di Francesca Landolina e Federico Latteri
C’è un Merlot che non ti aspetti prodotto a Salemi in provincia di Trapani.
Siamo in una delle province più vitate in Europa, dove accanto ai vitigni autoctoni, per lo più a bacca bianca, è riuscito a trovare un buon habitat anche l’internazionale Merlot. Si chiama Edo e a produrlo, su terreni di famiglia in contrada Torrettella, a circa 350 metri sul livello del mare, è Loreto D’Agostaro dell’azienda agricola Angela Accardi. I suoi inizi come produttore di vino sono molto recenti. “I terreni sono di proprietà di mia moglie – racconta D’Agostaro – Le uve prodotte venivano sempre conferite in una cantina sociale. Poi nel 2003 ho fatto impiantare 4 ettari di Merlot. Solo nel 2016 ho provato a vinificarlo per capire se valesse la pena produrlo. Cosa mi ha spinto? Vedere quell’uva così sana e bella finire insieme ad altre uve. Provavo quasi fastidio, mi sembrava una perdita e volevo darle una diversa opportunità”. L’origine di questo Merlot di cui si producono circa tremila bottiglie è semplicemente questa. Loreto salta la prima vendemmia, la 2017, per un problema di peronospera e la prima annata in commercio diventa la 2018. Completamente estraneo al mondo del vino, si imbatte per caso su un concorso vinicolo lanciato dall’associazione “Le città del vino” e manda qualche campione. Vince la medaglia d’oro nella categoria dei Merlot. Il vino è buono ma le dinamiche commerciali a cui lui è estraneo sono difficili da acquisire inizialmente.
“Abbiamo iniziato in un periodo non facile, la pandemia ci ha ostacolato non poco, ma insieme a mio figlio proviamo a far conoscere il vino. Fino a questo momento siamo riusciti a vendere quasi tutte le bottiglie, facendolo provare a ristoratori ed enotecari. Ci troviamo soprattutto a Palermo e provincia. Ma c’è tanto da fare ancora”. La proprietà di famiglia si estende in realtà per circa 18 ettari. Al primo impianto di Merlot se ne è aggiunto uno nuovo di ulteriori 4 ettari. Per il resto 4 sono destinati a Nero d’Avola e il resto a Grillo e Catarratto, varietà che ancora oggi fanno parte dell’uva conferita in una cantina. “Siamo molto piccoli ancora, ma se il mercato ci darà delle belle risposte potremo crescere, perché riteniamo di averne le potenzialità. Oggi vinifichiamo presso cantine Mothia. Una nostra cantina? Sarebbe un sogno, un progetto a lungo termine”, conclude D’Agostaro.
Torniamo dunque al vino, il Merlot Edo (Terre Siciliane Igp). Nasce da uve Merlot coltivate in biologico (certificato) in un vigneto impiantato nel 2003 in contrada Torrettella a Salemi, a circa 350 metri sul livello del mare. Qui il suolo è di natura argillosa-calcarenitica. Le viti sono allevate a controspalliera con potatura a guyot. La densità d’impianto è di 4 mila ceppi per ettaro con rese che si aggirano intorno ai 70 quintali per ettaro. Matura 12 mesi in botti di rovere francese a media tostatura e poi affina in bottiglia per almeno 6 mesi prima di essere immesso in commercio. Ne vengono prodotte in media 3 mila bottiglie l’anno (il prezzo, scaffale enoteca, varia tra 15 e 17 euro). Abbiamo assaggiato le due annate disponibili. La 2019 ha un colore rosso rubino carico, tendente al porpora sull’unghia. Naso intenso e pulito di piccoli frutti maturi come ribes, mirtillo e lampone, più un tocco di spezie dolci. Al palato è morbido, discretamente strutturato, dotato di tannini levigati e abbastanza lungo. Non manca la freschezza che giova al buon equilibrio complessivo. L’annata 2018 ha un colore pressappoco come quella del 2019. All’olfatto presenta maggior delicatezza ed eleganza con un timbro fruttato più netto e una maggiore freschezza dei profumi. Il sorso si caratterizza per il gusto intenso della frutta, medio corpo, tannini leggermente più pronunciati e discreta persistenza.