di Marco Sciarrini
Quando nelle discussioni tra esperti si parla di Pinot Nero allevato fuori dalle zone più riconosciute come adatte a tale produzione, si vedono storcere le bocche, quasi come fosse una lesa maestà.
Questo non è accaduto a Franco Garzotti e a sua moglie Maria Grazia Lugo, veronesi di provenienza, quando hanno rilevato nel 2017 la Cantina Barbaterre, biocantina di Canossa, un’azienda tra le prime colline tra Reggio e Parma, a metà strada tra pianura Padana ed Appennini, nel cuore delle Terre Matildiche, che la contessa Matilde di Canossa governava tra XI e XII secolo, tra castelli, pievi e borghi d’altri tempi, circondata di boschi, in tutto 40 ettari di cui 10 a vite, 5 dei quali a Pinot Nero ed il resto a boschi e seminativi dove è facile vedere passare daini, cinghiali ed altri animali allo stato libero. In uno scenario così “nature” il fatto che le produzioni siano certificate biologiche è un dettaglio, infatti anche la proprietà precedente aveva il biologico nel cuore. Barbaterre, è “biologica per natura”, come dice Maria Grazia Lugo, ed inoltre aderisce alla Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, a garanzia della qualità dei propri prodotti nei confronti del consumatore.
I 10 ettari di vigneto si collocano tra i 330 e i 450 metri di altitudine, i primi vigneti risalgono al 2000, mentre l’ultimo è stato piantato nel 2006 in una zona soleggiata e ventilata ed esposti a sud. La presenza nel fondo valle di un laghetto ed un torrente favorisce l’escursione termica che produce l’acidità di cui il Pinot Nero ha necessità ed anche per lo sviluppo terpenico che sviluppa gli aromi dell’uva. La scelta di produrre Pinot Nero, per i precedenti proprietari veniva dall’amore che avevano per lo Champagne, la passione dei nuovi proprietari di produrre metodo classico è continuata, facendo diventare Barbaterre una enclave Borgognona in terra Emiliana. La ricerca è quella di produrre vini sartoriali che cambiano ogni anno in base alle stagioni e alla produzione, che siano fedeli al territorio, dando comunque ampio risalto al pinot nero, inusuale ma eccellente interprete di questo terroir. La conferma di un’azienda sostenibile si rileva anche da un impianto fotovoltaico che destina tutta l’energia prodotta alle necessità dell’azienda, alcuni pannelli solari assicurano la produzione di acqua calda e una caldaia a biomassa, alimentata grazie al cippato, trito di legno ridotto a scaglie e ricavabile dai boschi aziendali, o a pellet, garantisce il riscaldamento a pavimento dell’intera struttura. L’impianto di fitodepurazione dell’acqua permette lo smaltimento delle acque reflue. I cloni di Pinot Nero presenti presenti nelle vigne sono due: uno proveniente dalla Francia, l’altro frutto di una selezione massale italiana. La produzione totale dell’azienda è di circa 60 mila bottiglie.
La degustastazione ha visto proporre il Pinot Nero nelle due versioni bollicina e in una come vino fermo:
Blanc de Noirs brut Nature Millesimato Emilia Igt 2012
Pinot Nero 100%. Terreni di argilla e calcare, con venature gessose ed esposizione sud ad un’altitudine di circa 350 /400 metri sul livello del mare. Attenta selezione dei grappoli e una sosta di almeno 36 mesi sui lieviti. Colore dorato, profumi di frutta matura candita e note di panificazione, al palato cremoso con note balsamiche, sorso sapido, con freschezza e acidità verticale. Sboccatura marzo 2019.
Rosé Brut Nature Millesimato Emilia Igt 2012
Pinot nero 100%. Terreni di argilla e calcare, con venature gessose ed esposizione sud ad un’altitudine di circa 350 /400 metri sul livello del mare. La versione rosata del Pinot Nero di Barbaterre è affinata almeno 36 mesi sui lieviti e prodotto solo nelle migliori annate. Colore cipolla ramata, Naso frutti rossi, sensazioni erbacee e note agrumate di arancia candita, al palato corrispondenza olfattiva, croccante, bella l’acidità che trova più ampiezza che verticalità. Sboccatura marzo 2019.
Pèder, Pinot nero Emilia Igt 2018
Il significato del nome nel dialetto reggiano è “padre”. Pinot nero 100%. Terreni di argilla e calcare, con venature gessose ed esposizione sud ad un’altitudine di circa 350 /400 metri sul livello del mare. E’un Pinot Nero dalla forte impronta territoriale. Circa 12 mesi di passaggio in legno una parte in un tino di rovere da 35hl, l’altra parte in botte di rovere da 12 hl. Colore è un rubino luminoso, al naso fruttato di frutti a bacca rossa di sottobosco e spezie dolci, presente una nota iodata, al palato tornano le note fruttate olfattive, tannino presente ma ben integrato, scia salina che accompagna un lungo e persistente finale.