di Michele Pizzillo
Quando tutti erano convinti che il bianco ottenuto dalle uve Trebbiano di Lugana andava bevuto giovane, Sergio Zenato rappresentava una sorta di voce fuori dal coro perché non era molto d’accordo su questa affermazione.
Anzi, era convinto che il Lugana, che aveva appena ottenuto la doc, poteva reggere un po’ di invecchiamento, migliorando anche le sue caratteristiche organolettiche. E, così Zenato comincia ad andare un po’ contro corrente, fino a quando ottiene la conferma che il Lugana affinato in legno ha tutte le potenzialità per invecchiare e addirittura di poter essere consumato anche 10-15 anni dopo la vendemmia. Ma, questa è l’anima bianchista di un vignaiolo, Sergio Zenato appunto, che ha dato un grande contributo alla valorizzazione di un terroir viticolo che interessa due regioni, la Lombardia e il Veneto che, nel frattempo, era diventata la meta preferita dei turisti tedeschi, austriaci e svizzeri che durante il soggiorno amano andare alla ricerca delle cantine che offrono vino di qualità, diventandone grandi consumatori. Zenato, poi, è uno di quelli che si divideva tra la bianca Lugana e la rossa Valpolicella. Aspetto particolarmente marcato in occasione della Milano Wine Week con la masterclass organizzata per ricordare i 60 anni dell’azienda, e presentata come “L’anima del Lugana e il cuore della Valpolicella. 1960/2020: alla scoperta dell’unicità ed eleganza dello stile Zenato”, condotta dal capo redattore del Corriere della Sera Luciano Ferraro e dai figli di Sergio, Nadia e Alberto.
Ed è stata Nadia, incalzata dalla penna del Corriere, ad evidenziare il valore del padre, a far capire che dietro i vini che emozionano quando si degustano, ci sono sempre persone di valore. Che, poi, sono quelli capaci di superare le crisi perché sono anche capaci di accettare sfide nuove. Come sta succedendo adesso, che “il mondo sta cambiando e dobbiamo essere promotori di una nuova visione di fare promozione e comunicazione. E’ per questo che abbiamo accolto la proposta della Milano Wine Week a voler essere anche parte attiva di questo primo importante momento di ripartenza, che segna anche il 60esimo anniversario della nostra azienda”, è la considerazione di Nadia Zenato, titolare insieme al fratello Alberto dell’omonima cantina veneta, ambasciatrice nel mondo del Lugana e dei vini rossi della Valpolicella, in primis l’Amarone. Un’azienda modello per chi ha voglia di fare vino di qualità, è sempre stato l’obiettivo di Sergio Zenato che adesso viene portato avanti dai suoi figli. Che, prima di tutto, hanno dedicato al padre due vini memorabili per loro, le riserve di Lugana e di Amarone di Valpolicella: due vini proposti in degustazione, insieme ad altri tre capolavori pensati dal padre e ancora prodotti secondo la sua impostazione. Questi i cinque vini degustati durante la masterclass che Luciano Ferraro ha guidato con Nadia e Alberto Zenato. La degustazione avviene in contemporanea con un gruppo di degustatori riuniti a Toronto e collegati con Milano.
Lugana Doc San Benedetto 2019
Solo uve Trebbiano di Lugana – raccolte con 10 giorni di ritardo rispetto agli anni precedenti – per questo delicato vino di colore giallo paglierino che vinificato in acciaio inox, è affinato per 4-5 mesi prima dei 2-3 mesi di sosta in bottiglia. Insomma, un vino elegante dal profumo di fiori bianchi e di frutta esotica che si avvertono anche in bocca, insieme ad una spiccata freschezza e sapidità e un’avvolgente morbidezza che anticipano la bella nota acidula e minerale di questo vino bianco ottimo come aperitivo e per accompagnare piatti di pesce.
Lugana Doc riserva Sergio Zenato 2017
Sempre 100% di uve Trebbiano di Lugana che, però, provengono esclusivamente dal vigneto più vecchio dell’azienda, quello del Podere Massoni, dove vengono raccolte con un po’ di ritardo rispetto al periodo della vendemmia. Per questo vino entra il gioco il legno con botti di rovere da 50 hl e tonneaux da 300 litri, dove avviene l’affinamento per 18 mesi a cui segue un ulteriore sosta in acciaio e 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Il profumo è complesso tra note di acacia, agrumate e di frutta esotica in particolare il frutto della passione. In bocca è perfettamente in linea con quanto ci si aspetti e cioè un buon spessore, una bella mineralità ed un fantastico equilibrio di tutte le note che si rivelano a mano a mano che si va avanti nella degustazione, come le note speziate e vanigliate e quelle di nocciole e mandorle tostate.
Ripassa Valpolicella ripasso Doc superiore 2016
85% Corvina, 10% Rondinella, 5% Oseleta per questo Valpolicella ottenuto con la tecnica del ripasso – che per Zenato diventa ripassa, al femminile, per avere una identità forte e quindi da pure il nome al vino – strettamente legato all’Amarone che permette di avere una seconda fermentazione che aumenta il tenore alcolico e il vino diventa più ricco di colore, di corpo, di aroma. Per i fratelli Zenato è il vino che traina l’export grazie alle sue accattivanti caratteristiche come il colore rosso rubino carico, i profumi intensi di frutti rossi che poi, in bocca, rendono il vino più complesso, vellutato, armonico, di buona struttura e talmente piacevole che il ripasso può rappresentare una sorta di invito a continuare a bere.
Amarone della Valpolicella Docg classico 2015
Sempre vino da uvaggio di Corvina (80%), Rondinella (10%) e 10% insieme di Oseleta e Croatina. Uve lasciate nel fruttaio per 3-4 mesi in cassette, curando la spaziatura tra grappolo e grappolo per favorire l’appassimento. Il vino viene affinato per 36 mesi in botti di rovere. Alla conclusione di questo percorso, si è in presenza di un elegante vino di colore rosso rubino intenso, profumi che vanno dalle prime note speziate e sentori di frutta rossa matura. In bocca è potente, caldo, esuberante ma con una bella rotondità e avvolgenti tannini morbidi, unitamente a sentori di frutta secca ma tostata, insieme a belle note speziate. Insomma, eleganza e modernità sono le caratteristiche di questo eccellente Amarone.
Amarone della Valpolicella Doc classico riserva “Sergio Zenato” 2006
Prima di tutto si ha la sensazione che il vino sia più giovane della data riportata in etichetta perché la freschezza che si avverte al naso e la morbidezza che avvolge il palato, sono veramente una boccata di giovinezza. E’ un grande vino dalla longevità straordinaria che viene prodotto solo nelle annate eccezionali da uve selezionate nel vecchio vigneto di Sant’Ambrogio di Valpolicella ricco di marna bianca e argilla. L’affinamento è di 4 anni in botti di rovere di grandi dimensioni a cui segue un ulteriore affinamento di un anno in bottiglia. A questo punto vecchio-sempre-giovane si presenta con un bel colore rosso rubino carico. Il profumo è davvero complesso e accattivante tra fruttato e speziato. Al palato è una ventata di eleganza, accompagnata da una grande struttura, con calore e pienezza eccezionali e tutto sostenuto da un equilibrio davvero estremo.