Cuore di Marchesa è la piccola e giovane azienda condotta da Pietro di Giovanni e Gina di Marco, insieme alle giovani figlie Carola e Lea. Originario di Mazara del Vallo in provincia di Trapani e figlio di viticoltori da tre generazioni, Pietro vanta una lunga esperienza come consulente enologo per svariate e note cantine siciliane e italiane ed è stato cofondatore e fonte di ispirazione del progetto Produttori Etna Nord. Profondo conoscitore del territorio etneo, nel quale si trasferisce nel 1991, decide nel 2016 di iniziare ad imbottigliare il proprio vino, utilizzando esclusivamente le uve di proprietà: si comincia con l’Etna Rosso per poi ampliare la produzione con l’Etna Bianco nel 2018 e nel 2022 con l’Etna Rosato e con l’olio aziendale, da varietà Nocellara e Randazzese.
I vigneti di Cuore di Marchesa si estendono per quattro ettari sul versante nord dell’Etna, a Solicchiata, frazione di Castiglione di Sicilia. Gli impianti sono per il 70% di Nerello Mascalese più una piccola parte di varietà minori quali Minnella Nera e Nerello Cappuccio e per il restante 30% di Carricante con piccole percentuali di varietà minori, quali Grecanico, Minnella Bianca e Inzolia. Sono tutte viiti secolari a piede franco di età compresa tra i 90 e i 100 anni. Grazie alla posizione e all’altitudine alla quale sono collocati i vigneti (750 metri sul livello del mare) si generano nei mesi di luglio e agosto forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, fondamentali affinché le uve risultino particolarmente ricche in aromi e in acidità. Tutti i trattamenti in campo rispettano i principi del biologico, affiancati da alcune pratiche sostenibili come il sovescio e la concimazione organica.
È così che Pietro di Giovanni ci conduce dapprima nel territorio etneo attraverso il racconto della sua azienda e poi indietro nel tempo grazie all’interessante verticale del Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa, alla quale abbiamo partecipato qualche giorno fa a Palermo assaggiando ogni annata in abbinamento ad un piatto. Il Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa viene prodotto da uve Carricante più piccole percentuali di varietà minori quali Minnella Bianca e Nera, Inzolia e Grecanico. Dopo la selezione e la raccolta manuale, avviene la macerazione a freddo per 8/10 ore, seguita dalla fermentazione a 15°C per 20/30 giorni. L’affinamento viene condotto per metà in vasche d’acciaio e per metà in anfore di cocciopesto da 350 litri, in entrambi i casi per dieci mesi sulle fecce fini con battonage settimanali: “Dopo avere girato l’Italia alla ricerca del contenitore perfetto, ho trovato nella anfore di cocciopesto le caratteristiche che cercavo: si tratta infatti di un materiale meno invasivo rispetto al legno, in grado di conferire al vino durante la sua maturazione alcune proprietà organolettiche peculiari grazie alla porosità del cocciopesto che agevola il processo naturale della micro-ossigenazione, mettendo meno in risalto gli aromi fruttati e più quelli come la pietra focaia o il basaltico” afferma Pietro.
Si comincia con l’assaggio dell’attuale annata in commercio. Il Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa 2022 è figlio di un’annata calda, ma nonostante ciò riesce a mantenere freschezza e dinamicità. Il naso è fine e delicato, con profumi di ginestra, di fiori di campo ed un tocco vegetale, tipico del Carricante giovane, accompagnati da sentori di zeste di limone e un lieve cenno di mandorla fresca. L’ingresso in bocca è verticale, con uno sviluppo soprendentemente dinamico. Il sorso risulta freschissimo e lungo grazie all’ottima acidità, secco e pulito. Tornano al retronaso gli aromi vegetali e quelli di fiori gialli. Degustiamo questo vino in abbinamento ad una tartare di pesce spada, mele e zeste di limone e un crostino con crema di carciofi e bresaola di tonno.
Proseguiamo con l’assaggio del Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa 2021. Si percepisce immediatamente il filo conduttore tra quest’annata e la precedente (entrambe annate calde), rispetto alla quale però si cominciano ad apprezzare le note dell’evoluzione in bottiglia. Più floreale che fruttato, presenta all’olfatto spiccate note di ginestra e la mineralità della pietra focaia, seguite da un cenno vegetale e da un tocco agrumato. In bocca ha una grandissima acidità, data la soddisfacente annata in questi termini, è lunghissimo e caratterizzato da una scia sapida sul finale. Chiude sulle note vegetali. L’abbinamento in questo caso sono delle polpette mediterranee di patate, tonno e mentuccia, servite su una crema di yogurt.
Torniamo indietro di due anni assaggiando il Doc Etna Cuore di Marchesa Bianco 2019, annata fresca e ottima per i vini bianchi. Si avverte immediatamente la potenza dell’evoluzione, che conferisce grande eleganza all’olfatto. Il naso vira su profumi iodati e resinosi, note di cera d’api e di miele, accompagnati da una spiccata pietra focaia, cenni agrumati di scorza di cedro e fruttati di pesca gialla. Il sorso, che rispecchia il naso con i suoi aromi resinosi e mielati, è pieno e vellutato, dotato di grande finezza e ben bilanciato tra acidità e sapidità. L’abbinamento scelto è a base vegetale, con una lasagna al forno con spinaci, melanzane e zucchine.
Andiamo avanti con la nostra verticale assaggiando il Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa 2018. Il vino mostra una grande resistenza al tempo e una grande finezza nell’evoluzione, che dona complessità. All’olfatto si percepiscono polvere da sparo, note dolci di ginestra, profumi di frutta a polpa gialla come la mela gordon, la mela cotogna e la susina, accompagnati da aromi di mentuccia selvatica e un tocco resinoso. Il sorso, dall’ingresso impattante, si distende con eleganza donando pienezza in bocca. Dall’ottima freschezza, chiude su note di pietra focaia.
Viene versato in abbinamento ad un flan di funghi, radicchio e carote servito su una crema di zucchine.
Infine, facciamo un salto in avanti nel tempo con l’assaggio dell’annata 2020 del Doc Etna Bianco Cuore di Marchesa, che si distingue tra le cinque annate regalando un’espressione unica di questo vino, grazie alla sua spinta presenza aromatica. I sentori fruttati virano su profumi di frutti tropicali come mango, papaya e frutto della passione, accompagnati da quelli di frutta a polpa gialla mediterranea. Spiccano anche le note di incenso e quelle di pietra focaia. Il sorso è pieno e avvolgente, dotato di una sorprendente secchezza. Il finale è lunghissimo e sapido.
Per questo vino è stato scelto un particolare abbinamento con una cheesecake con topping di granita al mango.