di Marco Sciarrini
A pochi giorni dall’inizio del Concorso Grenaches du Monde abbiamo avuto l’occasione di degustare un’etichetta legata al vitigno Grenache appartenente proprio alla regione che ospiterà il concorso, le Marche.
In questo caso l’azienda prodruttrice è Montecappone, nota ai palcoscenici enologici per il suo famoso Verdicchio di Jesi Utopia. In questo caso l’etichetta è Cogito R. (Rubrum) 2019. La proprietà è collocata sulla riva del fiume Esino, ad un’altitudine di 300 metri sul livello del mare su un suolo composto da formazioni marnose arenacee del Miocene, cosiddetto Membro delle arenarie di Borello. I terreni di questa zona derivano dal riempimento del bacino marino lì presente in ere geologiche antiche, da parte di sedimenti appenninici, infatti appaiono alla vista di colore giallo e di consistenza sabbiosa. Le esposizioni vanno da est a ovest. Una parte dei vigneti ha quindici anni di età e gli altri ettari sono stati ripiantati utilizzando antichi cloni, prelevate sui vigenti bio dei produttori storici del sud delle Marche, al fine di garantire qualità eccellenti di tutti i vini prodotti.
(I vigneti)
L’azienda della famiglia Mirizzi e le sue vigne sono sulle colline del comune di Monte Roberto che vanno da un dislivello dal 30 al 45%, tanto da essere state classificate, primo vigneto nelle Marche e nell’area dei Castelli di Jesi, con il certificato “eroico” dal Cervim (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana). Tornando al vino, e al territorio è una Grenache marchigiana frutto di una selezione che ha visto l’azienda scegliere due cloni francesi del vitigno, che l’enologo Lorenzo Landi ha plasmato nel vigneto situato a 300 metri sul livello del mare a metà strada tra gli Appennini ed il mare su suoli composti da marne arenarie con poche argille, con allevamento controspalliera bassa con potatura a Guyot.
Vendemmia a piena maturazione fenolica delle uve e vinificazione con metodi tradizionali con successivo lungo affinamento in vasi di cemento. La vinificazione è tradizionale all’aperto con macerazione sulle bucce per tre settimane con controllo termico del cappello sotto i 25° C eseguendo follature dedicate e facendo affondare il cappello di vinaccia tramite il peso del vino in rimontaggio. Affinato in anfore di cemento. Colore rosso rubino vivace, al naso ampio lo spettro olfattivo con delicati sentori di piccoli frutti mirtilli, cassis, ribes rosso, ma anche prugna polposa, note di petali di rosa, macchia mediterranea, al palato sorso in equilibrio con tannini ben definiti e fini, bella freschezza sapida lunga persistenza. Gianluca Mirizzi con questa etichetta si pone all’attenzione del pubblico non solo in veste di “bianchista”, ma di diritto entra nel grande mondo dei rossi di qualità.