di Marco Sciarrini
Parlare della Cantina di Santadi è come dimostrare che il modello cooperativo possa essere perfettamente funzionante e funzionale anche in una regione del Centro-Sud come la Sardegna.
Una cantina che rappresenta la storia del Carignano del Sulcis e la storia della qualità del vino sardo, grazie anche all’opera del vulcanico Direttore Raffaele Cani e alla lungimiranza dello storico Presidente Antonello Pilloni. Nata negli anni Sessanta, è probabilmente la cantina sociale del Sulcis con un ruolo pionieristico per la valorizzazione del Carignano in termini di qualità e potenziale commerciale. E’ qui che Giacomo Tachis creò nel 1984 il Terre Brune, ambasciatore del vino sardo nel mondo. I soci sono circa 200, il patrimonio vitato è di circa 600 ettari. Una storia che nasce ormai sessanta anni fa, dallo slancio di un gruppo di produttori locali. Dicevamo del Terre Brune, che ha avuto il merito di trainare anche il resto della gamma che è cresciuto non solo in quantità, ma anche in qualità, ed anche in quelle tipologie più “marginali”, come nel caso di Festa Norìa, il vino liquoroso il cui significato è “Festa Grande”, le cui uve provengono da viti a piede franco situate sulla costa del basso Sulcis.
Si tratta di un vino liquoroso proveniente da vigneti allevati ad alberello a piede franco sulla costa nel basso Sulcis, su suolo prevalentemente sciolto e sabbioso. Le vigne sono esposte ad un clima ventoso, temperato d’inverno e secco d’estate, e la vicinanza del mare conferisce, insieme al terreno, caratteristiche uniche di mineralità, salinità e ricchezza aromatica. Da uve rosse autoctone. La raccolta manuale inizia a fine settembre e termina la prima-seconda decade di ottobre. Dopo un lungo periodo di appassimento al sole, avviene la vinificazione in rosso, partendo da una temperatura di circa 20°C, per arrivare ad un massimo di 28°C. Consumati circa i 2/3 degli zuccheri residui, il vino viene raffreddato per bloccare la fermentazione, e aggiunto di alcool vinico, ottenendo così un vino liquoroso con un residuo zuccherino importante ed un alcool finale di circa 16% Vol. Affinamento in piccole botti di rovere di terzo passaggio, per diversi anni. Colore ambrato con riflessi rosso granati, al naso intenso e complesso, balsamico con note di cannella, noce moscata, uva passa frutti secchi tostati ed essenze di macchia mediterranea come mirto e ginepro. Al palato è avvolgente, caldo, sorso pieno e persistente, la dolcezza è ben calibrata da una buona freschezza e marcata sapidità. Sorprendente il finale connotato da una lunghissima persistenza iodata salmastra e quasi marina. Un vino che genera grandi emozioni, da meditazione.
Cantina Santadi
Via Cagliari, 78 – Santadi
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T. 0781950127