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La degustazione

Le bollicine sono il vino che non conosce crisi? Ecco dieci Crémant per bere alla grande

01 Settembre 2024
Bottiglie di Crémant - ph Couleur da Pixabay Bottiglie di Crémant - ph Couleur da Pixabay

L’unica tipologia di vino di cui il mondo sembra avere ancora tanta sete: le bollicine. Il cui successo non accenna a fermarsi (leggi qui>): i crémant sono la frizzante (eno)tendenza di questa parte, surriscaldata di terzo millennio. Ne abbiamo già parlato, è un mondo variegato, variopinto, in poche parole bellissimo (leggi qui>). Qui di seguito cercheremo nei limiti dello spazio/tempo di consigliare 10 bottiglie, una per ciascuna delle principali Aoc, ovvero come vengono chiamate le Doc in Francia, che possono fregiarsi del titolo di Crémant, (più un bonus track, per arrivare a 10), ovvero quella che piace tanto a chi scrive, bottiglia da stappare, meglio se con qualcuno da baciare a breve distanza, perché si sa, da sempre i Crémant sono acceleratori di baci bellissimi. Ah, dettaglio importante. Tutti questi vini li trovate in uno scaffale di un’enoteca in Italia tra i 15 e i 40 euro.

Pierre Frick, Crémant d’Alsace, Brut, 2020
Dalla parte meridionale della regione, nell’alto Reno a Pfaffenheim, il tempo di imparare a pronunciare il nome di questa località e sarete già alla terza bottiglia, beva compulsiva, piacevolezza livelli Miles Davis. Un blend a base Auxerrois con una parte di Pinot Bianco, più che un vino un’esperienza che può sconfinare nel mistico. Pioniere del bio prima e del biodinamico poi Pierre Frick produce vini che tendono a cambiare la vita di chi li beve. Dodici mesi di affinamento sui lieviti, una visiva carica e intensa, un naso ampio e che spazia tra toni erbacei, tostature e altre magie, al palato tendente all’infinito, dove la freschezza sostenuta da una sapidità nitida ne guida slanci, che vorresti durassero tutta la vita.

Domaine Jean-Noël Gagnard, Crémant de Bourgogne “Le Grand Lys”, Brut, NV
Domaine biologico in conversione alla biodinamica, bolla con frutto cristallino al naso, note di tostatura e lieviti. Blanc de Noir da Pinot Nero in purezza, che si allunga, scalcia e si addomestica in un finale, denso e vibrante. Tutti quelli che pensano di sapere cosa sia il pinot nero, beh dopo avere bevuto questo, forse avranno qualche dubbio in più. Dosaggio bassissimo, 36 mesi sui lieviti, e sentirli tutti, dai vigneti della Hautes Côtes de Beaune, una gemma. Cercatelo, e se lo trovate, bevetelo senza moderazione.

Jean François Ganevat, Crémant da Jura, NV Brut Nature
Lo Jura è il futuro, non solo per i meravigliosi vini fermi che si producono a quelle latitudini, ma per una tipologia, poco presente nelle carte mainstream dello stivale: il crémant di Jura che è già il go to wine per ogni connoisseur che si rispetti. Chardonnay in purezza, ma che non assomiglia a quelli che avete creduto di amare, fino al momento in cui assaggiate questo. Più che un crémant un disco di Coltrane con tappo a fungo. Ventiquattro mesi sui lieviti, dosaggio zero, diretto, psichedelico, tremendamente fresco, con tutta la mineralità dei suoli calcarei di cui è figlio, file under vino mitologico da un produttore mitologico.

Micromégas NV, Crémant de Limoux
Chenin Blanc, Chardonnay e una piccola parte di Pinot Nero per un grande Crémant di un territorio poco conosciuto, la cui fama, è legata alle più banali ancorché spesso appaganti Blanquette, ma qui si vola alto, forse altissimo. Il nome viene da un racconto di Voltaire, che non vi spoilero.(leggi qui>). Colore intenso, nuance ramate alla vista, frutti di bosco gagliardi al naso (una parte della massa è vinificata in botte di legno grande), e in bocca interminabile, sapido, rinfrescante, dall’Occitania quella regione che è ancora Francia ma in cui si respira già aria di Spagna, uno dei best kept secret del mondo crémant, da un luogo, lontano, sconosciuto e magico, un vino antico, affascinante, dal fascino, elegantemente contadino.

French Blue NV Brut Rosé, Crémant de Bordeaux
Bordeaux non è certo famosa per gli spumanti, o almeno non in prima battuta, ma questo terroir mitologico può dare vita a bollicine grandi spesso come questo rosato, uvaggio di Merlot e Malbec. Colore scarico ed elegante, naso frutti di bosco, al palato intensità da vendere, finale nervoso, intrigante, freschissimo, un vino domenicale, convivale e sensualissimo.

Louis de Grenelle Blanc de Noir, Crémant de Loire, NV Extra Brut
Il fascino discreto e criptico della Loira, tutto in una bottiglia. Trentasei mesi sui lieviti tutti lì evidenti, a dare forma e sostanza, per recuperare il titolo di un classico del rock italiano (ascoltalo qui>), ed è molto rock’n’roll questo Blanc de noir da Cabernet Franc. L’uva rossa tipica delle Loira qui spolvera tutto il suo croccante fascino, in un vino che al naso sussurra e suggerisce, per poi presentarsi in bocca, assertivo, minerale e tuonante, una hit, la bolla rock per questa fine estate.

Petit Jules, Domaine Achard Vincent, Crémant de Die, Brut, NV
La meno conosciuta della AOC poco conosciute, siamo ad est del Rodano regno di un vitigno davvero inconnu: la Clairette Blanche, qui assieme ad Aligoté e Muscat Blanc. Che dire?Uno dei tanti tesori nascosti della vigna d’Oltralpe. Perlage morbidissimo, naso floreale e ricco, mentre al sorso mineralità e freschezza accompagnano un allungo piacevole e succoso, verso un finale agrumato e lunghissimo. Vino da scoprire di una regione da scoprire, serve altro?

Domaine Jean Perrier, Crémant de Savoie NV, Brut
Savoia, la regione francese, non la mai rimpianta (ex) casa regnante italiana. Una bolla metodo classico composta per l’85% dal (semi)sconosciuto jacquère e per la restante parte da chardonnay, sempre lui. Che dire: è il bello dei crémant scoprire uve che non si pensava potessero esistere, e scoprire che sono meravigliose. Forse il più dosato dei crémant dell’elenco, siamo attorno ai 10 g/l, morbidissimo, elegantemente opulento, una visione netta sorprendente di questo vitigno autoctono della regione con la sua tipica nota aromatica al naso e la sua, tonica e rinfrescante persistenza. Un vino da aggiungere alla vostra Library sensoriale, anche perché fa fare un figurone nelle conversazioni con gli eno snob.

Desum Elegance, Crémant de Luxembourg, NV Brut
Elegante di nome e di fatto, un metodo classico fatto da Pinot Bianco in purezza, perlage intenso, con un olfatto di pasticceria da metodo classico, davvero classico. Al palato è cremoso e avvolgente, il sorso sorretto da una piacevole nota agrumata, invita ad una beva morbida ma compulsiva, forse non crémant rock’n’roll di certo, ma di certo pop music ben fatta. E ora avete un motivo per scoprire il Lussemburgo anche se non vi occupate di finanza.

BONUS TRACK: torniamo in Borgogna per quello che è stato quest’anno il mio autentico coup de coeur.

Domaine d’Édouard, Crémant de Bourgogne”Les Collines de Vaux”, Brut Nature, NV
La faccio breve, 50% pinot nero, 50% chardonnay, (con un 20% di vini di riserva), dal nord ovest della Borgogna, (ancora?) un po’ più fuori dalla rotte della coolness. Se la locale squadra di calcio l’AJ Auxerre compete da quest’anno nella massima serie>. Beh, lo stesso possiamo dire di questo vino, una bolla di finezza ed intensità sorprendenti, dalla beva che non ti aspetti, elegantemente minerale, drammaticamente compulsiva. Sottile ma cremoso, scattante ed appagante, il sorso minerale croccante si distende sul palato con un finale lungo e intenso come un film di Francis Ford Coppola, ma senza la noia. Il Crémant definitivo.