di Federico Latteri
Chateau d’Esclans si trova a Lamotte en Provence, piccolo comune del dipartimento del Var situato in un’area nella quale nascono gran parte dei rosati Aoc Cotes de Provence.
Agli inizi del Duecento il castello con un vasto appezzamento di terreno apparteneva al ricco marsigliese Gerard de Villeneuve. I secoli successivi hanno visto diversi cambi di proprietà, arrivando fino ai nostri giorni e precisamente al 2006, anno in cui Sacha Lichine acquista Chateau d’Esclans. Nato a Bordeaux, Sacha ha iniziato la sua carriera nel mondo del vino in giovanissima età nelle aziende di famiglia, Chateau Prieurè-Lichine e Chateau Lascombes, acquisendo conoscenze sui vari aspetti del settore vinicolo, dalla vigna alla vendita. Ha portato avanti numerose attività lavorative tra gli Stati Uniti, Saint Lucia nei Caraibi e la Francia, maturando un’esperienza nel mondo del vino che pochi possono vantare. Sacha dà nuova vita a Chateau d’Esclans, animato dalla ferma convinzione che il rosè possieda ampi margini di crescita, sia nella qualità che nelle vendite. In pochi anni i suoi prodotti raggiungono i vertici della produzione provenzale e conquistano i mercati di tutto il mondo.
(Paul Chevalier)
Nel 2019 il gruppo Lvmh acquista il 55 per cento delle azioni di Chateau d’Esclans e Sacha inizia a lavorare a stretto contatto con Moet Hennessy, dando continuità al suo progetto di crescita della gamma di prestigiosi vini rosè. Oggi la tenuta si estende per 427 ettari, di cui 140 vitati. Si coltiva principalmente Grenache, varietà che rappresenta il 77 per cento delle uve con alcune vigne molto vecchie. Gli altri vitigni sono rappresentati dal Rolle che si attesta al secondo posto con il 13 per cento e da piccole quantità di Cinsault, Syrah, Tibouren, Mourvedre e Merlot. I vigneti risultano divisi in due aree: la subregione del Frejus a sud del castello, dove si trova la vallata d’Esclans, un territorio fresco, umido e ricco di argilla che è adatto alle vigne più giovani e le colline di Draguignan, caratterizzate da suoli con abbondante presenza di calcare e gesso, che ospitano le parcelle più vecchie con piante di età crescente man mano che aumenta l’altitudine, fino ai 100 anni delle viti poste in cima. La viticoltura praticata rispetta gli standard più elevati, avvalendosi delle migliori conoscenze e non trascurando alcun particolare. Nel corso di un recente digital tasting abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con Paul Chevalier, responsabile Sales & Marketing del portafoglio Château d’Esclans in Nord America, che ci ha illustrato la filosofia produttiva dell’azienda e ha condotto la degustazione di alcuni vini. E’ stata messa a punto una nuova tecnica di vinificazione per raggiungere una qualità al top senza compromessi.
La vendemmia viene effettuata a mano di notte o durante le prime ore del mattino per preservare al massimo il corredo aromatico delle uve ed evitare ogni estrazione non necessaria di colore e tannini prima della pigiatura. Dopo la diraspatura gli acini sono sottoposti ad un processo di selezione sia manuale che con un doppio passaggio su una tavola vibrante dotata di un sistema ottico-elettronico che valuta dimensioni, colore e condizioni (è la stessa procedura high tech utilizzata per i Cru più importanti di Bordeaux). Segue una leggera pigiatura, fatta per spezzare la buccia degli acini, dopo la quale le uve vengono raffreddate fino a 7-8 gradi centigradi in un sistema a serpentina per evitare rischi di colorazione e ossidazione (eventualità che si cerca di minimizzare anche nelle fasi successive). La pressatura si svolge in tre intervalli sotto azoto in un sistema a circuito chiuso che garantisce una temperatura ridotta. La durata complessiva del processo è di 3 ore per cui si parla di “contatto con le bucce” e non di macerazione. Si ottengono rosati non troppo colorati con caratteristiche aromatiche pure e intense. La fermentazione ha luogo in vasche di acciaio inox oppure in demi-muid di rovere francese da 600 litri con batonnage. Non si è scelta la classica barrique da 225 litri perchè comporterebbe un eccessivo contatto con il legno. Infine, il processo di assemblaggio permetterà di creare diverse espressioni di rosè. Fondamentale il lavoro del direttore tecnico Bertrand Léon e del cantiniere Jean-Claude Neu. Di seguito i vini da noi degustati con alcune note:
Cotes de Provence Rosè Whispering Angel 2020
Ha riscosso un grandissimo successo ovunque, fino a diventare l’etichetta leader per la tipologia nel mercato mondiale. E’ ottenuto da uve Grenache in prevalenza, Rolle, Cinsault e Tibouren. La vendemmia si svolge tra la fine di agosto e metà settembre. Viene vinificato e affinato in acciaio inox con batonnage eseguito due volte alla settimana. Si presenta di colore rosa cipria scarico. E’ fine all’olfatto con profumi di piccoli frutti, delicate note floreali e un tocco di pesca bianca. Il Grenache gioca un ruolo importante nel determinare la leggerezza del colore e il carattere garbato, mentre il Rolle incide più con la componente floreale. Al palato è molto fresco in ingresso per poi acquistare maggiore consistenza, morbidezza e intensità. La sapidità allunga il sorso aumentandone la piacevolezza. Un rosato davvero ben fatto che non si smetterebbe mai di bere.
Cotes de Provence Rosè Rock Angel 2019
E’ frutto di vigneti di circa 20-25 anni di età situati 100 metri più in alto rispetto a quelli del Whispering Angel, su un suolo più roccioso. Circa il 30 % del vino viene fermentato in legno. Il colore è scarico, ma vivo. Il naso si caratterizza per un profilo variegato nel quale i sentori fruttati e floreali sono arricchiti da spezie con la vaniglia in evidenza e da una nota di anice. In bocca è agile, teso, estremamente pulito, ben strutturato, sapido e lungo. E’ un vino che, senza trascurare la facilità di beva, si pone un po’ più alto in termini di ricchezza, complessità e struttura, offrendo una qualità non comune.
Cotes de Provence Rosè Garrus 2019
E’ il top di gamma, nato dalla ferma convinzione che è possibile produrre un rosè importante. Le uve, Grenache per il 90 per cento più un 10 per cento di Rolle, provengono dalla parte più alta della collina, dove si trovano vigne di 90-100 anni di età. La fermentazione si svolge in legno (demi-muid da 600 litri per la maggior parte nuovi), così come la maturazione che si protrae per 11 mesi. Elegante e complesso, regala profumi esotici come ananas, cocco, ginger, poi fini note di rovere che risultano molto ben integrate, un rifinito tocco floreale e un cenno tostato. Il sorso mostra una tessitura impeccabile fatta di freschezza, intensità gustativa, ampiezza e persistenza. E’ vivo, agile, ma nello stesso tempo potente. Si tratta di un vino che va al di là dei canoni convenzionali: è il tentativo di osare, di essere grandi anche in rosè.