I produttori di vini di un angolo di Lombardia fortemente legato alle tradizioni francesi – tra uve utilizzate e taglio bordolese -, hanno scelto anche Milano per presentare le proprie etichette. Così, nei saloni dell’Hotel Radisson Collection Palazzo Touring Club, con “Vino en Primeur”, nel corso di un’intera giornata, nove cantine di un territorio davvero suggestivo che va dal Lago d’Iseo fino al confine della provincia di Lecco attraversando diverse valli, hanno fatto conoscere ancora meglio – in alcuni casi anche vini ancora da definire nel senso che dovrebbero essere in vendita fra qualche mese, ecco la scelta di en primeur, da parte degli organizzatori dell’evento – le diverse sfaccettature vitivinicole di un territorio che ricade nelle doc Valcalepio, Terra dei Colleoni, Moscato di Scanzo e igt Bergamasca. Ciascuna azienda ha presentato un vino in anteprima di taglio bordolese e, poi, altri tagli bordolesi di differenti annate, gli autoctoni della zona – tra cui il Moscato Rosso, la Franconia e la Merera – i bianchi, gli spumanti, i passiti.
Le nove cantine (Caminella, Cornasella, Castello di Grumello, La Collina, Iris, Pecis, Sereno Magri, Tosca, Valba) sono state anche protagoniste di due masterclass, a numero chiuso. E, cioè, “Il taglio bordolese bergamasco in versione Riserva” guidata da Luisito Perazzo e “I vini bianchi secondo il territorio bergamasco”, con il sommelier Mattia Asperti. Sicuramente una bella sorpresa per gli operatori del settore e la stampa milanesi, perchè i vini della Valcalepio, a quanto pare, avrebbero bisogno di una maggiore visibilità per essere meglio presenti nell’horeca ed anche nella grande distribuzione organizzata. Sono vini molto interessanti, spesso super premiati dalle guide dei vini e nei concorsi sia nazionali, sia internazionali e, si può senz’altro dire, anche abbastanza originali visto le uve utilizzate per la loro produzione: Pinot bianco, Pinot grigio, Chardonnay, Manzoni bianco, Moscato giallo per le uve a bacca bianca; Merlot, Cabernet sauvignon, Barbera, Incrocio Terzi n. 1, Franconia, Marzemino, Schiava lombarda, Schiava meranese, Moscato Rosso (unico a bacca nera di questa tipologia) nonché alcune varietà locali come Merera, Altulina e Gafforella. Però per il Valcalepio rosso l’uvaggio prevalente è Cabernet sauvignon in percentuale variabile dal 25 al 60% e Merlot per il resto. Nel calice si trova un vino rosso rubino più o meno carico con riflessi tendenti al granato; profumo intenso di fruttato; sapore asciutto, pieno, persistente ed armonico. Per il bianco l’uvaggio è Chardonnay e Pinot bianco dal 55 all’80% e Pinot grigio tra 20 e 45%. Il colore del vino è giallo paglierino intenso con profumo delicatamente fruttato mentre in bocca è secco e armonico.
Il legame con le uve francesi e il taglio bordolese probabilmente risale a metà del 1700, quando il principe Gonzaga del Carretto, proprietario del Castello di Grumello, di nascosto, portò delle viti dalla Francia (si trattava del Cabernet sauvignon) tant’è che il vino rosso che si produceva fu subito conosciuto con il nome Burdunì che gli attuali proprietari della bellissima azienda, Angelo e Daniel Gotti, continuano a produrre con l’uvaggio classico di Cabernet sauvignon (60%) e Merlot (40%). Che, poi, è più o meno lo stesso uvaggio dei 9 rossi che sono stati degustati nella masterclass guidata a Luisito Perazzo e introdotta da Stefano Lorenzi, direttore del Castello di Grumello.