di Marcella Ruggeri
Uno dei momenti più attesi della manifestazione di Contrade dell’Etna per i giornalisti di settore, produttori e “winelover” è stato quello dedicato ai vini rossi, con le masterclass suddivise per annate: 2019 e 2017.
La 2019 sul versante Nord dell’Etna è stata un’annata più equilibrata rispetto alle due precedenti, mentre la 2017 è stata molta calda e siccitosa. Con quest’ultima opzione, i vini che ne sono derivati in condizioni “estreme” riservano alla lunga sorprese. La 2020 altrettanto buona in similitudine con la precedente. I vini etnei contengono l’80% di Nerello Mascalese, 10% Nerello Cappuccio e/o il resto Alicante anche detto “Garnacha”. Le esperienze sensoriali peregrinano su una doppia fase: freschezza e poi tannini, agili e più o meno verticali, in base all’annata e al produttore.
(ph Leone Sisilab)
Per la degustazione de “I Rossi 2019”, ad aprire la carrellata di 13 vini è stato il Maria Elena rosso 2019 – Licciardello Vigneti e Cantina. Si tratta di un Nerello Mascalese in purezza, non è molto intenso, tende al rosso granato che esprime maturità, fine ed elegante. Qui la tannicità si sente ma non è come il Nebbiolo: il tannino c’è ma non raggiunge quell’intensità. Si mostra snello, con un corpo un po’ più esile: facile ma non banale. Per l’Etna Rosso Petralava 2019 di Antichi Vinai 1877 è espressione di una coltivazione a 600 metri sul livello del mare e di tutto quello che c’è nel versante. Al colore rosso rubino che vira al granato mentre affina in bottiglia. All’olfatto intenso, con ritorno di fiori, frutti rossi e vaniglia. Si riscontra un frutto più maturo, con una componente tannica più importante. Per il terzo vino in degustazione l’Etna Rosso “Fermata 125” 2019 – Baglio di Pianetto viene prodotto nella contrada Passopisciaro. Fa 12 mesi di botte grande, frutto rosso, sorso più dritto, dinamico e disteso, freschezza, tannino ben estratto. Per il quarto vino, Etna Rosso “Sul Vulcano 2019” – Donnafugata, abbiamo un Nerello Mascalese in purezza. Fa 14 mesi di barrique usate che rilasciano un apporto di legno interessante. Si sale in freschezza e tannini e termina con belle lunghezza e sapidità. Col quinto siamo a Etna Rosso “Villa dei Baroni” 2019 – Carranco che nasce nell’omonima contrada nella parte bassa di Castiglione di Sicilia ed è un Nerello Mascalese in purezza. Matura in botte grande di rovere di Slavonia (quercia bianca di origine croata orientale). Si presenta più granato. In bocca una scia sapida molto lunga. Con Etna Rosso Contrada Dafara Galluzzo 2019- Benanti ci troviamo a 700 metri di altezza in contrada Rovittello. Oltre 12 mesi in tonneaux. Elegante, per lo più stile Benanti con sobrietà della cantina, fresco al punto giusto dall’inizio alla fine, coniuga profumi incisivi con bevibilità.
(Federico Latteri durante la masterclass – ph Leone Sisilab)
Arriviamo a Etna Badalarc’ 2019- Spuches un Nerello in purezza creato a contrada Rampante. Risalta al naso componente balsamica–affumicata e cenere. Freschezza scandita qui di più che in altri versanti dell’Etna. Presenza tannica elevata ma astringente. Con Etna Rosso “Contrada Piano dei Daini” – Azienda Agricola Sofia siamo all’ottavo vino 2019 che si ottiene un po’ più a est di contrada Solicchiata a 700 metri sul mare ed è un Nerello in purezza che deriva da lieviti indigeni per lo più in anfore in cemento. Note floreali all’olfatto e bacche rosse al gusto. Etna Rosso Rumex 2019 – Monteleone ha un profilo e fascino gusto-olfattivo particolare e non è facilmente leggibile. Chiaro-scuro sia al naso che al palato: oltre ai frutti rossi, speziatura, anche scorza d’arancia e tanta mineralità; molto complesso, fresco e sapido. Dopo aver consumato una bottiglia, ancora non si capisce ma vuoi continuare a bere. Le viti ad alberello hanno superato un secolo di storia, mescolandosi sempre al suolo vulcanico. Il vino fermenta in piccoli tini aperti e matura per 12 mesi in tonneaux di rovere francese da 500 e 700 litri. Poi è la volta di Contrada G 2019 – Passopisciaro – Vini Franchetti che conquista in raffinatezza grazie ad una coltivazione ad alberello a 800-100 metri di altitudine sul mare. Gusto intenso di ciliegia, forza, acidità sferzante, non è robusto, finali sapidi e fruttati. Munjebel Rosso CR 2019 – Frank Cornelissen è l’undicesimo in degustazione ed un è Nerello Mascalese in purezza che proviene dalla vigna Campo Re, in parte a piede franco, localizzata nella parte ovest della vallata, affacciandosi a Randazzo. Affina in vasche di vetroresina, così concentra freschezza, struttura ed anche persistenza. Fruttato, note pepate, gradevolezza nel tannino, limpidezza e plasticità nel sorso. Etna Rosso Rosso di Mezzo 2019 – Federico Graziani è composto da Nerello Mascalese e Cappuccio, ma anche piccole percentuali di Alicante e Francisi. Fermenta in modo naturale in tini aperti ed affina 24 mesi in acciaio. Colore rosso rubino scuro, vigoroso al profumo che è un blend di more e ribes, erbe, aromi come le foglie di cappero e le spezie e mineralità. Tannino arrotondato. Le Cucchie Oro 2019 – Podere dell’Etna Segreta appare una specialità perché viene ricavato da varietà bizzarre nel comprensorio dell’Etna: Barbera 35%, Petit Verdot 35% e Grignolino, oltre al Nerello ovviamente, a Biancavilla. Sa di confettura all’olfatto ed è pastoso.
(ph Leone Sisilab)
Per la masterclass de “I Rossi 2017” versante nord del vulcano, l’esperienza fatta va anticipata dalla premessa che la siccità di quell’annata è stata tale da imprimere in alcuni vini giovani aromi cenerini o vegetali. Siamo partiti con Etna Rosso 2017 – “Tenute Orestiadi – La Gelsomina” che ha toni scuri, componente fruttata rilevante e matura, tannico: il vigneto ha tenuto bene. Etna Rosso “Luce di Lava 2017” – Cantine Russo ha 20% di Cappuccio, un anno in barrique, poi in acciaio. Si produce a 600-850 metri sul mare. Frutta sotto spirito, tannino smussato, arrivato ad una sua evoluzione. Etna Rosso “Josè Maria 2017” – Vita Nova si crea ad una altitudine come Feudo di Mezzo, ma con un percorso evolutivo più avanti. Humus, terra bagnata, frutti rossi, sufficientemente tannico e sufficientemente persistente. Etna Rosso “Arcuria 2017” – Calcagno non ha una finezza evidente, ha più alcol con la sapidità finale e speziatura. “Sicilia Nerello Mascalese Alberelli di Giodo 2017” è un Nerello Mascalese in purezza. Più freschezza, tannino giusto. L’annata viene attenuata dall’altitudine di 950 metri sul livello del mare. Non rientra nella Doc. Pienezza nel frutto. Una vera sorpresa dei 2017. Adesso abbiamo tre vini diversi nella stessa contrada. Etna Rosso “Contrada Rampante 2017 – Tenuta Tascante” – Tasca d’Almerita. Prodotto a 250 metri sopra al mare. Maturazione in botte grande. I vigneti più giovani trasmettono un po’ più di struttura, nota che sa di cenere, affumicato e qualche risvolto fruttato.
(I vini degustati – ph Leone Sisilab)
Etna Rosso “Contrada Rampante 2017 – Pietradolce” rappresenta la varietà che si coltiva a 750 metri. Sapore molto nitido, esuberante, avvolgente. Etna Rosso “Feudo di Mezzo 2017” – Cottanera fa 14-16 mesi in rovere francese (tutti legni grandi) a 670 metri. Più ricchezza di frutto, grande equilibrio, sorso piacevole, caldo, sapido, tannicità spianata. Etna Rosso “De Aetna 2017” – Terra Costantino. Qui siamo sul versante sud-est. La geomorfologia dei suoli estremamente giovani è fatta da conetti vulcanici spinti. E’ una caratteristica mediterranea. “De Aetna” si genera a 450 metri sul mare con clima un po’ più caldo ma non sempre. Fruttato, erbaceo, equilibrato. Etna Rosso “Barrus 2017” – Etna Barrus nasce a 700 metri, fa una maturazione in barrique e tonneaux. E’ un vino più avanti rispetto agli altri. Vendemmiato con frutto maturo. Già partito con grande carattere. Etna Rosso “Akraton 2016” – Giovi, prodotto a Feudo di Mezzo e Passo di Sciara, è un’annata perfetta per il ciclo vegetativo. Equilibrato, freschezza definita, altissima acidità e tannino. Kyathos Rosso “Anfora 2015” – Antichi Vini di Sicilia – La Vite si estrae da vitigni Nerello Mascalese e Nerello Mantellato. La singolarità sta nel metodo di macerazione veloce (poco meno di 3 settimane) e di affinamento in anfore di terracotta. Sentori di fruttato e speziato danno amabilità al gusto.