(Enrica Cotarella, Riccardo Cotarella, Luciano Mallozzi)
di Marco Sciarrini, Roma
Si è tenuta a Roma all’Hotel Rome Cavalieri, ad inaugurazione dell’anno sociale 2018/2019, una verticale storica di 20 annate di Montiano di Falesco.
A condurre la verticale Riccardo Cotarella con la figlia Enrica e Luciano Mallozzi della Fondazione Sommellier. Le annate in degustazione sono state 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, edizione speciale Montiano Trentanni 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 2015. Prima di calarsi nell’emozione della storica verticale, Cotarella ripercorre i passi che hanno portato l’Azienda ed il Montiano a diventare l’eccellenza che è. L’azienda nasce nel 1979 con vini della tradizione dell’alto viterbese, ma la svolta da un punto di vista professionale avviene con il primo viaggio a Bordeaux nel 1988 dove è netta la differenza con cui i francesi si approcciano all’enologia scoprendo un nuovo mondo nel vino, non tanto nella qualità indiscussa della materia prima, quanto l’approccio con il cuore con la passione che va oltre ogni linearità professionale. I quattro giorni tra Pommerol e Saint Emilion sono stati, di certo belli per le cose viste, ma dolorosi psicologicamente nel vedere la differenza tra la realtà italiana e quella francese, tanto da chiedere qualche gemma da innestare nella mia zona.
Fatti gli innesti è successo un pandemonio nella zona di Montefiascone. Tutte le Istituzioni le rappresentanze sociali e addirittura anche il parroco si sono rivoltati a questo sacrilegio: innestare uva a bacca rossa in un ambiente dedicato da secoli a uva a bacca bianca. “Ma in cuor mio ero convinto – dice Riccardo Cotarella – visto anche il fatto che a un “tiro di scoppio” c'era il confine con Umbria e Toscana dove si producevano eccellenze di vini rossi. Sicuro dei miei convincimenti sono andato avanti. Questa situazione è stata un punto di orgoglio e non di rassegnazione. I primi anni è stata dura nel presentare ai clienti il Merlot di Montefiascone, ma pian piano è stata la nostra bandiera, la nostra storia”. La produzione del Montiano nasce nel 1993, ma è nel 1995 che esplode in particolare negli Stati Uniti dove viene premiato come uno dei migliori Merlot del mondo.
A questo punto si parte con la verticale iniziando dal vino più giovane.
Montiano 2015
E’ stato un anno con inverno piovoso ed estate secca. Si è dovuto gestire le estremità climatiche. Denso, compatto di tonalità rubino con sentori di lamponi, tabacco, balsamicità straordinaria, un tannino cioccolatoso con finale amaricante con un’ottima componente di acidità. Grande capacità ad invecchiare.
Montiano 2014
Non ha il grande spessore del 2015, l’annata è stata piovosa, ma il Merlot è un’uva che soffre di meno perché matura prima delle altre. Il colore è un rubino vivo, la fase fruttata è la più evidente con note di cacao, cioccolato succo di cassis tabacco, tannicità soffice ben calibrata, un’acidità veemente sembra un’annata più giovane rispetto al 2015. Finale salino.
Montiano 2013
Molto più vicino al 2015, si comincia a percepire la prima nota evolutiva. L’annata è sata un po' difficile in quanto l’ultima settimana è stata di un caldo torrido e in questo caso chi ne soffre di più è la buccia soprattutto nel rosso, e quando la buccia ha questi traumi il vino ne risente. Si percepisce da subito una nota calda, sentori di cardamomo frutti rossi ciliegie con note speziate, il tannino austero di grande fattura, note di cioccolato, buona freschezza e piacevole salinità, si nota una grande persistenza.
Montiano 2012
Annata fresca e vendemmia ritardata senza picchi di caldo. Uno degli anni migliori, grande eleganza, sentori balsamici decisi accenno di tostatura, amarena, confetture di lamponi, tannino deciso, denso fitto con buona acidità e buona persistenza.
Montiano 2011
Inverno con tanta neve quindi senza insetti e parassiti, la neve ha consentito la germogliazione di grosse foglie che hanno ritardato la maturazione, una grande annata. Colore rubino brillante, il Merlot andando verso l’invecchiamento si connota con note di menta, di eucaliptolo di freschezza. Una straordinaria acidità, il tannino è fine. Persistente al palato su note di frutta e spezie.
Montiano 2010
Prima annata con il cambio di guida dell’Azienda alle figlie di Riccardo e Renzo. Stagione perfetta in tutto il continente europeo, colore rubino intenso, al naso spettacolare, molte le sensazioni mentolate, tannini decisi ma precisi, dolci con finale di cioccolato e lasciano al palato piacevole salinità. Molto persistente nel finale.
Montiano 2009 TRENT'ANNI
Frutto di una vendemmia fatta su un'unica vigna posta più in alto delle altre, una bottiglia per festeggiare gli anni dell’Azienda, colore rubino granato intenso al naso sentori di ciliegie e bacche rosse, un accenno amarognolo, tannini ancora presenti buona salinità, in finale una pennellata amaricante.
Montiano 2009
Rubino denso sensazioni di rosa rossa e visciola matura, spezie dolci. In bocca risulta subito morbido e avvolgente, prosegue un buon equilibrio di tannini fitti e vivida freschezza.
Montiano 2008
Stagione ottima, tono leggermente granato, al naso toni mentolati, balsamici spezie note di sottobosco, agrumi rossi. Grande sapidità elegante piacevolezza dei tannini pettinati acidità ancora viva nonostante dieci anni di invecchiamento.
Montiano 2007
E’ stata la seconda annata più calda degli ultimi 20 anni ed è tutta nel bicchiere. Tonalità granata tendente all’aranciato, nota eterea del tamarindo, tannino tende a dare una graffiata al palato, con una persistenza molto lunga.
Montiano 2006
Un clima completamente equilibrato a differenza del 2007, al naso sensazioni fresche di ginepro grande speziatura, sentori di confetture frutta secca, amarene sotto spirito, evidente una intensa salinità e una buona acidità.
Montiano 2005
Grande annata, leggermente tardata la maturazione, colore rubino cupo con note granate, al naso tratti resinosi, spezie dolci con toni di affumicatura, frutta matura, ricco tannino mai amaro ammorbidito dall’età e intenso, sostenuta dall’acidità che gli dà spessore. Chiude con lunga persistenza.
Montiano 2004
Dopo il 2002 è l’annata più piovosa, al naso sentori di terra bagnata, profumi di sottobosco accenno a oliva nera, importante e ricca acidità causata dalla piovosità dell’annata.
Montiano 2003
Vendemmia precoce nei primi giorni di agosto, al naso note fruttate, speziatura, gomma lacca, sentori di legno, vaniglia, tannini temperati dal tempo, acidità non intensa
Montiano 2001
Annata straordinaria evoluzione perfetta paragonabile ad un grande bordolese. Colore granato olfattivo di eccellente complessità speziato balsamico con note di caffè, cannella, tamarindo. Sapore deciso grande salinità acidità ancora ben presente, tannino gradevole ricco e complesso piacevolmente vivo che non allappa. Ha ancora margini di miglioramento.
Montiano 2000
E’ un anno nel quale è suonato il primo campanello d’allarme del cambiamento climatico, vino di struttura, presenta delle asperità dovute a maggiore acidità, manca di complessità. Immediata freschezza ancora presente reattività.
Montiano 1999
Siamo di fronte ad un vino evoluto, sentori mentolati balsamici di cioccolato, caffè, si denota una nota fumé, ricca freschezza, in bocca un bel tannino con grande morbidezza mai amaro e piacevole. Ha ancora margine di longevità
Montiano 1998
Grande annata, colore granato con nota aranciata, grande balsamicità con sensazioni di rabarbaro, cardamomo, grandezza floreale di viola appassita. Tannini presenti e arrotondati dal tempo acidità reattiva. Eleganza di fondo con persistenza che dona piacevolezza.
Montiano 1997
Profilo aromatico intrigante notevole sentore di tabacco, liquirizia, viola, eucalipto, note smaltate, piacevole tannino immediata freschezza e piacevolezza. Finale con chiusura fruttata che non risente del tempo.
Montiano 1996
Vendemmia fresca, colore rubino con note granate, profilo olfattivo etereo con punto di menta incredibile, balsamicità mentolata, con note di tabacco, profumi in parte evoluti, acidità e tannicità non persistenti.
Alla fine della degustazione, condotta da Luciano Mallozzi, Riccardo Cotarella, si sofferma sulle sue 50 vendemmie da enologo, e nonostante la sua carica di Presidente degli enologi mondiali, ha l’umiltà di avvicinarsi ad ogni annata con un approccio diverso, vivendo come afferma lui di idee e non di ideologie, e se lo dice il “Signor Merlot” c’è da credergli.