(Vigneti di Brunello di Montalcino)
di Riccardo Viscardi, Doctor Wine
Verso fine settembre sono andato a Montalcino per qualche giorno di relax e ho iniziato a fare qualche passeggiata per vedere un po’ di vendemmie e farmi una idea sul “campo” di come si presentava l’annata 2015.
E iniziamo da qui, sembra proprio che l’annata 2015 sia molto positiva con una sanità delle uve incredibile, grappoli abbastanza spargoli, un'estraibilità antocianica molto promettente, con acidità leggermente salificate ma nulla di grave, anzi i mosti denotano un bellissimo potenziale.
Mentre passeggiavo per vigne e cantine tra tubi, presse, tini e follatori, mi è venuta l’idea di fare un po’ di assaggi dei futuri Brunello 2011: attenzione che ci sono prodotti interessantissimi provenienti soprattutto da alcune zone talvolta poco considerate. Poi quasi naturalmente si è arrivati agli assaggi delle Riserve 2010. Ringrazio tutti i produttori per la loro collaborazione, tiro le orecchie a quelli che ancora non avevano imbottigliato (pochi per la verità) ma alcuni tra questi saranno buonissimi. Ho assaggiato una quarantina di campioni ma ve ne propongo nell'elenco solo quindici, quelli sulla cui assoluta qualità sono pronto a scommettere.
Prima di fare i nomi un paio di considerazioni. Le Riserve 2010 costeranno parecchio, ma il livello è per talune elevatissimo. La seconda riguarda una riflessione più generale su Montalcino. Le aziende sono oltre 250, probabilmente troppe, e il solco qualitativo si sta allargando. Abbiamo un set di una trentina di aziende molto brave, con continuità e prodotti di eccellenza, poi ne abbiamo altrettante che seguono da presso e sono in grado di entrare nel Gotha; poi ci sono “color che son sospesi”, magari magnificati da alcuni grazie a prodotti in stile anni '80, che in questo attaccamento alla tradizione mi fan sorridere. La ritengo infatti una posizione di comodo (modello i “succhia ruote” del ciclismo), dovuta non a scelte ma all'incapacità di andare oltre, studiare, migliorarsi. Infine ci sono aziende che fanno male a Montalcino in sé, con prodotti banali e scadenti, che minano la credibilità di un territorio che ormai è un punto di riferimento assoluto per il vino italiano.
Ed ecco i le Riserve 2010 che mi hanno più colpito (ad essere pignoli, si tratta di vini atti a diventare ecc. ecc. in quanto prima di gennaio 2016 – quando possono essere immessi sul mercato – ancora non possono essere definiti con la denominazione). Troverete al loro interno anche un intruso, un Igt che mi sono permesso di includere perché è un sangiovese in purezza del 2010, che per scelta del produttore non viene etichettato come Brunello.
- Biondi Santi – Brunello di Montalcino Il Greppo Riserva 2010: 99/100
- Casanova di Neri – Brunello di Montalcino Cerretalto 2010: 99/100
- Capanna – Brunello di Montalcino Riserva 2010: 98/100
- Valdicava – Brunello di Montalcino Madonna del Piano Riserva 2010: 98/100
- Canalicchio di Sopra – Brunello di Montalcino Riserva 2010: 97/100
- Ciacci Piccolomini – Brunello di Montalcino Riserva 2010: 97/100
- La Fortuna – Brunello di Montalcino Riserva 2010: 97/100
- Sesti – Brunello di Montalcino Phenomena Riserva 2010: 97/100
- Uccelliera – Costabate Toscana Igt 2010: 97/100
- Banfi – Brunello di Montalcino Poggio alle Mura Riserva 2010: 96/100
- Campogiovanni – Brunello di Montalcino Quercione Riserva 2010: 96/100
- Caprili – Brunello di Montalcino Adalberto Riserva 2010: 96/100
- Mastroianni – Brunello di Montalcino Schiena d'Asino 2010: 96/100
- Siro Pacenti – Brunello di Montalcino PS Riserva 2010: 96/100
- Uccelliera – Brunello di Montalcino Riserva 2010: 96/100
C.d.G.