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La degustazione

“Il Nerello Mascalese senza l’invecchiamento è niente”: la degustazione di Murgo sulle potenzialità dei metodo classico

13 Giugno 2024
Michele Scammacca del Murgo Michele Scammacca del Murgo

“Il Nerello Mascalese senza l’invecchiamento è niente”. Così Michele Scammacca del Murgo in occasione della degustazione promossa da Benjamin Spencer nella storica tenuta San Michele di Santa Venerina sugli iconici spumanti etnei dell’azienda. Tre mini verticali delle diverse linee di produzione che hanno posto l’accento non solo sulla capacità di invecchiamento del Nerello Mascalese, e in generale sulla sua evoluzione in bottiglia, ma soprattutto sulle potenzialità degli spumanti metodo classico dopo la sboccatura. La letteratura della spumantistica etnea seppur non recente e poco narrata, si pensi allo “Champagne” del Barone Spitaleri sul finire dell’800, da vita a una nuova corrente proprio qui, quando nel 1987 il Nerello Mascalese, per la prima volta, viene pensato come vino atto a diventare spumante. Fu così che nel 1990 dopo tre anni di affinamento sui lieviti vede luce il Brut, il primo spumante metodo classico etneo da questo vitigno.

Proprio dal Brut, etichetta di ingresso, inizia il percorso di degustazione che evidenzia la linearità dello stile Murgo che gioca, su questa referenza, sulla piena espressione del vitigno vinificato in bianco con le sue nuance tipiche che spaziano dalla camomilla alla ginestra e note gusto olfattive più fresche e croccanti come nell’annata 2018 sboccatura 2021. A queste si aggiungono altre note di evoluzione che evidenziano ulteriori aspetti del carattere come tostatura e non da meno particolare nota fumé come nell’annata 2016 sboccatura 2018. Linearità, non meno importante, sulla beva caratterizzata da un grado zuccherino piuttosto basso. Rosa e melagrana caratterizzano al sorso il Brut Rosé 2019 sboccatura 2021, uno spumante agile e dotato ancora di buona freschezza che si muove fra note di frutta rossa e nocciola.

Seconda batteria dedicata agli Extra Brut Rosé, annate 2017 2015 2014 e 2013, relative sboccature dopo cinque anni di affinamento sui lieviti rispettivamente 2023, 2021, 2019 e 2018. Una palette di colori dal rosa più tenue a uno più cerasuolo si declina in quattro espressioni organolettiche piuttosto differenti, dalla mela cotogna della 2017, all’arancia sanguinella con leggerissime note fumé della 2015, per concludere con un carattere elegantemente ossidativo della 2014 e della 2013. Quest’ultima, in particolare, conserva particolare freschezza e vibrante salinità nonostante una tendenza leggermente più dolce al sorso iniziale. Un potenziale di invecchiamento certamente indiscutibile ma imprescindibile dalla valutazione dell’andamento delle diverse annate.

Riflessione valida anche per la terza batteria riguardante gli Extra Brut, annate 2016, 2014, 2013, 2011, relative sboccature maggiori di cinque anni di sosta sui lieviti rispettivamente 2023, 2022, 2023, 2020. È qui che ritorna nei calici la valutazione di Michele Scammacca sul Nerello Mascalese, quell’invecchiamento che da valore ed espressione al vitigno non da meno in ottica spumantistica. Ritornano le note di mela cotogna che incontrano quelle fumé e una leggerissima ossidazione della 2014 e della 2013, la tostatura e la morbidezza della 2016 precedentemente riscontrata nel Brut, ma qui con una personalità più performante. La 2011 di elegante profilo sintetizza un carattere cremoso e croccante e di grande lunghezza. Quattro espressioni legate da une beva gradevolmente secca data dal non dosaggio.

Infine, ma non meno importante, gli ultimi due assaggi sono stati dedicati alla punta di diamante della produzione, lo spumante metodo classico Barone Emanuele pas dosé rilasciato lo scorso anno per la prima volta, vendemmia 2011 sboccatura 2013 e in anteprima la vendemmia 2013 sboccatura 2014. Il 120 mesi sui lieviti è un primato, lo stesso primato di più di trent’anni fa. Un omaggio al Barone Emanuele appunto, padre di Michele, questo spumante di rara eleganza è al contempo omaggio alla longevità, e chissà, a un’ulteriore nuova corrente dedicata ai lunghi affinamenti o per dirla nelle parole di Michele Scammacca un “cammino culturale per rendere questo vino ancora migliore”.

Azienda agricola E. Scammacca del Murgo
Via Zafferana, 13 – Santa Venerina (CT)
T. 095 9505 20
info@murgo.it