di Marco Sciarrini
Raccontando la storia dei territori della Cantina Poggio della Dogana, e immaginando di doverlo abbinare ad un film, ci siamo sentiti catapultati, come nella pellicola del film di Benigni e Troisi “non ci resta che piangere”, nel 1500, e precisamente l’8 dicembre 1564,
così come riportato dal sito dell’Azienda, nel territorio “ultimo” del Granducato di Toscana in Romagna, dove fu celebrato un importante rituale liturgico con lo scopo di accompagnare e benedire la fondazione da parte di Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana (1519-1574), della città fortezza di Terra del Sole: sarebbe sorta in un luogo che per natura pareva ostile a un insediamento urbano, dove il fiume Montone creava frequenti alluvioni, e di difficile gestione amministrativa, in quanto all’epoca vigeva la legge del banditismo. La prima pietra fu posata da Antonio Giannotti, vescovo di Forlì. Ed è proprio a Terra del Sole, direttamente sul poggio nel quale si ergeva la dogana di passaggio di confine storico, territoriale e culturale tra Romagna Pontificia e Granducato di Toscana che è nata la Cantina Poggio della Dogana. Classica quindi l’ambientazione scenica del film che abbiamo citato ed il riferimento alla dogana porta alla gag dei due comici che al passaggio veniva chiesto loro un Fiorino. Questa rimembranza storica ci fa capire che si tratta di un territorio di confine dove gli uomini conducono un’esistenza dettata dai ritmi della natura, e dove i terreni formati da rocce sedimentarie formatesi nel periodo dal Miocene al Pleistocene inferiore, quando ancora era mare.
E’ in questo territorio che inizia l’avventura vinicola di tre amici e imprenditori: i fratelli Aldo e Paolo Rametta e Cristiano Vitali. I terreni di 20 ettari che si snodano tra il Comune di Castrocaro, nove ettari, e Brisighella, undici ettari, producono i vitigni tipici e autoctoni di questa parte di Romagna, Sangiovese di Romagna Doc e, dal 2020, Albana di Romagna Docg. Poggio della Dogana, si sviluppa su un territorio collinare ad un’altitudine tra 180 e 300 metri sul livello del mare. Il terreno è composto da argille brune e ocra, ricco di elementi quali il bromo, lo zolfo e il calcio, grazie alla sua vicinanza a Castrocaro Terme, rinomata località termale. L’area beneficia inoltre delle brezze provenienti dalla costa adriatica, che si trova a circa una trentina di chilometri di distanza in linea d’aria. Francesco Bordini, agronomo ed enologo dell’Azienda, conduce i vigneti attraverso la sostenibilità ambientale e una filosofia produttiva interamente biologica riconosciuta anche a livello europeo e certificata da Suolo e Salute. L’approccio produttivo è quello di dare un nuovo vestito a questa uva, conquistando i nuovi gusti del consumatore nel rispetto della tradizione e del territorio. Le etichette dei vini sono dei disegni di Silvio Gordini, artista noto agli inizi del ‘900 in Emilia Romagna, e trisavolo da parte di mamma di Aldo e Paolo Rametta.
La degustazione ha visto alternarsi la produzione del Sangiovese nelle espressioni di tre etichette dell’Azienda
I Quattro Bastioni Romagna Sangiovese Superiore Doc 2018
Sangiovese (cloni romagnoli) 100%. Su terreni posti a “le Volture” a Castrocaro Terme, con suoli di argille brune, allevamento a cordone speronato su piante di 15 anni. Le uve dei differenti cloni sono raccolte assieme e fermentate in uvaggio. La fermentazione e la successiva macerazione sulle bucce avvengono in tini di acciaio a temperatura controllata, Il contatto del vino con le bucce dura mediamente 18 giorni segue fermentazione malolattica ed un affinamento di 6 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Settemila bottiglie prodotte ogni anno. Colore rosso rubino scuro, al naso complesso con un ventaglio olfattivo che dal fruttato con frutta rossa matura e arancia sanguinella la prugna e le carrube, amarene, alla parte aromatica con ginepro alloro, rosmarino, e lontani sentori terrosi, al palato il tannino è ben rifinito bella freschezza su note fruttate e succose, lungo e persistente il finale.
Santa Reparata Romagna Sangiovese Castrocaro e Terra del Sole Doc 2017
Sangiovese (cloni romagnoli) 100%. Identica al precedente la provenienza delle uve e natura dei suoli. Vigneti di 15 anni di età allevati a cordone speronato a giropoggio. Le uve sangiovese dei differenti cloni sono raccolte assieme e fermentate in uvaggio. La fermentazione e la successiva macerazione sulle bucce avvengono in tini di acciaio a temperatura controllata. Il contatto del vino con le bucce dura mediamente 24 giorni, segue la fermentazione malo-lattica, l’affinamento è di 9 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Bottiglie prodotte settemila. Colore rosso rubino profondo, al naso complesso con in evidenza piccoli frutti rossi ciliegie mature e sentori floreali roteando il calice emergono anche sensazioni speziate e balsamiche, al palato una setosa trama tannica e morbidezza tornano le sensazioni fruttate olfattive lunga scia sapida per un finale lungo e persistente.
Poggiogirato Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Doc 2017
Identiche le caratteristiche identificative dei precedenti. Le uve Sangiovese dei differenti cloni sono raccolte assieme e fermentate in uvaggio. La fermentazione e la successiva macerazione sulle bucce avvengono in tini di acciaio a temperatura controllata. Il contatto del vino con le bucce dura mediamente 24 giorni; segue la fermentazione malo-lattica, affinamento 9 mesi in tonneaux, 6 mesi in acciaio e minimo 3 mesi in bottiglia. Tremila le bottiglie prodotte. Colore rosso rubino compatto ed impenetrabile, al naso grande complessità dalle note fruttate polpose e mature di ciliegia more e mirtillo, all’arancia, intensi i sentori balsamici di menta rosmarino, il ginepro e liquirizia, al palato trama tannica setosa che si accompagna ad una gradevole e fruttata freschezza, dove tornano anche le altre componenti olfattive che portano ad un gradevole finale.