di Fabiola Pulieri
É l’anagramma di rosè, si legge Sorè ed è scritto con la S maiuscola. È il nuovo rosato delle sorelle/cugine Cotarella ed è la novità del 2020 proposta con l’entusiasmo e la grinta che ormai le contraddistingue.
Dominga, Marta ed Enrica anche questa volta stupiscono per la loro caparbietà, la tenacia, la forza tipica delle donne che in loro si trasforma in progetti sempre nuovi e ricchi di carattere. Sorè doveva essere presentato a Milano lo scorso 7 aprile in occasione del compleanno della mamma di Dominga e del figlio di quest’ultima, causa Covid-19 il suo debutto è stato rinviato a ieri in occasione del compleanno della mamma di Marta ed Enrica. Festeggiare è l’obiettivo dei vini e dei rosati in particolare perchè sono conviviali e uniscono in un momento di gioia, anche e soprattutto adesso che il mercato dei vini deve riprendersi e può farlo solo puntando alla convivialità e al ritrovato piacere di stare insieme. La presentazione di Dominga è stata subito molto chiara: “Sorè è il raggiungimento di uno dei nostri sogni è il vino che ci ha unito nel progetto, nella ricerca del colore, del gusto e nel nome”. Ed ha proseguito: “Prima di arrivare all’obiettivo abbiamo fatto tantissime degustazioni di vini rosati di tutto il mondo cercando di mettere insieme come in un puzzle tutto il meglio: la freschezza, la sapidità, il gusto e soprattutto il colore. Quest’ultimo è stato il più difficile da ottenere perché avevamo un’idea precisa e dovevamo ottenerla. Ovviamente ci siamo riuscite”.
Questo rosato racconta le anime delle tre sorelle/cugine Cotarella. Ne è il sunto ed è anche un nuovo inizio: un vino di carattere con equilibrio e profondità. Allo stesso tempo è la continuità con il passato e la filosofia Cotarella che è partita con il merlot e ora continua con la nuova generazione proprio proseguendo con un progetto nuovo sullo stesso vitigno. Sorè è infatti per la maggior parte merlot e per una piccola parte aleatico, un’unione di vitigni che si ritrova nel territorio, nella storia di famiglia e nella ricerca di novità senza allontanarsi dalle origini. Il merlot rappresenta Castiglione in Teverina mentre l’aleatico il Lago di Bolsena, due punti di riferimento per la famiglia Cotarella. La guida del progetto dal punto di vista enologico è stata di Pierpaolo Chiasso che ha ormai affiancato Riccardo Cotarella in tutto e per tutto e oltre che genero ne è diventato anche braccio destro.
(Riccardo Cotarella)
La fermentazione è stata realizzata esattamente come se si stesse facendo un vino bianco pur trattandosi di uve rosse. Una piccolissima parte di uve merlot è stata fatta invecchiare per 3 mesi in barrique e questo esperimento ha consentito al Sorè di ottenere un qualcosa in più, un legame tra i due vitigni così diversi e volutamente scelti con maturazioni diverse: il merlot non troppo maturo con bassa acidità e basso ph e l’aleatico invece raccolto con maturazione più spinta per ottenere una maggiore dolcezza e pulizia tipica di questo vitigno. Il risultato è sorprendente: un vino fresco, sapido, molto fruttato e con sentori di fragoline di bosco, prugna fresca, lampone, melograno che si alternano a profumi floreali di ciclamino e rosa. La produzione di questa prima annata è di 6.000 bottiglie che da oggi sono pronte a fare il loro debutto dopo la presentazione ufficiale. È prevista anche qualche Magnum per le occasioni speciali. Proprio nella continuità delle generazioni Cotarella si nasconde il loro successo: mentre Dominga citava una famosa frase di Goethe che per le tre sorelle/cugine è un mantra “ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo se vuoi possederlo davvero” riferendosi al fatto che per loro è importante riconoscere ciò che hanno ricevuto, ma sanno di doverlo continuare a riconquistare ogni giorno, Riccardo Cotarella commosso raccontava di quanto sia stato importante per lui e per il fratello Renzo donare l’azienda alle figlie, un atto necessario per innestare entusiasmo e nuova linfa a ciò che anni prima avevano creato con sacrificio e dedizione.
Ebbene nelle parole del rinomato enologo anche l’ammirazione per questa nuova creatura, Sorè, che ha tutte le caratteristiche di un vino Cotarella: carattere, personalità, equilibrio, sapidità e freschezza. “Questo vino arriva nel momento giusto perché oggi, rispetto a 6 – 7 anni fa, i rosati non si fanno più in cantina con le rimanenze dei bianchi e dei rossi, ma come in questo caso sono un vero progetto studiato che si crea in vigna – ha affermato Riccardo Cotarella – Oggi i rosati rappresentano una categoria a parte e sono il futuro del vino insieme ai bianchi e ai rossi. Il vino deve dimostrare il carattere e il modus vivendi di chi lo produce, a maggior ragione i rosati che esprimono passionalità e si abbinano a tantissimi piatti quindi sono più bevibili che in passato. Con Sorè io ci pasteggerei dall’inizio alla fine, lo abbinerei a tutto tranne alla cacciagione e questa è una grande conquista per un rosè”. Sorè ha un’etichetta anch’essa frutto di studio e passione da parte di Enrica Cotarella che è l’anima creativa delle Cotarella sisters. La camelia all’apparenza un fiore delicato è invece molto resistente e simboleggia le persone che riescono a raggiungere gli obiettivi con perseveranza e tenacia proprio come Dominga, Marta e Enrica ed ecco che l’identificazione è perfetta. I tre fiori in etichetta hanno i colori tenui del rosa simbolo di femminilità e naturalezza e il carta da zucchero che rimanda alla freschezza e all’etichetta del Montiano 2016. Il Montiano e il Sorè due vini con un’unica anima, il Merlot, per il passato e il presente di un’azienda, l’origine e il futuro targato Famiglia Cotarella. Sarà in vendita a 20/25 euro circa allo scaffale.