Un evento in grande stile di Duca di Salaparuta e Florio per raccontare un nuovo vino e le nuove annate di vini già molto noti (Duca Enrico e Bianca di Valguarnera) che saranno presentate al prossimo Vinitaly. Uno sguardo al futuro con radici solide in un passato di grande prestigio. Un’atmosfera d’altri tempi nella cornice di una dimora nobiliare di Palermo, Palazzo Alliata di Villafranca, con un’appassionante e istruttiva recita sui fondatori della cantina Duca di Salaparuta, protagonisti di vicende ambientate nella seconda metà dell’Ottocento. E poi in un’altra sala, ecco i vini in degustazione:
Vino – Florio
Una novità assoluta, un vino bianco fermo. E’ la prima volta per Florio. Come spiega Roberto Magnisi, direttore di Duca di Salaparuta e Florio: “Non è un’operazione commerciale, ma un vino culturale. Serve per stimolare l’interesse sul Marsala, per capire cosa sia. Stati Uniti, Francia e altri paesi oggi sono troppo distanti dal Marsala e questo vino può avvicinarli”. Si chiama solamente “Vino” e viene fatto con uve a bacca bianca coltivate nell’estremità occidentale della Sicilia, raccolte in surmaturazione e vinificate in modo da trasferire in bottiglia tutta la loro ricchezza, quindi non solo gli elementi della polpa, ma anche quelli di buccia, vinaccioli e raspi. Per questo motivo la pressatura non è soffice, ma viene usato il torchio, la fermentazione si svolge in cemento con alcune irregolari ossigenazioni e non si effettua filtrazione. Così viene ottenuto un vino potente dal carattere evolutivo che rappresenta “il primo atto di fare il Marsala”. Ha un colore giallo dorato chiaro appena velato. Profuma di zagara, gelsomino, agrumi, sentori che richiamano la polpa dell’uva e tenui note di frutta esotica in sottofondo. In bocca riscontriamo un’ottima struttura e una lieve tannicità che vengono snellite dalla spiccata salinità in un sorso consistente, ma anche lungo e vibrante. E’ un bianco che va degustato con attenzione, avvalendosi anche del racconto che spiega la sua genesi e il suo significato.
Bianca di Valguarnera 2020 – Duca di Salaparuta
Un grande classico da uve Insolia che nasce con la vendemmia 1987. L’annata 2020 si presenta di colore giallo dorato intenso. Offre un naso ampio e ricco di frutta a polpa gialla come pesca, susina e albicocca, poi fiori gialli, note vanigliate fini e ben integrate e un leggero tocco balsamico. All’assaggio è pieno, morbido, avvolgente e dotato di buona acidità e sapidità che conferiscono freschezza e slancio. Buona la lunghezza. Un vino che resta sempre legato al suo stile, fatto di territorio e tecnica nella quale è evidente il sapiente uso del legno.
Sicilia Doc Nero d’Avola Duca Enrico 2019 – Duca di Salaparuta
E’ frutto di una porzione dei vigneti della tenuta di Suor Marchesa a Riesi, di “quei cinque ettari allevati ad alberello che ci danno uve di qualità unica”, come spiega Barbara Tamburini, enologo dell’azienda, che poi precisa: “E’ fondamentale il momento della raccolta, quando si decide di staccare l’uva dalla pianta. I grappoli poi vengono trasportati in camion frigo per arrivare freschi in cantina”. Massima attenzione, quindi, ad ottenere e preservare le caratteristiche di una materia prima destinata ad un grande vino. Il Duca Enrico 2019 è di colore rosso rubino carico con riflessi porpora. E’ intenso all’olfatto che risulta dominato da sentori fruttati con prugna matura, amarena e fragola. Completano il bouquet sottili note di spezie dolci e cenni di macchia mediterranea. Il sorso è dotato di viva acidità, ottima struttura, gusto ricco, tannini compatti, tendenzialmente morbidi e notevole persistenza. Mostra un profilo giovanile con interessanti potenzialità evolutive. Una versione fine ed equilibrata di questo iconico rosso.
Duca Enrico 1984 – Duca di Salaparuta
Un tuffo nella storia. La prima annata di Duca Enrico segna un momento di fondamentale importanza per la Sicilia vitivinicola che da qui in poi avrà un vino da Nero d’Avola in grado di confrontarsi con i grandi rossi del mondo. Si degusta, si descrive, ma qui l’emozione è sempre più forte dei sensi. Ed è proprio con grande emozione che l’enologo Francesco Miceli racconta questo Duca Enrico, ricordando l’annata che è stata una di quelle con la maturazione più tardiva. Parla poi, insieme a Roberto Magnisi, di Franco Giacosa, padre di questo rosso, della sua scommessa e della sfida ai mercati esteri. Il Duca Enrico 1984 è lì, nel calice, ancora vivo e vegeto con il suo rosso granato, appena tendente all’aranciato sull’unghia. Avvicinando il naso cogliamo un’intrigante complessità fatta di cioccolato, cuoio, olive nere, caramello, tabacco dolce, tamarindo e scorza di agrumi. Poi, la freschezza che investe il palato è quasi inaspettata. L’acidità è viva, il sorso agile, scorrevole e leggermente sapido in chiusura. Si caratterizza più per eleganza che per intensità, mostrando integrità e grande bevibilità. Unico.