di Marco Sciarrini
Interessante iniziativa promossa dal Consorzio Tutela Lambrusco Doc in collaborazione con il Gambero Rosso in un tour di sei cene degustazione in sei ristoranti etnici di varie città italiane come Roma, Milano, Perugia e Torino.
Tutto nasce dal successo ottenuto dalla prima edizione dell’iniziativa per portare uno dei vini simbolo dell’Emilia, nelle sue diverse espressioni, a dialogare con le più importanti cucine internazionali. Noi abbiamo partecipato a quella di Roma dove l’appuntamento era al Dao Restaurant, ristorante cinese dove il nome Dao nella cultura cinese è la via, la rotta da seguire, l’equilibrio. Il ristorante con uno stile minimalista, e musica rilassante di sottofondo, con distanze e spazio arioso tra i tavoli, è un mix che dilata il tempo per invitare a fare una vera esperienza gastronomica, con la cura e l’autenticità dei piatti, un vero gemellaggio cino–emiliano. A presentare la serata Lorenzo Ruggeri del Gambero Rosso e Fabio Ferrari del Consorzio Tutela Lambrusco. L’idea è quella di fare conoscere la versatilità del Lambrusco in tutte le sue sfaccettature e sotto una luce diversa che valorizza la capacità di abbinamento fuori dagli schemi tradizionali che questo vino offre. Il Consorzio è un ente di tutela, che rappresenta 70 produttori e otto denominazioni tra Modena e Reggio Emilia: Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, oltre a Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Un totale di circa 16.600 ettari vitati nelle due province, di cui circa 10.000 dedicati al Lambrusco, e una produzione che, nel 2021 si è attestata su oltre 46 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc. In aggiunta a questi quantitativi, vanno considerati circa 115 milioni di bottiglie di Lambrusco Emilia Igt, che rientrano nell’ambito di tutela del Consorzio Vini Emilia. Nasce a gennaio 2021 dall’operazione di fusione per incorporazione dei tre precedenti enti di tutela del famoso vino emiliano, ovvero il “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, il “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e il “Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc.”.
Il Presidente è Claudio Biondi, il Vicepresidente Davide Frascari e il Direttore Giacomo Savorini.
(Dao Restaurant)
“Quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso molto lungo: ora il nostro obiettivo è portare avanti le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia”, commenta il Presidente Claudio Biondi. Il Consorzio ha creato anche una nuova identità visiva, che dà ora volto all’ente in tutti i contesti nei quali è chiamato ad agire. Una brand identity che fonde alcuni degli elementi essenziali del territorio e del vino che rappresenta, con le tonalità di colore che il Lambrusco assume a seconda delle tante anime di quest’uva: dal rosa chiaro, al rubino, fino al porpora e a quelle che richiamano i caratteristici piccoli frutti rossi, il cui aroma è uno dei fattori più identificativi delle sue bolle. Il capolettera L, l’iniziale di Lambrusco, è poi posizionato all’interno del nuovo brand dalla forma sinusoidale. “Una forma che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i regali più intimi e preziosi”, conclude il Presidente.
“Il Lambrusco è il vino dei colori, uno diverso dall’altro, aggiunge il Direttore del Consorzio Tutela Lambrusco Giacomo Savorini. Nel mondo è identificato come un vino rosso scuro frizzante: abbiamo l’esigenza di far comprendere che esistono tante varietà di lambrusco, con colori e sentori diversi, che possono veicolare esperienze completamente differenti e che, grazie alla loro versatilità e ampia gamma di referenze di qualità, si possono perfettamente abbinare a diverse e numerose tipologie di cucina”.
(I vini degustati)
Dodici sono le tipologie di uve a bacca nera, si tratta di: Sorbara, Grasparossa, Salamino, Foglia Frastagliata, Barghi, Maestri, Marani, Montericco, Oliva, Viadanese, Benetti e Pellegrino.
La modernità del Lambrusco è anche merito della “new generation dei giovani del Lambrusco”, protagonisti di alcune iniziative di comunicazione realizzate dal Consorzio Tutela Lambrusco, come ambasciatori nel mondo, parlando perfettamente due lingue, conoscendo il prodotto e desiderosi di condividere con i nuovi consumatori la loro tradizione, le loro idee e iniziative e per raccontare a tutti il vero Lambrusco che, per quanto storico, presenta caratteristiche organolettiche estremamente contemporanee, tanto da approdare anche nella mixology. Il menu della serata ha visto:
- Misto ravioli di carne (pollo, manzo, maiale di cinta senese e maiale di cinta senese con tartufo), in abbinamento con il Lambrusco di Sorbara Doc “Vigna del Cristo” – Cavicchioli.
- Xin Rou Bao Bao al vapore ripieno di maiale, bambù e funghi, in abbinamento con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Sudigiri – Pezzuoli.
- Trofie cinesi bicolore (pasta fresca di farina di riso con cipolla, pancetta, uova, gamberi e sesamo). In abbinamento con il Lambrusco di Sorbara Omaggio a Gino Friedmann – Cantina di Carpi e Sorbara.
- Suino alla Dong Po con pancetta e broccoli, in abbinamento con il Lambrusco Reggiano Il Signor Campanone – Cantine Lombardini.
- Misto di verdure cinesi saltate, in abbinamento con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Ca de’ Bortolini – Le Casette.
- Bon Bon di riso (Dolci palline di riso tradizionali con sesamo e con arachidi e taro).