di Dalila Salonia
Una degustazione insolita per testare l’ultima frontiera dell’affinamento del vino: quello subacqueo.
Come evolve il vino nelle profondità del mare rispetto al tradizionale invecchiamento in cantina? Si è cercato di rispondere a questa domanda al grand hotel Faraglioni di Acitrezza in provincia di Catania nel corso di una speciale degustazione a confronto. A presentare i vini degli abissi, i cosiddetti “underwater wines”, Camillo Privitera (Ais Sicilia) insieme all’imprenditore Emanuele Kottakhs: fondatore di Jamin, start up tecnologica che ha sviluppato un metodo scientifico per il cantinamento in mare. “Per arrivare a far maturare i vini in mare abbiamo approntato diversi brevetti: la capsula, le gabbie di trattenimento e poi monitoraggi continui che ci consentono di poter determinare profondità, temperatura e collocazione ideale per ogni singolo vino”, spiega Emanuele Kottakhs. La tecnica di custodire il vino in mare era già nota nell’antichità e usata dai greci, ma torna alla ribalta grazie alle nuove possibilità di oggi per caratterizzare i vini del futuro.
Dalle viscere del vulcano alle profondità del mare: la degustazione comparata ha evidenziato le differenze tra campioni di vino affinati tradizionalmente e gli stessi campioni sottoposti invece alla sperimentazione che li ha visti maturare tra i flutti del mare per 180 giorni a una profondità di 52 metri. A confronto l’Etna rosato e l’Etna rosso Doc della cantina Primaterra pioniera nella produzione vinicola etnea sottomarina. “L’assenza di luce e le temperature costanti, peraltro ottenute in modo ecosostenibile senza dispendio di altre energie, favoriscono un risultato finale abbastanza diverso dal classico cantinamento: messi a confronto, a parità di annata e tipologia, i vini affinati in mare restituiscono assaggi dotati di maggiore freschezza e finezza”, dichiara il produttore Camillo Privitera. Ecco i nostri assaggi.
Primarosae Etna Rosato Doc 2020 – cantina Primaterra
Campione affinato in mare: colore limpido e luminoso, naso che si esprime inizialmente con timidezza (bisogna concedergli il tempo d’apertura dopo sei mesi in mare), ma che si afferma poi con decisione attraverso un’esaltazione delle note marine e iodate che anticipano il sorso prettamente minerale ed elegante del Mascalese.
Campione affinato in cantina: colore intenso e naso deciso con profumi netti marcatamente vulcanici, ma la componente minerale rimane maggiormente sottotraccia rispetto al rosato affinato in mare che risulta più armonico e bilanciato.
Etna Rosso Doc 2016 – cantina Primaterra
Campione affinato in mare: colore rubino e naso dal bouquet ampio con sentori di muschio, sottobosco, cenere vulcanica che si alternano a sfumature di frutti rossi e spezie. Tannini decisi, freschezza e un’acidità che nonostante l’annata promette ancora un lunghissimo potenziale d’invecchiamento.
Campione affinato in cantina: alla vista colore più impenetrabile e dalle sfumature più calde che anticipano e si rintracciano anche al naso. La struttura matura del vino è bilanciata su un sorso sapido e rotondo.