di Michele Pizzillo
Una trasferta doppiamente positiva quella promossa a Milano dal Consorzio di Tutela Vini Doc Cirò e Melissa, in collaborazione con Ais Lombardia che nella sua tradizionale location del The Westin Palace ha ospitato un banco di degustazione e un seminario sul “Gaglioppo, tra identità a longevità”.
L’espressione “doppiamente positiva” che abbiamo utilizzata è per sintetizzare la soddisfazione dei viticoltori calabresi che hanno partecipato alla trasferta e agli operatori e appassionati milanesi che hanno potuto approfondire la conoscenza di quello che è considerato uno dei vini più antichi fra quelli ancora prodotti e di un vitigno che si coltiva solo in Calabria, il Gaglioppo. Tant’è vero, che da sempre il vino Cirò è legato al Gaglioppo che, oltretutto è un vitigno che ha delle peculiarità davvero uniche come quelle di permettere di produrre vini unici, inimitabili e fortemente identitari, ha sottolineato Paolo Librandi, che in rappresentanza del Consorzio del Cirò, insieme a Hosam Eldin Abou Eleyoun presidente di Ais Lombardia e a Maria Rosaria Romano, già presidente di Ais Calabria, ha introdotto la masterclass che guidata dalla signora Romano, attraverso la degustazione di otto referenze di altrettante cantine, ha assicurato un viaggio sensoriale davvero unico anche per la possibilità di scoprire grandi vini rossi, complessi, strutturati, capaci di invecchiare acquisendo caratteristiche uniche e riconoscibili, come una tannicità sapientemente domata dagli enologi.
(Paolo Librandi)
Con l’appuntamento milanese il Consorzio di tutela del vino doc Cirò e Melissa, fondato nel 2003 (il conferimento della doc risale al 1969) ha dato inizio ad una sorta di festeggiamenti per ricordare il XX anniversario della sua fondazione, visto che lunedì 20 marzo è in programma un secondo appuntamento, questa volta a Roma, realizzato in collaborazione con Fis presso la sede centrale della Fondazione e sarà guidato da un docente di Fondazione Italiana Sommelier e da un rappresentante del Consorzio Cirò e Melissa. E, poi, ci sarà la presenza al Vinitaly e al “fuori salone”, con un grande evento, domenica 2 aprile, nel Teatro Stabile di Verona che vedrà i vini dei produttori del Consorzio abbinati ai sapori delle cucine regionali italiane. Focus dell’evento è scoprire i vini di questo territorio calabrese, i vitigni autoctoni da cui nascono e la loro grande abbinabilità.
(Maria Rosaria Romano)
Lo scopo è quello di muoversi con energia verso la promozione dei vini e del territorio della Doc, rafforzandone l’immagine e creando un’identità forte, riconoscibile e unitaria, visto che adesso fra noi operatori c’è una maggiore sintonia perché siamo amici da ragazzi, confida Paolo Librandi, e così possiamo confrontarci di più e meglio perché l’antico Krimisa – questo il nome del vino veniva dato in premio agli atleti vincitori delle olimpiadi come Milone, il super campione nato a Crotone. Senza trascurare l’obiettivo di ottenere la docg, dice Librandi, che potrebbe rappresentare una ulteriore occasione di valorizzazione del comprensorio del Cirò ed un incremento sia della produzione (attualmente oltre 4 milioni di bottiglie) sia dell’export che già supera il 35%. Oltre alla masterclass, a Milano c’è stata la possibilità di conoscere e apprezzare tutte le referenze di Cirò rosso (classico, classico superiore, riserva, superiore, superiore riserva), rosato e bianco e del Melissa, proposte da diverse cantine presenti al banco di degustazione allestito nei saloni del The Westin Palace Hotel.
(I vini degustati)
Questi, invece, gli otto vini presentati nella degustazione condotta dalla sommelier Maria Rosaria Romano, ex-Presidente Ais Calabria:
Cirò doc Rosso Classico Superiore Riserva 2019 – Vigneti Vumbaca
E’ una piccola azienda (13 ettari, di cui 6 vitati) portata avanti da un giovane avvocato che ha lasciato la toga per tornare alla campagna. Le uve gaglioppo sono selezionate in un vecchio vigneto (quasi mezzo secolo di età) di 2 ettari allevato ad alberello. La vinificazione avviene in acciaio termocondizionato dove viene affinato per 29 mesi, più altri 6 mesi in bottiglia. Così nel calice arriva un vino rosso intenso con profumi tipici delle uve gaglioppo che in bocca stupisce per struttura, freschezza e sapidità. Un vino perfetto con formaggi stagionati, salumi pregiati, primi piatti conditi con salse rosse di carne, secondi di carne come arrosti.
Di questa vendemmia sono stati prodotti 826 bottiglie.
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Duca Sanfelice 2019 – Librandi Wine
Librandi è un nome che entra di diritto fra le cantine che continuano a fare conoscere a livello planetario la migliore enologia calabrese. E il Duca Sanfelice è un vino che racconta la storia del suo territorio e il suo legame con la tradizione. Ottenuto da uve gaglioppo selezionate in un vecchio vigneto allevato ad alberello su un terreno argilloso-calcareo. La vinificazione avviene in acciaio mentre per l’affinamento, di 2 anni, viene utilizzato anche il cemento più una permanenza in bottiglia per diversi mesi. Pur facendo a meno del legno, questo ottimo Cirò riesce ad esprime una trama speziata e un’avvolgenza vellutata nonché ottime capacità di invecchiamento che superano i 10 anni. Il colore è rosso rubino scuro con riflessi granato. Profumo intenso e ricco di aromi speziati come la cannella. Gusto armonico e vellutato con sentori persistenti di tabacco e liquirizia e una lunga persistenza con finale prevalentemente fruttato.
Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva Più Vite 2013 – Sergio Arcuri
La famiglia Arcuri cominciò a coltivare la vite nel 1880 ma sarà Beppe Arcuri che nel 1973 crea una propria cantina e avvia l’imbottigliamento del Cirò come questa riserva con le uve che fermentano in vasche di cemento, dove poi proseguono l’affinamento per 4 anni a cui seguono 12 mesi in bottiglia. Nel bicchiere è un vino di colore rosso rubino scuro. Il profumo è prevalentemente di aromi di frutta rossa matura e sensazioni marine. Al palato è ricco, di corpo, strutturato, con un tannino ben amalgamato. Chiude con un finale persistente e un retrogusto sapido. E’ ottimo con risotti ben conditi, con piatti di carne, formaggi a lunga stagionatura e perfetto con l’agnello arrosto.
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva Tuccio – Salvatore Caparra
Tuccio è Don Tuccio Caparra, nonno di Salvatore Caparra, annoverato fra i primi cirotani a capire le potenzialità del vitigno gaglioppo e, così, iniziò ad imbottigliare conquistando il palato di molti appassionati di vino calabrese. Questa riserva nasce da un’accurata selezione di uve gaglioppo vendemmiate nella prima decade del mese di ottobre. Nel bicchiere il vino si presenta con un colore rosso rubino intenso con leggeri riflessi granati. Il profumo è ampio, fine, con aromi di fiori rossi appassiti, rosa e viola, segue l’aroma di frutti rossi maturi, ribes, mora e ciliegia; completano il quadro olfattivo delicate note di liquirizia. In bocca è secco, caldo e abbastanza morbido, i tannini sono maturi e vellutati, il vino è equilibrato ed armonico e chiude con una lunga persistenza.
Melissa Doc Caraconessa Rosso – Fezzigna Vignaioli dal 1957
Il nome è quella della contrada dove si trova l’Azienda “Caraconessa” (nome greco del cappello a punta come l’elmo degli antichi guerrieri greci) ed è prodotto con tutte le uve previste dal disciplinare della doc Melissa e, cioè, gaglioppo (75%) e greco nero ed altre varietà per il restante 25%. È un vino dal colore rosso rubino. Profumo fruttato di ciliegie, confettura di arancia rossa e melograno, erbe aromatiche, fiori rossi, menta dolce, pietra focaia e accenni di noce moscata e liquirizia. In bocca è corposo, con l’alcol in evidenza ma ben integrato con la struttura tannica, e un finale sapido e persistente che richiama sensazioni olfattive e note salmastre. Vino da servire con antipasti di carne e di verdure, primi piatti, secondi di carne, formaggi stagionati.
Cirò Rosso Classico Superiore 2019 – Cataldo Calabretta Viticoltore
Cataldo Calabretta è anche enologo, oltre che viticoltore che dopo la laurea conseguita a Milano, ha fatto esperienze in diverse cantine italiane prima di tornare in Calabria ad occuparsi dell’azienda di famiglia e produrre vini davvero interessanti come questo Cirò che ammalia già dal colore, rosso granato e poi dal bouquet che è un susseguirsi di note di ciliegia, marasca, liquirizia e viola. In bocca è un vino che mostra una struttura importante sostenuta da una trama tannica avvolgente e vibrante. Perfetto da bere con primi e secondi piatti a base di carne.
Cirò Doc Rosso Superiore Riserva Don Raffaele 2018 – Baroni Capoano
Il Barone Raffaele era un esperto di leggi che ha vissuto nel rispetto dei deboli così gli eredi lo hanno voluto ricordare con questo Cirò che nasce da uve gaglioppo selezionate in vecchissimi vigneti collinari presenti nell’area più vocata per la viticoltura. Le uve, raccolte matura nella seconda metà del mese di ottobre, subiscono una lunga macerazione con il vino fatto invecchiare in acciaio per 3 anni. Così nel bicchiere arriva un vino rosso granato con riflessi rubino cupo. Il bouquet è davvero complesso per i tanti profumi che esprime. In bocca, poi, è un crescendo di sensazioni dal corpo alla persistenza, dalla morbidezza avvolgente ai grandi sentori fruttati e delicate note speziate. E’ un vino indicato per primi piatti elaborati, selvaggina, formaggi tipici stagionati piccanti e piatti a base di tartufo.
Cirò Rosso Classico Salvogaro – Dell’Aquila Vini Cirò
Uve gaglioppo in purezza vinificate in serbatoi di acciaio termocondizionati per 15 giorni a contatto con le bucce. L’affinamento avviene in acciaio, per 12 mesi e poi sei di bottiglia prima della commercializzazione. Il colore è rosso rubino. Al naso si percepiscono note di nocciola, rosa canina, frutti di bosco rossi in confettura. In bocca è strutturato, buon corpo e tannini maturi che ne fanno vino di grande forza sapida e spinta acida e pronta beva. Ottimo vino per accompagnare pietanza calde, caciocavallo alla piastra, antipasti di salumi e formaggi pregiati, lardo, culatello e mortadella di maiale nero, paste al forno e paste ripiene, carne rossa e bianca grigliata e al forno con le patate, agnello, selvaggina.