da Roma, Fabiola Pulieri
Si è svolta presso “Le Formiche” di Roma, la festa per i 173 anni della birra Pilsner Urquell, che nel 1842 ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo della “bionde”, segnando la nascita della prima dorata al mondo e stabilendo gli standard per la produzione di tutte le birre chiare da allora fino ad oggi.
Fino al diciannovesimo secolo, infatti, la qualità della birra era abbastanza scadente ovunque, un liquido scuro e torbido i cui standard variavano senza controllo. Finchè Josef Groll, un giovane mastro birraio bavarese, dopo svariati studi e altrettante prove, ha inventato l’inimitabile Pilsner Urquell. È da quel momento che la birra viene servita in boccali di vetro e non più nella latta, coccio o altri materiali non trasparenti, affinché se ne esalti il sapore corposo, pur essendo la Pilsner Urquell poco alcolica, solo 4,4 gradi.
La vera patria della birra è dunque la Repubblica Ceca e il termine Pilsner deriva dal luogo in cui Pilsner Urquell nacque, la città di Pilsen in Boemia, a circa 100 chilometri da Praga, tanto che il significato letterale del suo nome è “Pilsner dalla fonte originale”. Il successo e l’innovazione che questa nuova birra ceca ha rappresentato e le numerose imitazioni di cui è stata oggetto hanno fatto sì che i termini “pilsner” o “pils” vengano tuttora usati in tutto il mondo per indicare un’intera categoria: la birra chiara a bassa fermentazione. Tuttavia Pilsner Urquell è la sola legittimata a chiamarsi Pilsner. Ancora oggi è prodotta con gli ingredienti locali più raffinati, il malto chiaro e i fiori di luppolo Saaz, che le danno quel gusto amaro che bilancia la dolcezza del malto, e con un processo di fermentazione unico dato dalle innovative tecniche di produzione introdotte da Josef Groll che sono: la fermentazione a basse temperature, il triplice processo di decozione e il riscaldamento a fiamma viva in bollitori di rame.
La giornata dedicata alla degustazione della birra è iniziata con un tagliere di salumi e formaggi toscani, scelta e studiata per esaltare il sapore della bevanda ed accentuare quello dei prodotti tipici della Toscana, accompagnando il tutto con un delizioso, quanto rinfrescante, sorbetto alla birra opera del presidente dell'associazione Gelatieri Artigiani Fiorentini: Vitulio Bondi.
(Vitulio Bondi)
Ci si è poi spostati all'interno della location per gustare i due primi: Ravioli mugellani con ripieno di patate e erbette e conditi con ragù di maiale di cinta, cotto nella birra, salvia e rosmarino. E orzo tiepido con melanzane e pomodori, cotti in forno con la birra, olive nere e olio nuovo. La degustazione è proseguita con un Prosciutto di macchia, marinato nella birra e massaggiato con le spezie, con contorno di patate e fagioli cannellini. E per finire il dolce: panna cotta con arancia e riduzione di birra e zucchero di canna, accompagnata da un cantuccio di Prato.
Tutto opera dello chef Samuele Gallori, titolare de “Il Panino tondo” a Firenze.
(Samuele Gallori)