(Sissi Baratella, Luca Gardini, Valter Fissore e Nadia Cogno)
di Michele Pizzillo, Milano
Cogno? Quello del Barolo, è la risposta, decisa, dell’appassionato di vino. E, che Barolo, prosegue, per sottolineare che quando si parla di Elio Cogno, non si può fare a meno di dire che era uno dei patriarca del grande rosso piemontese.
Il vignaiolo Elvio Cogno, infatti, fondò l’azienda di Novello dopo un impegno di ristorazione a La Morra e decenni di lavoro in vigna orientato alla valorizzazione del grande potenziale dei vini delle Langhe. Iniziò, Elvio – deceduto l’anno scorso – collaborando con l'azienda Marcarini, che gestiva vigneti in Brunate, nel comune di La Morra. Imbottigliò il prima Barolo in una annata davvero grande, quella del 1961. E già nel 1964, in largo anticipo sui tempi, Cogno decise di portare in etichetta il nome delle vigne, cominciando proprio da Brunate. Così l'azienda Cogno-Marcarini, in poco tempo, divenne una delle principali realtà della zona. A 60 anni di età, poi, Cogno, scelse di ricominciare da zero, acquistando nel 1990 la Cascina Nuova in località Ravera, un grande casolare proprio sotto il paese di Novello. La prima vendemmia fu quella del 1991, commercializzata quattro anni più tardi con il nome di Barolo Ravera, il primo a portare in etichetta una menzione geografica che sarà regolamentata solo molti anni più tardi.
(Nadia Cogno)
Questo grande Barolo, vendemmia 2013, i palati stratosferici messi insieme dal mago Luca Gardini per selezionare i 50 migliori vini d’Italia (Biwa, Best italian wine awards), lo hanno collocato al quarto posto, primo dei 13 piemontesi (di cui 10 Barolo) che hanno battuto la Toscana (e il suo Brunello) con il risultato di 13 a 10 referenze. Dopo qualche settimana da questo risultato, il guru della degustazione, insieme alla figlia di Cogno, Nadia e al marito Valter Fissore, decidono di fare degustare ad un gruppo di esperti ed appassionati, sempre a Milano, sei vini prodotti dall’azienda di Novello. Ma il pirotecnico degustatore campione del mondo ogni volta che lo incontriamo offre una letture diversa e comunque sempre appassionante dei vini che propone in degustazione, così in questo appuntamento riserva un paio di belle sorprese prima di arrivare al Barolo. E, cioè, due annate di Nascetta del Comune di Novello, un vitigno in via di estinzione che Elvio salva dall’oblio un paio di decenni addietro, dando un grosso impulso all’economia langarola che, così, potè dedicarsi anche alla produzione di vini bianchi.
(Barolo Ravera)
Qual è la caratteristica di Nascetta? Quella di saper invecchiare, di essere uno dei grandi bianchi italiani, insomma “è una bomba” dice Gardini degustando il Nascetta 2010, con il suo spettro olfattivo inimitabile. E, poi, il barolista Cogno, con la rivalutazione del Nascetta (produsse solo 1000 bottiglie nel 1994, adesso è a quota 16.000), interrompe il colore rosso che offrono i suoi grandi vini come Barolo, Barbaresco, Barbera, Dolcetto. E, tra una appassionato racconto e le sue simpatiche battute che fanno capire il vino meglio di una elencazione di termini tecnici, troviamo il tempo di ascoltare l’appassionato racconto dell’azienda Cogno che ne fa Denise Quadrumolo, con alle spalle corsi da sommelier all’estero e una conoscenza del vino veramente straordinaria e, quindi, una collaboratrice veramente preziosa dei coniugi Fissore, che forse invidiano gli altri produttori delle Langhe. Con il guru Gardini e il grazioso svolazzare della sua collaboratrice Sissi Baratella, la competenza e la passione di Denise, l’impegno della coppia Valter-Nadia che continuano sulla strada tracciata dal Patriarca Elvio, la degustazione dei sei vini arrivati dalle Langhe è stata una bellissima esperienza per chi vi ha potuto partecipare.
(I vini in degustazione)
Questa la degustazione guidata da Luca Gardini
Anas-Cettà Langhe Doc Nascetta del Comune di Novello 2016
Anas-cettà è il nome dialettale del vitigno che produce uva da cui Valter e Nadia ottengono questo vino bianco unico, per il suo spettro olfattivo di grande intensità tra note di frutta esotica e quelli di erbe aromatiche. Un vino di grande armonia che, per la verità, è ancora un bambino, a conferma che i vini ottenuti dalle uve Nascetta possono invecchiare molti anni. Come questo millesimato, che lo chef di Vun, il ristorante dell’elegante Park Hyatt di Milano, Andrea Aprea, ha servito con una deliziosa stracciatella e tonno.
Anas-Cettà Langhe Doc Nascetta di Novello 2010
È con questo vino di colore dorato che Luca Gardini si scatena. Raccontando dei sentori agrumati tra dolce e salato che si avvertono già al naso e che al gusto diventano più intensi, insieme a note di pepe nero, melone bianco, frutta esotica, un bel tocco di balsamico e finale lungo con prevalenza di note che ricordano il chinotto. Ma è solo una sintesi dello spettro olfattivo che assicura il Nascetta di prima di Elvio, adesso di Valter e Nadia che sulla scia del Patriarca, stanno sempre più valorizzando l’enologia delle Langhe.
Barbera d’Alba Bricco dei Merli Doc 2015
Con le sue 10.000 bottiglie questo vino rappresenta il 10% della produzione Cogno. Si tratta di un vino caratterizzato da una grande freschezza e da una bella acidità che ne fanno un’ottima espressione del terroir da dove arrivano le uve. Un vino dove i sentori della frutta matura sono una piacevole costanza, come pure la struttura che ne fa un vino importante anche nella gamma produttiva di Cogno, dove i Barolo rappresentano oltre il 50% della produzione. Con questo vino il bravo Aprea ha proposto l’aragosta alla catalana, per sublimare la piacevolezza e la freschezza della Barbera.
Barolo Ravera Docg 2013
“Che grandi rossi incredibili i vini Cogno”, esordisce Gardini parlando di questo Barolo che proprio per un soffio non è entrato nella triade dei tre vini che hanno aperto la classifica 2017 di Biwa. E, questo Barolo rappresenta un po’ lo stile di casa Cogno, con il suo profilo olfattivo ricco, dai profumi intensi tra erbe officinali, fiori, frutti rossi mauri, confetture di frutta, e sostenuto da una trama tannica delicata e da una freschezza incredibile che ne fanno un vino da grande invecchiamento.
Barolo Ravera docg 2010
Sono quasi 5 ettari di Nebbiolo della sottovarietà Lampia e Michet che permettono di ottenere questo splendido Barolo che più passa il tempo, più diventa straordinariamente inimitabile. D’altronde, è il portabandiera dell’azienda Cogno ed anche l’espressione della diversità che caratterizza questa azienda che nello stesso vigneto, quello di Cascina Nuova, ha ben quattro tipologie di Nebbiolo. E, quindi, un vino che stupisce per la sua gran classe assicurata da tannini veramente morbici.
Con questi due Barolo, dalla cucina di Aprea a tavola è arrivata una eccellente tagliata di manzo accompagnata da caponata di verdure.
Barolo Ravera Vigna Elena riserva Docg 2011
Si tratta di 3.000 bottiglie di gran classe che Valter e Nadia hanno voluto dedicare alla figlia Elena. L’avvio olfattivo è molto intenso, che rammenta frutta come ciliegia e susine ma, anche confetture dove una componente importante è offerta dalle erbe officinali, dalla menta, dal ginepro. Insomma, un vino dal corpo pieno, caldo, avvolgente in bocca con un tannino finissimo. Insomma, un super piemontese che difficilmente si dimentica.