di Michele Pizzillo
L’unica certezza è che bisognerà attendere – chissà quanto – per poter cominciare ad uscire di casa e magari programmare anche la visita a qualche museo per ritornare al piacere di ammirare da vicino i capolavori che ci hanno lasciato i grandi dell’arte.
La visita, nel frattempo, la possiamo anche fare in modo virtuale, facendoci accompagnare da un altro capolavoro della natura che l’uomo ha saputo valorizzare in modo davvero encomiabile, lo Champagne. Tant’è che nell’ambito del progetto “scoprire lo Champagne con i 5 sensi”, l’ultima degustazione ha avuto come tema “i colori dello Champagne”. Praticamente “la vista, in un viaggio tra colore e linguaggio delle opere d’arte in abbinamento con il re dei vini”, ha sottolineato Thibaut Le Mailloux, direttore del Comité Champagne che ha sede a Epernay. E, così, dopo olfatto, udito e tatto, la quarta puntata del percorso proposto dal Bureau du Champagne in Italia, è stata importante per scoprire le similitudini tra due mondi solo apparentemente lontani. Perché “nel corso dei secoli lo Champagne ha rappresentato una fonte inesauribile di ispirazione per l’immaginario degli artisti di tutto il mondo – ha aggiunto Le Mailloux -. Anche per questo motivo abbiamo scelto l’arte come ideale abbinamento per esplorare le emozioni a livello visivo che lo Champagne sa regalare”. E, in effetti, alcune delle opere che ha scelto e descritte Arianna Pezza, storica dell’arte coinvolta nella degustazione guidata da Pietro Palma, nominato nel 2018 ambasciatore italiano dello Champagne che ha selezionato i cinque vini proposti in abbinamento alle opere d’arte che, in questo momento particolare, si possono ammirare da casa ma solo attraverso un monitor, sempre con una flute di vino a portata di mano.
La vista è il primo senso coinvolto quando si degusta uno Champagne e il colore è in grado di svelare alcune caratteristiche della cuvée servita nel bicchiere: una tonalità gialla con riflessi verdi indica una prevalenza di Chardonnay, mentre leggeri riflessi rossi denotano una predominanza di vitigni a bacca nera come Pinot Noir e Meunier. Nel tempo, com’è noto, anche i colori del vino evolvono, assumendo toni giallo dorati, ramati o ambrati. Le varianti di sfumature, come è possibile verificare anche nella degustazione casalinga, sono ancora maggiori nei rosé: rosa pallido o intenso, passando attraverso tonalità più o meno decise a seconda dell’assemblaggio. Con l’invecchiamento, gli Champagne rosé prendono sfumature aranciate più chiare.
Chi ha avuto l’opportunità di partecipare anche alle tre tappe che hanno preceduta questa de “i colori dello Champagne”, ha già messo insieme gran parte delle sensazioni che può regalare lo Champagne attraverso i cinque sensi. Il cammino è partito nel 2016, con un laboratorio dedicato all’olfatto e una degustazione accompagnata da un allestimento che riuniva tutti i 52 elementi che costituiscono la tavola dell’evoluzione degli aromi dello Champagne: dalla crosta di pane ai frutti di bosco, dal cioccolato al miele fino al tabacco. Nel 2017 è stato il turno dell’udito, con un gioco basato sugli abbinamenti musicali. L’anno successivo, invece, si è pensato di esplorare ciò che accomuna lo Champagne e il mondo dei tessuti e della moda.
E, adesso, l’arte. Con opere come la vetrata di Marc Chagall all’interno della Cattedrale di Reims e la Madonna Litta di Leonardo Da Vinci, la Dama del Pollaiolo e le stampe pubblicitarie ideate da Pierre Bonnard e René Gruau che sono solo alcune delle opere scelte per raccontare come due mondi apparentemente distanti siano invece molto vicini. E, aggiunge Le Mailloux “una prima similitudine è quella che lega chef de cave e artista, figure capaci di dare vita con il loro talento ad autentici capolavori al termine di complesse fasi di elaborazione, rese possibili da un sapiente gioco di squadra. E, poi, non mancano le parole comuni tra la disciplina enologica e quella artistica, come assemblaggio, tessitura, sfumatura, saturazione”.
Questi, invece, i cinque Champagne selezionati da Palma che hanno accompagnato il racconto della storica dell’arte, e il collegamento tra i colori utilizzati dagli artisti e quelli dei vini in degustazione.
Bruno Paillard, Cuvée 72
Uno Champagne di grande personalità ottenuto da 45% di Pinot Noir, 33% di Chardonnay e 22% di Pinot Meunier. 72 i mesi di affinamento – che poi è anche l’origine del nome -: 36 sui lieviti e altri 36 in bottiglia. Perlage fine e persistente; colore giallo paglierino con sfumature tendenti al dorato. Al naso prevalgono le note di agrumi, fiori bianchi e frutta a guscio. Al gusto possiamo dire che è sensuale, con un corpo deciso ma in perfetto equilibrio che fa leva su un sorso fresco, delicato, vivace e raffinato.
Una bollicina a cui è davvero difficile resistere.
Françoise Bedel, Dis “Vin Secret”
E’ un eccellente prodotto ottenuto dalla lavorazione di selezionate uve 95% Pinot Meunier e 5% Chardonnay, coltivate secondo i metodi dell’agricoltura biodinamica, che riposa 7 anni sui lieviti. Di colore giallo dorato; ricco di bollicine fini e persistenti; profumo fruttato con sentori di frutta tropicale e mela; al gusto è complesso, intenso, cremoso, pieno ma con una grande freschezza, oltre che pieno e fine. Da sottolineare che si tratta di un vino davvero particolare.
Billecart Salmon, Rosé
E’ un grande Champagne che nasce da un sapiente assemblaggio dei tre vitigni principali della regione della Champagne: Chardonnay, Meunier e Pinot Noir vinificato in rosso. Affinato per 48 mesi sui lieviti, regala un bouquet caratterizzato da delicati aromi fruttati, sfumature floreali, freschezza e mineralità. Il sorso è molto armonioso, fresco, elegante, avvolgente e di bella persistenza gustativa. È, insomma, un bell’esempio di qualità ed eleganza, grazie all’impeccabile assemblaggio.
De Barfontarc, Rosé de Saignée
Uve Pinot Noir conferite da 50 vigneron che nel 1962 hanno dato vita ad una cooperativa vitinicola che controlla 112 ettari di vigne distribuiti su 7 villaggi della Champagne. Di colore prevalentemente corallo, al naso si presenta con sentori di frutti rossi, confetture di fragole e fichi che si ritrovano al palato con un sorso fresco e succoso che caratterizza anche il retrogusto.
Ruinart, Blanc de Blancs 2007
Prodotto iconico della casa Ruinart che celebra la nobiltà dello Chardonnay. Il 2007 riunisce il 75% dei Grand Cru della Côte des Blancs (Chouilly, Le Mesnil, Oger e Avize) e il 25% dei Grand Cru dal lato nord dalla Montagne de Reims (Sillery e Verzenay). Cattura l’attenzione con i suoi riflessi verdi scintillanti, tipici dello Chardonnay. Il bouquet è aromatico, con lievi note affumicate e di tabacco biondo. In bocca è avvolgente, fresco, con sentori di lime, acacia, agrumi, con note di liquirizia completano la raffinatezza, la finezza e la perfezione di Dom Ruinart 2007.