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La degustazione

I vini dell’Alto Adige che non ti aspetti: una degustazione a Milano. I nostri migliori assaggi

17 Maggio 2016
Werner_Waldboth Werner_Waldboth


(Werner Waldboth)

di Michele Pizzillo

Per i bianchi Altoatesini, Milano è il mercato più importante. E, quindi, da coccolare con eventi utili a ricordare che i piccoli agricoltori dell’Alto Adige producono grandi vini. 

Cinquanta di questi grandi vini, e non solo bianchi, selezionati dal Consorzio Vini Alto Adige, sono stati proposti in degustazione nel capoluogo lombardo, nei saloni dell’elegante The Westin Palace Hotel in un banco d’assaggio denominato “Alto Adige: storie di piccoli produttori e di grandi vini”, organizzato in collaborazione con la delegazione Ais di Milano. Una degustazione “che ha permesso di far conoscere il lavoro di tanti piccoli produttori che si celano dietro le 50 etichette offerte a enotecari, ristoratori e appassionati – dice Werner Waldboth, direttore del Consorzio Vini Alto Adige -. Perché i soci delle cantine, i piccoli vignaioli e le famiglie che hanno dato vita all’eccellenza della viticoltura altoatesina sono i veri grandi protagonisti di questo banco di assaggio”. Si tratta di 150 aziende che producono circa 40 milioni di bottiglie vendute per il 76% in Italia e il restante 24% tra Germania, Stati Uniti, Svizzera, Austria e Giappone”. Una produzione dove prevale il bianco da Gewurztraminer, Pinot bianco e Sauvignon e piccole produzioni di Mullet Thurgau, Moscato giallo e Riesling. Mentre Schiava, Lagrein e Pinot nero rappresentano il15% della produzione enologica dell’Alto Adige.


(Hosam Eldin Abou Eleyoun)

 “Se clima, composizione e posizione dei terreni, nonché i vitigni rappresentano un connubio fondamentale per ottenere vini di grande personalità e carattere, non da meno risulta decisivo il ruolo di chi riesce ad interpretare nel modo migliore tutte queste caratteristiche che la natura offre in modo così unico in Alto Adige – aggiunge Waldboth -. Da qui la scelta, quest’anno, di raccontare i vini con una prospettiva differente rispetto all’anno corso. Le storie che si celano dietro le aziende e i vini si fondono con antiche tradizioni del nostro territorio. Accostarsi ai vini dell’Alto Adige fondendo ciò che c’è dentro il bicchiere con ciò che vi sta fuori, e senza il quale non potremmo godere di questa incredibile varietà che contraddistingue il vigneto delle nostre meravigliose terre pensiamo possa donare a tutti una chiave di lettura dei nostri vini la più esaustiva e autentica possibile”. E, aggiunge l’elegante delegato Ais di Milano, Hosam Eldin Abou Eleyoun “abbiamo accolto con entusiasmo l’invito del Consorzio ad organizzare insieme una degustazione che potesse contribuire ad allargare l’interesse per la produzione enologica di un territorio che effettivamente in Lombardia è molto apprezzato”.

La scelta delle 50 etichette in degustazione nelle sale dell’hotel Westin Palace di Milano, che rappresentavano tutto il panorama enologico della regione, ha dimostrato come questo territorio riesce ad unire varietà autoctone così come internazionali, interpretate con stili e tipologie che riescono a valorizzarli al meglio. Dai Metodo Classico al passito, dai grandi vini bianchi alle più classiche interpretazioni rosse, tanto che il banco di degustazione ha rappresentato un lungo excursus tra i mille volti dei vignaioli altoatesini e delle loro produzioni.

Dalla nostra personale degustazione abbiamo estrapolato una decina di vini che proviamo a descrivere con poche parole.

Terlano Pinot bianco riserva Vorberg 2013, Cantina di Terlano: è un vino ottenuto da una delle varietà storiche della doc Terlano, che affascina per la sua mineralità che oltretutto sottolinea il potenziale del Pinot bianco in queste terre.
 
Chardonnay Lowengang 2013, Tenuta Alois Lageder: Lowengang è il nome della tenuta della famiglia Lageder e lo Chardonnay ha segnato addirittura la storia dell’azienda, perché si è evoluto con lei, pur mantenendo allo stesso tempo un suo stile molto caratterizzante.
 
Valle Isarco Gruner Veltliner Praepositus 2013, Abbazia di Novacella: dall’agrumato allo speziato al fruttato sono le caratteristiche di questo vino di grande struttura e, quindi, nelle condizioni ottimali di poter essere consumato ancora fra qualche anno.
 
Kerner Palladium 2015, K. Martini & Sohn: un bianco aromatico ben caratterizzato che con il suo profumo delicato, secco e dai leggeri toni di noce moscata e spezie che si alternano ad erbe e fiori freschi ne fanno un vino da tutto pasto.
 
Sauvignon 2015, Josef Brigl: un vino perfetto, anche per l’ottimo rapporto qualità-prezzo, delicatamente aromatico ma sapore fresco e deciso con delicati aromi di peperone fresco che si alternano a quelli di erbe e di pompelmo.
 
Sauvignon Esclusiv 2013, Plonerhof: un elegante e raffinato vino che affascina anche per i suoi profumi che qualcuno ha definito meridionali visto la prevalenza dell’agrumato tra pompelmo, buccia di limone e mandarino.
 
Gewurztraminer Kastelaz 2014, Elena Walch: questa è la sicurezza, perché la Signora del bianco altoatesino è una garanzia di qualità e di perfezione. Anzi, questo è un prodotto unico per il suo straordinario bouquet pieno ed avvolgente dalle infinite sfaccettature aromatiche tra fiori, frutta,  spezie e miele.
 
Pinot nero Krafuss 2012, Tenuta Alois Lageder: di grande struttura, morbido e con delicati profumi di frutti rossi maturi nonché la presenza di tannini dolci. Senz’altro un vino da lungo invecchiamento.
 
Lagrein riserva Tor di Lupo 2013, Cantina Andriano: un robusto rosso con un’acidità molto equilibrata e capacità di invecchiamento abbastanza lungo.
 
Lagrein riserva Abtei Muri 2012, Tenuta-cantina Convento Muri-Gries: in questo rosso rubino intenso si trovano tutti i sentori che generalmente caratterizzano le produzioni di quest’are viticola: frutti rossi maturi, note speziate ma anche di tabacco e cuoio nonché morbidezza e una lunga persistenza in bocca.