Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

L’Alto Adige pensa al futuro dei suoi vini: c’è il progetto Agenda: “Custodiamo il territorio”

02 Marzo 2023
Vigna_Kolbenhof Vigna_Kolbenhof

di Marco Sciarrini

C’è sempre qualcosa da imparare quando ci capita di visitare il vigneto dell’Alto Adige.

Ed anche in questo caso i tre giorni di full immersion tra visite e degustazioni promosse dal Consorzio dei vini dell’Alto Adige, hanno confermato, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che piccole e grandi produzioni riescono, ciascuna con le proprie peculiarità, a presentarsi unite davanti al mercato. Questo modo di fare rete di riuscire a non frammentarsi è un modello per tutta la viticoltura italiana, grazie anche alla guida che il Consorzio fornisce. L’affermazione di Eduard Bernhart Direttore del Consorzio Vini Alto Adige centra il punto: “Aziende piccole, ma con grandi personalità. In Alto Adige più di 5.000 vignaioli incarnano, con le proprie famiglie, il cuore della viticoltura in Alto Adige lavorando da generazioni fianco a fianco, in uno spirito di collaborazione e creatività condivisa. Una comunità coesa, che però lascia spazio ai tratti individuali, favorendo la varietà nell’unità. Sono gli uomini e le donne che li producono a dare ai nostri vini carattere e personalità”. La nostra visita altoatesina ha coinciso anche con la sfilata dell’Egetmann a Termeno, in occasione degli ultimi giorni del Carnevale, evento che ha una lunga tradizione contadina, ed ha visto sfilare tutte le categorie artigianali del territorio, compresi i bottai ed i viticoltori, e dove il fil rouge per tutti gli intervenuti non poteva che essere il vino. Mattatore del carro principale, su un calesse capofila di un singolare corteo nunziale, un Martin Foradori fuori dagli schemi classici, nel ruolo del marito che ha intrattenuto i numerosi partecipanti.

I numeri della viticoltura altoatesina raccontano come la qualità sia già entrata da tempo nel linguaggio enoico anche del più piccolo produttore, e dove le Cantine Sociali promuovono, nonostante in suolo italico non avviene dappertutto, il concetto di valorizzazione del territorio legato alla qualità. È di 5.600 ettari la superfice vitata, di cui 5.400 classificata come Doc, il 98% del totale. Su una popolazione di 530.000 abitanti i viticoltori sono 5.000 con 274 Cantine presenti sul territorio, con una produzione di 320.000 ettolitri in media ogni anno. 40 milioni sono le bottiglie prodotte ogni anno, e di queste il 70% proviene dalle Cantine produttori gestite in forma cooperativa, il 25% dalle tenute, ed il restante 5% dalle Aziende dei Vignaioli Indipendenti dell’Alto Adige. Il 64% della produzione è costituita da vini bianchi, il 36% della produzione è costituita da vini rossi. L’export riguarda il 30% dei vini altoatesini. “Il nostro vino incarna in modo inimitabile la ricchezza di sfaccettature del nostro territorio montano – dice Eduard Bernhart – combinando influssi alpini e mediterranei, tradizione che si tramanda da generazioni e forte impulso all’innovazione, perfezione e intuizione, qualità e creatività, disinvoltura e affidabilità. L’ambizione, la perseveranza e la precisione le abbiamo nei nostri geni e siamo molto esigenti, soprattutto con noi stessi. Scaliamo una cima e già pensiamo alla prossima, proiettandoci sempre un passo più avanti. Da qui scaturisce la nostra tendenza alla qualità, che si esprime nei nostri vini e in una sinfonia di gusti che appaga tutti i sensi”.

“Noi viticoltori e vignaioli altoatesini amiamo vivere in sintonia con la natura. Per noi, puntare alla sostenibilità è scontato, e ciò significa pensare e operare con lungimiranza, continuare a percorrere con coerenza la nostra strada maestra senza farci traviare dalle mode passeggere, e promuovere un’agricoltura sempre più ecologica. E’ così che vogliamo consolidare il nostro successo, oggi e negli anni a venire – prosegue Eduard Bernhart – Il Consorzio è sempre in prima fila quando si parla di sostenibilità ed anche questa volta ha voluto ulteriormente abbracciare azioni che tutelino il patrimonio vinicolo altoatesino, infatti si è fatto promotore del progetto Agenda 2030”. Per consegnare intatte alle prossime generazioni l’attuale produzione vitivinicola e le risorse naturali da cui dipende, il Consorzio Vini Alto Adige, in un’azione congiunta con il Centro di consulenza per la fruttiviticoltura, il Centro sperimentale agricolo di Laimburg, l’Accademia Europea di Bolzano, la Libera Università di Bolzano e Alfred Strigl, esperto di sostenibilità, ha elaborato un’Agenda che abbraccia un piano d’interventi per il futuro della produzione vitivinicola altoatesina. “L’Agenda – prosegue Eduard Bernhart – si articola in cinque livelli operativi che corrispondono ai cinque pilastri su cui poggia il settore vinicolo, ossia il suolo, i vigneti, il vino, il territorio e la società”. Due risorse essenziali per la viticoltura sono, ad esempio, il suolo fertile e l’acqua pulita. Se vogliamo operare in modo sostenibile, quindi, dobbiamo gestire queste due risorse in modo oculato. Per questo livello operativo, l’agenda prevede di passare a una concimazione esclusivamente organica, sostituire i materiali sintetici monouso con materiali biodegradabili, ma anche rilevare, documentare e ottimizzare il consumo delle risorse idriche. Nella gestione dei vigneti, sono previste nuove regole unificate per i trattamenti fitosanitari.

“In questo ambito – aggiunge Bernhart – gli interventi saranno molto incisivi: per esempio, già dal 2021 non si potranno più impiegare erbicidi sintetici”. Un’attenzione particolare sarà rivolta anche alla biodiversità nei vigneti, che nei prossimi anni promuoveremo con un apposito vademecum per i viticoltori, e con un premio da assegnare annualmente al vigneto più ecologico dell’Alto Adige. Con l’Agenda 2030, inoltre, balza in primo piano la lotta alle emissioni di anidride carbonica (Co2) prodotte dal settore vitivinicolo. “Faremo un rilevamento completo e accurato delle emissioni di Co2, per individuare misure efficaci con cui ridurre la nostra impronta sull’effetto serra”, aggiunge il direttore del Consorzio Vini Alto Adige. Si prevede anche di redigere un programma specifico di salvaguardia del clima, elaborando una strategia che aiuti le imprese del settore a prepararsi meglio alle sfide dei cambiamenti climatici. Il quarto livello operativo dell’Agenda 2030 è il territorio, e qui l’obiettivo è di conservare intatto il paesaggio rurale creato nei secoli dalla produzione vinicola in Alto Adige, e tutta la sua filiera produttiva. “Potenziare e promuovere questa filiera non è soltanto un imperativo ecologico, ma anche una scelta inderogabile per la sostenibilità del tessuto economico locale”. Infine, per far sì che l’Agenda 2030 del Consorzio Vini Alto Adige non resti sulla carta, occorre coinvolgere tutte le figure che ruotano attorno alla produzione vitivinicola, convincendole della validità degli obiettivi e delle misure proposte. “Non vogliamo imporre l’Agenda dall’alto – hanno affermato concordi i responsabili del settore – ma, al contrario, farla crescere dal basso con un’opera assidua di persuasione”. Un’opinione condivisa è infatti che “l’Agenda 2030 del Consorzio V ini Alto Adige non è scolpita nella roccia, ma dovrà adeguarsi cammin facendo alle mutate condizioni economiche, ecologiche e legislative”. Nel corso delle nostre visite abbiamo avuto la conferma, per quello che riguarda i vini a bacca bianca, della loro predisposizione alla longevità, per quello che riguarda i rossi, un grande ritorno ai vitigni autoctoni con Schiava e Lagrein in particolare e anche al conseguente S. Magdalena, ed anche qualche assaggio di vitigni internazionali che si sono acclimatati a queste latitudini. Abbiamo degustato in sequenza:

Arunda
Brut Rosè Metodo Classico

Nals Magreid 
Manteler Sauvignon 2020

Cantina Kaltern
Brut Nature Metodo classico, Vial Pinot Bianco Doc 2021, Quintessenz Vial Pinot Bianco Doc 2020, Kunst. Stück Pinot Grigio Doc 2019, Stern Sauvignon Doc 2021, Quintessenz Sauvignon Doc 2020, Project XXX Shades of Gris Souvignier Gris Kaltern 2020, Quintessenz Kalterersee Classico Superiore Doc 2021, Quintessenz Kalterersee Classico Superiore Doc 2016, Quintessenz Cabernet Sauvignon Riserva Doc 2019, Quintessenz Passito Doc 2017.

Azienda Vinicola Fliederhof
Gran Marie St Magdalener Classico Alto Adige Doc 2020; Gran Helen Lagrein Riserva Alto Adige Doc 2019

Rottensteiner
Select Lagrein Grieser Riserva Alto Adige Doc 2018; Gewürztraminer Passito Cresta Alto Adige Doc 2020

Peter Zemmer
Pinot Grigio Alto Adige Doc 2022; Pinot Grigio Riserva Giatl 2020, 2018, 2014; Chardonnay Alto Adige Doc 2022; Chardonnay Riserva Crivelli 2020, 2018, 2014; Pinot Noir Riserva Vigna Kofl 2019

Tenuta Hofstätter
Gewürztraminer Vigna Pirchschrait 2010; Gewürztraminer Vigna Kolbenhof 2012, 2020; Pinot Nero Riserva Mazon 2019; Pinot Nero Michei di Michei 2020; Pinot Nero Barthenau Vigna S. Urbano 2018, 2012; Pinot Nero Roccolo 2017.

Gump Hof
Praesulis Pinot Bianco Alto Adige Doc 2021, Praesulis Sauvignon Alto Adige Doc 2021

Cantina Bolzano
Stegher Chardonnay Riserva Alto Adige Doc 2018; Taber Lagrein Riserva Alto Adige Doc 2016; Rosis Moscato Rosa

Colterenzio:
Altkirch Chardonnay Alto Adige Doc 2022; Puiten Alto Adige Pinot Grigio Doc 2021; Berg Alto Adige Pinot Bianco Doc 2020; Lafóa Sauvignon Blanc Alto Adige Doc 2021; Lafóa Chardonnay Alto Adige Doc 2021; Lafóa Gewürztraminer Alto Adige Gewürztraminer Doc 2021; Gries Lagrein Riserva Alto Adige Doc 2020; Lafóa Pinot Nero Riserva Alto Adige Doc 2019; LR Alto Adige Bianco Riserva Doc 2019

Maso Unterganzner
Platt&Pignat Chardonnay Alto Adige Doc 2021; St Magdalener Klassisch Alto Adige Doc 2021 Magnum

Muri – Gries
Kretzer Lagrein Rosato Alto Adige Doc 2022; Moscato Rosa Abtei Muri Alto Adige Doc 2021