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La degustazione

La sfida della cooperativa Torrevilla sul Pinot Nero: “Puntiamo su questa grande uva”

18 Novembre 2019
Massimo_Barbieri_e_Gabriele_Picchi Massimo_Barbieri_e_Gabriele_Picchi


(MassimoBarbieri e Gabriele Picchi)

di Michele Pizzillo

E’ proprio il caso di asserire che più li conosci, più ti convinci che sembrano vocati a rendersi la vita più difficile di quanto ti assicura la propria terra, di per sé già un po' ostica probabilmente per una sorta di mancanza di visione condivisa di valorizzazione. 

Così a Torrevilla, una grande cooperativa di produttori con sede a Torrazza Coste, nell’Oltrepò Pavese, pur dovendo seguire centinaia di soci con vigne dislocate su nove comuni e appartenenti a varietà diverse è già un impegno tutt’altro che semplice, ad un certo punto il presidente Massimo Barbieri, il direttore Gabriele Picchi e l’enologo Leonardo Valenti (docente alla Statale di Milano) che ha seguito anche il progetto di zonazione delle vigne presenti in diverse aree dell’Oltrepò, si “inventano” l’evento “Le interpretazioni del Re Nero della vigna dall’Oltrepò al resto del Mondo”, con una degustazione alla cieca di sei Pinot nero della vendemmia 2016 – compreso uno di propria produzione – per un confronto con i “fratelli” di alte realtà vocate nella produzione di questa tipologia di vino: tre francesi, un neozelandese e un altoatesino.

Una scelta coraggiosa, da sottolineare, questa di sottoporsi ad un giudizio dai risultati imprevedibili anche perché è ancora in corso l’individuazione delle vigne che a partire dalla prossima vendemmia forniranno le uve per quello che dovrebbe diventare uno dei prodotti immagine della Cantina. Ma, dice il presidente Barbieri, “visto che non riusciamo a trovare un’intesa comune per un progetto di valorizzazione delle potenzialità dell’Oltrepò Pavese e, ovviamente, anche per il Pinot nero vinificato in rosso, abbiamo deciso di fare da soli e, quindi, con più fatica e più costi, quello che dovrebbe essere un percorso a più voci”. Ecco la decisione dell’evento finalizzato a valutare le performance di sei vini di Pinot nero. Tutto preceduto da una dotta introduzione di Valenti su questo vitigno nato in Borgogna e arrivato nell’Oltrepò Pavese a metà dell’Ottocento, trasformandola nella terza area di quelle con più superficie destinata alla coltivazione di questo vitigno. Anche perchè qui le bollicine ottenute dal Pinot nero risalgono agli anni '70/'80 dell’Ottocento e, oltretutto, con ottimi risultati. Torrevilla, però, vuole dire la sua anche sul Pinot nero in nero, tant’è che dopo la prima vendemmia di 1.500 bottiglie del “Pinot nero dell’Oltrepò Pavese riserva 110 noir La Genisia 2015”, sono passati alle 6.000 bottiglie della vendemmia 2016 e “Vitae”, la guida dei vini dell’Ais lo ha inserito nell’elenco dei vini di ottimo profilo alla soglia dell’eccellenza perché ha sorpreso i degustatori per classe e intensità. Eccellenza che, a quanto pare, sarà raggiunta subito, visto che il direttore Picchi ha già individuato i 25 viticoltori che faranno parte del “progetto di prodotto”: le loro uve saranno pagate di più delle altre perché la produzione non supererà i 50 quintali per ettaro e faranno tutto secondo le indicazioni dell’agronomo della Cantina, Simone Fiori.


(Leonardo Valenti e Massimo Barbieri)

La produzione di Pinot nero riserva 110 (sono gli anni di attività della cantina, fondata nel 1907) non sarà da grandi numeri. Vale la pena fare tutto questo sforzo per un’azienda che supera i 3 milioni di bottiglie?, chiediamo ai tre sostenitori del progetto. “Sì, perché vogliamo contribuire a dare un’accelerazione alla valorizzazione di un’area che ha potenzialità incredibili ma, spesso, viene vista come terra di vini a basso costo e, ovviamente, di altrettanto bassa qualità. Non è così. Quindi, prendiamo un grande vino e comunichiamolo come merita il territorio e gli uomini che lo generano”, si infervora Barbieri. 

Sei i Pinot nero degustati. Li descriviamo, brevemente, secondo le nostre personali sensazioni di piacevolezza che abbiamo riscontrato.

Domaine Tartagnan Chambolle Musigny le village, Domaine Bertagna (Francia)
Già al naso si rivela fine ed equilibrato con belle note di frutta matura. E’ un vino molto raffinato ma in bocca è inferiore a quanto rilevato con l’elegante bouquet perché il tannino è un po' aggressivo e il vino, in bocca, è un po' inferiore alla sontuosità dell’olfatto. 

Satenay Charmes appelation Saternay Controlle, Domaine Roger Belland (Francia)
Ad un bouquet di frutta matura e fiori e qualche nota speziata, segue un buon sorso in bocca che sembra più interessante di quanto avvertito al naso. Al palato è un po' aggressivo ma il sentore agrumato lo rende piacevole ed anche più interessante in bocca che al naso.

Pinot nero dell’Oltrepò Pavese Riserva 110 Noir, Torrevilla
Ci sono i presupposti che possa diventare un vino interessante perché al naso esprime le note varietali del vitigno sostenute da una buona eleganza. Al primo sorso è un pò aggressivo che sfuma a mano a mano che resta in bocca. 

Bourgogne Hautes Cotes da Nuites Les Dames Bougnettes Pinot Noir, Domaine Bertagna
Al naso si presenta un po' chiuso anche se è equilibrato tra i sentori fruttati e quelli floreali che li caratterizzano. In bocca è elegante anche se presenta un tannino abbastanza aggressivo e una persistenza un po' corta.

Sudtirol Vinschgau doc blauburgunder, Falkenstein
Al naso è un vino abbastanza equilibrato tra frutta, erbe aromatiche e una leggera nota speziata. In bocca si rivela fresco e con una piacevole acidità che ne assicura eleganza e persistenza. 

Greywacke Pinot Noir, Marlbor (Nuova Zelanda)
Dalla evidente nota varietale sostenuta da profumi fruttati anche abbastanza evoluti che si avverte al naso, si passa ad un vino di corpo un po' astringente al palato, con tannino che possiamo definire crudo e privo di una qualche nota di finezza. E’ anche abbastanza sfuggente.

A completare l’evento, un delizioso menù (notevole il risotto al Nature 110, servito con le omonime bollicine della vendemmia 2013) preparato da Laura Marchesi, chef proprietaria di un laboratorio artigianale a Voghera. Con questo menù sono stati degustati altri vini, sempre della linea La Genisia, di Torrevilla: Cruosè rosè, Pinot nero bio, Barbera bio, Bonarda dell’Oltrepò Pavese, Moscato passito e il citato Nature 11 del 2013.