(Sara Pontremolieri e Stefano Carpaneto – ph Canio Romaniello)
di Michele Pizzillo
Tignanello è una pietra miliare per l’enologia della Toscana. Intanto per essere stato il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique; il primo vino rosso moderno assemblato con varietà non tradizionali come il Cabernet; tra i primi vini rossi nel Chianti prive di uve bianche.
Dal 1975, infatti, il Tignanello è prodotto con una selezione di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, dopo un affinamento in barrique per 12 mesi circa, il vino riposa in bottiglia per un ulteriore anno di affinamento prima di essere messo in commercio. A questo punto è stato ritenuto opportuno orgranizzare una verticale e Milano, per raccontare la storia di un vino che ha fatto fare anche un salto di qualità all’immagine della produzione enologica della famiglia Antinori. La location scelta è la moderna enoteca con cucina di Signorvino, che si affaccia sulla centralissima via Dante. Qui, il direttore della tenuta di San Casciano Val di Pesa, Stefano Carpaneto, accompagnato dall’enologo dell’azienda, Sara Pontremolieri, ha guidato la degustazione di 5 Tignanello, oltre che raccontarne la storia. E, ha esordito evidenziando la lungimiranza di Piero Antinori nel voler riservare una superficie importante per la zona del Chianti, 57 ettari, ad una sperimentazione finalizzata a dimostrare di non avere niente da invidiare ai francesi.
Tignanello, infatti, è prodotto esclusivamente dall'omonimo vigneto impiantato su un terreno che si trova ad un’altezza tra i 350 i 400 metri sul livello del mare, esposto a sud-ovest e sempre baciato dal sole, di origine calcarea con elementi tufacei, in una delle zone più belle del Chianti. Tant’è vero che la prima produzione di questo vigneto, nel 1970, fu immessa sul mercato con il nome “Chianti Classico Riserva vigneto Tignanello”, anche perché conteneva il 20% di Canaiolo e il 5% di Trebbiano e Malvasia, ed era affinato in piccole botti di rovere. Con l'annata 1971 è diventato vino da tavola di Toscana, chiamato solo Tignanello, con un etichetta che non è mai stata modificata, e con l'annata 1975 le uve bianche sono state totalmente eliminate, con una produzione media annua di 3-350.000 bottiglie. Dal 1982 la composizione è rimasta la stessa di quella attuale: 80% Sangiovese, 15% Cabernet Sauvignon, 5% Cabernet Franc. Avviando, così, una sorta di rivoluzione che poi ha portato alla produzione dei super Tuscany, con la creazione di uno stile che è stato anche di grande impatto culturale, visto l’apprezzamento che il Tignanello ebbe subito sul mercato Usa. Delle numerose annate di Tignanello – che viene imbottigliato solo quando la vendemmia è perfetta – per la degustazione milanese Carpaneto ha preferito scegliere le ultime cinque vendemmie.
(Il Tignanello in degustazione – ph Canio Romaniello)
Ecco la nostra degustazione con alcune note
Tignanello igt Toscana 2005
E’ il frutto di una vendemmia piuttosto difficile per le avverse condizioni climatiche che nel periodo di raccolta hanno richiesto un'elevata attenzione alla selezione e alla scelta delle migliori uve – riducendo del 40% il numero delle bottiglie prodotte – , specialmente nel caso del Sangiovese, ricorda Carpaneto. Alla degustazione sembra un vino quasi esile, delicato, e potrebbe essere definito una sorta di vino nordico. Ad equilibrare tutto, i sentori di frutta rossa e i tannini morbidi, che ne fanno un vino elegante ed espressione delle tipicità varietali del Sangiovese.
Tignanello igt Toscana 2007
Questa è una delle grandi annate, non solo per il Tignanello. E questo andamento favorevole si avverte nel vino stesso che oltretutto, registra per la prima volta l’uso di legno ungherese (40%) che assicura maggiore tipicità al Sangiovese. In questa vendemmia oltre a profumi e colori molto intensi, Sangiovese e Cabernet si sono contraddistinte per la loro forte tipicità. Assicurando un vino che al naso esprime una piacevole concentrazione di note che vanno dalla frutta rossa matura allo speziato, con sentori di vaniglia e note tostate che compongono un bouquet di grande persistenza ed eleganza. E' un vino di indubbia personalità, con caratteri tipici che lo legano profondamente al territorio in cui nasce esaltando e premiando la maturità del Sangiovese, particolarmente ottimale in questa vendemmia.
Tignanello igt Toscana 2010
Una vendemmia sicuramente complicata che a ha imposto un attento lavoro di selezione delle uve, mirato a contenere la produzione per pianta e soprattutto la sanità dei grappoli, con un risultato finale che porta a pensare che sia la migliore di tutte. Che ha permesso di ottenere un vino di colore rosso rubino intenso, con aromi caratterizzati da una forte espressività varietale, con ampie note di frutti rossi, lamponi e liquirizia. Al palato il vino, sebbene ancora molto giovane, è equilibrato, fine, con tannini levigati, buona acidità, sapidità e note minerali che gli conferiscono un finale lungo e persistente.
Tignanello igt Toscana 2012
Anche questa una vendemmia non molto facile sia per il troppo caldo agostano sia per il freddo e la piovosità che ha caratterizzato il periodo della raccolta delle uve. Il risultato finale è un vino espressione del territorio a partire dal colore, rosso rubino molto intenso, con riflessi violacei, al profumo di bellissime note speziate miste a frutta rossa, fumé e note balsamiche, senza trascurare le note di ciliegia, prugna, liquerizia e rosmarino. Un vino molto elegante, che riempie il palato con grande volume e ottimo equilibrio tannico e un finale persistente, con note speziate e fruttate che ben si fondono alle note di legno.
Tignanello igt Toscana 2013
Questo è veramente un ragazzino: deve ancora crescere per esprimere tutta la sua grande personalità che, però, accenna nella degustazione milanese. Dove si è presentato con un bel colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso evidenzia una grande intensità di frutta rossa che ben si fonde con le gradevoli note di vaniglia, cacao e cuoio, derivanti da un ottimo dosaggio ed una buona amalgama del legno; importanti sono anche le note speziate e balsamiche che donano complessità aromatica. Al palato il vino è avvolgente con tannini soffici, nel rispetto della nervosità che deriva dalle uve di Sangiovese. Ottimo l’equilibrio acido-tannico e finale di grande persistenza gustativa.