di Francesca Landolina
Il pretesto era di quelli che non si potevano ignorare. E lo riassumiamo qui in poche righe.
Il Fiano 2021 Igt Terre Siciliane di Mandrarossa, linea top di Settesoli, ha vinto la medaglia di platino al Decanter Wine Awards, concorso prestigioso che non ha bisogno di presentazioni. Il Fiano di Mandrarossa ha ottenuto il riconoscimento più importante insieme ad altri otto vini italiani. Unico bianco tra i siciliani con un punteggio di 97 centesimi e per giunta premiato anche come miglior vino qualità prezzo. E calcolate che in gara c’erano oltre 18 mila vini provenienti da 54 Paesi. Fin qui la premessa. E cosa si inventa l’azienda per celebrare questo premio per un vino buonissimo? Una degustazione in cantina a Menfi affidata a Gabriele Gorelli, primo italiano a diventare Master of Wine, una comparazione che lascia spunti di riflessione e sorprende. Ad essere degustatati sono i vini Mandrarossa, Fiano incluso, assieme ad altri vini di altre aziende – tutti alla cieca e suddivisi per tipologie – da tutte le parti del mondo. A partecipare un piccolo gruppo di giornalisti e gli enologi Alberto Antonini e Domenico De Gregorio.
“Il nostro è un percorso teso alla ricerca di spunti di riflessione e idee. Procediamo con costanza, e modestia, verso migliori obiettivi di qualità e sostenibilità. Basti ricordare che abbiamo circa mille ettari di vigneto con uve biologiche”. È il presidente Giuseppe Bursi ad aprire la degustazione, definendo brevemente la strada percorsa e da percorrere, nel segno della continuità. Si punta l’accento sulla sostenibilità intesa in ogni sua espressione, dalla vigna alla cantina con la sala degustazione che Mandrarossa ha inaugurato proprio recentemente.
“I vini Mandrarossa non sono vini da enologo – ha affermato l’enologo Alberto Antonini – bensì la naturale espressione e conseguenza di ciò che terreni, suoli, clima danno. Quando si lavora bene c’è poco da fare in cantina, si dice “less is more”, ed è vero, a patto che si abbia l’esperienza anche per quel togliere. I vini non devono avere difetti e la qualità di base non deve mai mancare. Bisogna fare attenzione a certe giustificazioni perché i difetti sono difetti”.
E nel corso della degustazione al calice, i vini Mandrarossa, degustati alla cieca, non ne mostrano. A condurre il viaggio tra vini di vitigni autoctoni e non, di aziende e territori diversi è Gorelli, che parla di “tensione verso il futuro” come orientamento percepibile nei riguardi del brand Mandrarosa. Sorprende quel Fiano 2021, a ben ragione premiato. Al naso è pulito, fresco, con note floreali, fiori bianchi, aromi di macchia mediterranea, menta piperita, alloro, al sorso è vibrante, sapido, lungo e persistente. Bellissima la sua performance accanto ad altri due Fiano, Pietracalda 2021 Feudi di San Gregorio e Radici 2021 Mastroberardino.
Si prosegue con gli Chardonnay (Mandrarossa Chardonnay 2021, Los Vascos 2021, Koonunga Hill 2022 Penfolds), poi con i Grillo, tre diverse espressioni siciliane (Shamaris 2021 Cusumano, Passiperduti 2021 Donnafugata, Bertolino Soprano 2019 Mandrarossa). Infine, i Nero d’Avola, tra i quali i tre Mandrarossa (Nero Avola 2021, Terre del Sommacco 2018 e Carthago 2019) che declinano il vitigno in tre diverse espressioni, passando da una beva piacevole e fruttata, ad un bere più accattivante e complesso. Tre Nero d’Avola che si accostano ad altri Nero d’Avola capaci di raccontare il vitigno principe della Sicilia, come Lu Patri 2019 della cantina Baglio del Cristo di Campobello, Sagana 2019 di Cusumano ed infine Santa Cecilia 2018 Planeta.
Il confronto alla cieca, proposto dalla cantina che ama mettersi in gioco, è la degustazione che non ti aspetti. Quella in cui davanti ad un pubblico di addetti al settore può capitare di tutto. Può capitare che il “tuo” vino non convinca. E invece…