di Francesca Landolina
La rassegna enogastronomica “Il gusto si racconta” è nata nel 2016 da un’idea di Cantine Nicosia, per celebrare l’alta cucina isolana, tra punti fermi e proposte emergenti, capaci di raccontare la bellezza siciliana e i suoi territori, tra una portata e l’altra, con il vino nel ruolo di voce narrante.
Per l’ultimo appuntamento, che ha chiuso il 2021, è stato chiamato lo chef messinese Giuseppe Geraci che insieme alla sua brigata e alla compagna sommelier Alessandra Quattrocchi ha proposto la sua idea di cucina, affiancando i suoi piatti ai vini premiati della cantina e in particolare agli spumanti dell’Etna, Sosta Tre Santi. Geraci è stato ospite nella cucina dello chef di casa Angelo Cinquerughe, che ha deliziato i commensali con un benventuto e con il dessert.
La cena è stata anticipata dall’accoglienza del produttore Graziano Nicosia che ha guidato gli ospiti lungo un viaggio in cantina, tra antiche botti e annate storiche, risalenti ai primi imbottigliamenti degli anni Cinquanta. Tra barrique, botti grandi e scaffali, che espongono vini dal forte legame affettivo, non è mancato il racconto di un Etna in movimento, cambiata tanto e in fretta, fino a diventare ciò che oggi rappresenta nel mondo del vino: un grande terroir, che per Nicosia è in grado di offrie non solo grandi vini ma anche grandi bollicine. La cantina, non a caso, è una delle prime realtà etnee a puntare sugli spumanti, che oggi si presentano con la collezione nominata Sosta Tre Santi, e che riscuotono successo tra i consumatori e tra gli addetti ai lavori. Basti citare il 5 Grappoli Bibenda Sosta tre Santi Etna Brut Rosato Metodo Classico, che nel corso della serata è stato presentato, in degustazione libera, insieme ad altri vini premiati (Tre Bicchieri Gambero Rosso Lenza di Munti 720 slm Etna Rosso, Quatto Viti Ais Vitae Monte Gorna Riserva Etna Rosso Vecchie Viti) e agli altri due metodo classico della collezione Spumanti, Etna Brut Bianco e uve Carricante e Nerello Mascalese.
Ma i vini in degustazione che hanno accompagnato i piatti narrativi degli chef, sono stati molti, dal Vulkà Etna Rosato 2020 a Tenute Nicosia Monte San Nicolò Etna Rosso 2018, passando da Tenute Nicosia Monte Gorna Etna Rosso Biologico 2018 per finire con Balanubi Malvasia liquoroso. Il benvenuto dell’osteria è stato affidato allo chef di casa, Angelo Cinquerughe, che ha proposto un appetitoso e profumato “incipit” con una panzanella rivisitata all’eoliana.
A seguire una sequenza di piatti di Geraci che nel corso della serata ha raccontato la sua vita da chef, divisa tra la passione per i fornelli e quella per le moto. “La mia è una cucina divertente – ha spiegato lo chef in sala – perché creo ciò che mi diverte, spesso traendo ispirazione dalle mie uscite in moto. Così, per esempio è nato il piatto Poisson fumé, alghe di mare, chips di legumi, porcino e infuso di aghi di pino, un po’ fusion, particolare nei suoi continui rimandi di terra e mare”.
A seguire un piatto “povero” con pochi elementi, le Alici, pomodoro e “pani caliatu”.
Poi il primo, il nostro piatto preferito, pappardella ripiena di coniglio condita con sugo alla cacciatora e fonduta di caciocavallo ragusano. Gioca con i sapori della tradizione, trovando una chiave nuova per la presentazione di un piatto succulento, appagante, in perfetto equilibrio.
Con il piatto successivo torna la leggera delicatezza dai profumi marini e agrumati: il baccalà mantecato, il cavolfiore e il limone.
A seguire il piatto omaggio dello chef all’Etna: il maialino con castagne, cioccolato e un rinfrescante sorbetto al fico d’India a pulire il palato.
A chiudere la cena è lo chef Cinquerughe con un delizioso cremoso al fico d’India. La narrazione è stata moderata dal giornalista Nino Aiello.