“Sono state approvate le sottozone in Romagna, come ci sono in Borgogna e in Bordeaux” preannuncia Daniele Cernilli, giornalista e critico enoico aprendo la masterclass “Emilia Romagna – Terra D’ingresso” nella prima giornata del Vinitaly 2023. La Romagna è una terra di mezzo, al limite tra l’Appenino tosco-emiliano e quel versante che, pur protratto verso il nord, si addolcisce a mano mano verso docili pianure. Dunque il contrario di quanto ci si aspetti nell’immaginario enoico collettivo “perché la pianura del Po è a nord degli Appenini. Per cui più si va a sud più si va in zone più fredde che sono senza dubbio le più difficili da coltivare, ma dalle quali si ottiene una viticoltura di grande qualità”. Ma la Romagna è, soprattutto, una maschera dai mille volti dove non di solo Sangiovese si parla, o meglio non di una sola lingua si parla “perché il Sangiovese sa esprimersi in maniere notevolmente differenti da una zona all’altra della Romagna”. Predappio, allora è ben altra cosa rispetto al Sangiovese di Modigliana o a quello di Forlì. Così, in un percorso a più tappe, nella degustazione guidata da Cernilli, 7 Sangiovese di Romagna, che fanno capolinea in ognuna delle principali zone di vocazione della Regione, mostrandosi nelle loro singole peculiarità. Ecco i nostri assaggi:
“Classe 33” – Romagna Sangiovese Doc Serra 2021 – Tremonti
Serra. La zona più occidentale della Romagna. Con quelle terre rosse che danno vita a un Sangiovese di grande struttura. Screziature speziate in un frutto limpido e compatto. Al palato a vincere è la sua morbidezza. In perfetta coerenza con il suo territorio di origine.
“Nonno Rico” – Romagna Sangiovese Doc Riserva Oriolo 2017 – Podere Morini
Oriolo. La freschezza supera la trama tannica e quella acidità vale anche a stemperare la componete alcolica frutto di un’annata abbastanza calda.
“Buco del Prete di Castelluccio” – Romagna Sangiovese Doc Modigliana 2020 – Ronchi di Castelluccio
Terra di confine. Siamo a Modigliana. Qui, in una zona d’altura, la ciliegia si sostituisce alla frutta scura e al mirto. Il protagonista al palato è la dinamicità in una beva che diventa alpina, mentre un tannino che pur presente si fa gestibile e sa lasciare spazio a una buona componente di sapidità.
“Cadisopra” – Romagna Sangiovese Doc Riserva Marzeno 2018 – Ca’ di Sopra
Marzeno. Sotto Faenza. Un vino di potenza dalle note fenoliche nette e decise in un palato che si fa carnoso e godibile.
“Godenza” – Romagna Sangiovese Doc Predappio 2020 – Noelia Ricci
Predappio. “è Lamole in Chianti Classico”. E’ tutto un frutto nell’olfatto. Schietto e asciutto dove la godibilità gustativa sa mostrarsi in un ossuto equilibrio di avvolgenza glicerica e una discreta componente acido-sapido.
“Bron & Ruseval” – Romagna Sangiovese Riserva Bertinoro 2019 – Celli
Bertinoro. Note di torrefazione e di cacao anticipano un olfatto di impatto in una beva dal tannino perfettamente svolto, dove la parte alcolica per quanto rilevante viene gestita dalla matericità del vino.
“Quartosole” – Romagna Sangiovese Doc Riserva Mercato Saraceno 2019 – Tenuta Casari
Mercato Saraceno. Sono note mentolate, di anice e balsamiche che riempiono l’olfatto. Dalla grande acidità, il sorso si mostra tanto più luminoso quanto più dinamico.