di Marco Sciarrini
L’argomento dei cambiamenti climatici è di attualità e la filiera vitivinicola si interroga sempre più su quali siano le strade da percorrere per far fronte a questo problema, e a quello delle malattie classiche che riguardano la vite.
Ed è con spirito di grande interesse che ci piace parlare e ascoltare di vitigni resistenti. Ancora di più quando si riescono a fare le rare verticali di annate precedenti. L’occasione è stata di degustare i vini di vitigni Piwi, dal tedesco “pilzwiderstandfähig”, dell’Azienda Giannitessari. Gianni Tessari da sempre personaggio controcorrente nasce nel 1963 a Brognoligo, frazione di Monteforte d’Alpone, provincia di Verona, non a caso è il comune italiano con la maggiore densità di viti, un predestinato, diventando uno dei nomi di riferimento del vino a Verona che nel suo percorso professionale, fin dagli anni ’80, ha firmato vini di successo, riconosciuti con premi a livello internazionale. La proprietà dei 55 ettari di vigneto è distribuita in tre Doc (a Roncà per il Lessini Durello, Soave e Sarego per i Colli Berici), una moderna cantina con circa 7.000 metri e 350.000 bottiglie prodotte per un totale di 15 etichette. Sono questi i numeri di una realtà che sotto la guida di Gianni, con l’aiuto della moglie Anna Maria e delle figlie Valeria e Alice, unisce vari territori e personalità.
(Le vigne)
Nel marchio Giannitessari è raffigurata l’antica parrocchia di Brognoligo. Risalente alla fine del 1200-inizio 1300, sovrasta il paese di cui è divenuta il simbolo architettonico, con i suoi affascinanti resti romanici. In particolare il campanile, del 14° secolo, svetta con le eleganti bifore nella zona campanaria con cuspide e pigna internamente in cotto.
Nel 2013, quando l’uva Solaris viene ammessa nella provincia di Verona tra le varietà consentite all’allevamento, non entra nei disciplinari di Doc o Docg, ma è protagonista nella Igt Dolomiti, inizia così la nuova avventura con l’etichetta Rebellis, varietà resistente con un nuovo impianto a 550 metri d’altezza nella Valle d’Alpone, a San Giovanni Ilarione (Verona). La varietà Solaris, varietà resistente alle principali malattie è stata creata attraverso incrocio nel 1975 in Germania presso l’Istituto di Friburgo da Norbert Beker, incrociando la varietà Merzling (Seyve Villard 5.276, Riesling, Pinot Gris) con la varietà 6.493 Gm (Severa Zarya, Muscat Ottonel). Nominata inizialmente Fr 240-75.
“L’interpretazione di quest’uva che proponiamo con Rebellis – dice Tessari – è certamente solo una di quelle possibili, ma mi è sembrata la più coerente con il modello di rottura degli schemi che avevamo in mente. Un prototipo di lavoro che non escludo possa avere degli aggiustamenti in futuro, mano a mano che avremo una conoscenza maggiore della materia prima e delle sue potenzialità”. Già il suo nome come si suol dire “è tutto un programma” Rebellis, come spirito ribelle e libero in vigna ed in cantina. Sull’etichetta sono raffigurate le gambe di tre ballerine, una delle quali, l’Ètoile italiana, Carla Fracci, recentemente scomparsa.
(La verticale di Rebellis)
La verticale ha visto degustare le annate:
Veneto Igt Bianco Rebellis 2017
Quella del 2017 è stata la prima vendemmia, il vigneto esposto a sud-est viene coltivato a pergola semplice e ha avuto una resa, per una varietà comunque potenzialmente produttiva, limitata a 70 quintali, su terreno calcareo ed allevamento a Pergola. È stata scelta una vinificazione con lieviti indigeni e infine una fermentazione per i primi 7 giorni a contatto delle bucce, svinatura e chiusura della fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Colore giallo dorato compatto, al naso note agrumate e di frutta matura, sensazioni floreali e di pietra focaia, al palato avvolgente, morbidezza glicerica equilibrata da una buona acidità, lungo finale sapido.
Veneto Igt Bianco Rebellis 2018
Fermentazione sulle bucce per 5 giorni con lieviti indigeni, quindi svinatura e chiusura della fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Colore giallo dorato consistente, al naso le note agrumate del precedente virano verso il pompelmo, accompagnate da sensazioni floreali di ginestra, al palato leggera astringenza tannica compensata da una rotonda morbidezza con corrispondenza gusto olfattiva, con finale iodato e persistente.
Veneto Igt Bianco Rebellis 2019
Novità rispetto alle annate precedenti è l’uso di anfore in terracotta, sempre per lo spirito di sperimentare ed aprire nuove frontiere, e capire anche come questo vitigno possa esprimere il meglio di sè. Il colore dorato che accompagna anche i precedenti vira verso tonalità diverse, al naso intensità floreale di gelsomino, ma anche fruttato di albicocca matura, lontane sensazioni balsamiche, e una nota gradevole di zenzero, al palato l’ingresso è piacevole con una bella freschezza sulle note olfattive, e una leggera sensazione ammandorlata finale.