di Marco Sciarrini
Se si inizia a parlare di Custoza all’interlocutore poco attento viene subito in mente quello che in questi territori è avvenuto con le epiche battaglie del 1848 e del 1866 con le guerre di indipendenza, all’occhio, e soprattutto al palato, dei più attenti viene in mente quel territorio a sud est del Lago di Garda che su suoi suoli, dove si versò molto sangue patrio, ora risplendono dei magnifici vigneti.
Una denominazione il cui riconoscimento data febbraio 1971, ricorre quest’anno il 50° anniversario, e nata per farsi spazio tra le altre confinanti note della Regione. E per parlare di questo abbiamo partecipato ad un Webinar – Il Custoza nel cuore, Tre diverse interpretazioni, un unico territorio, in compagnia di Marica Bonomo, contitolare di Monte del Frà e responsabile commerciale estero, e di Claudio Introini, consulente enologico dell’Azienda. In questo territorio le prime testimonianze della coltivazione della vite risalgono all’epoca romana, ma è soprattutto a partire dal IX secolo e poi per tutta l’epoca medievale che si rileva un’abbondante documentazione sulla coltivazione della vite fino ai primi ritrovamenti enologici che risalgono al 1492, attribuiti al lavoro dei frati (Frà in lingua veneta) dell’Ordine di Santa Maria della Scala. Arrivando a tempi più recenti e parlando di Monte del Frà si deve arrivare al 1958 con il capostipite Massimo Bonomo, che affitta i suoi primi terreni agricoli in una delle zone più affascinanti del Nord Italia e che gestiva un’osteria che all’epoca veniva denominata “la frasca”, testimoniata da un ramo di frasca esposto all’inizio della strada, con mescita e vendita di vino, vendendo quindi la piccola produzione come vino sfuso. Successivamente i figli Eligio e Claudio, per arrivare ad oggi alla terza generazione con Marica per la parte commerciale, Silvia per la comunicazione e Massimo per il lavoro in cantina, coadiuvati nella gestione tecnica dall’esperto Claudio Introini, valtellinese che una decina di anni fa è giunto in Monte del Frà con l’incarico di collaborare La prima cantina a Sommacampagna fu aperta nel 1988, ed ora l’azienda conta attualmente 137 ettari di proprietà e 65 in affitto.
(I partecipanti al webinar)
Da Sommacampagna, luogo di origine, ora le proprietà dell’azienda vanno dal Lugana per spingersi sino alla Valpolicella Classica con la Tenuta Lena di Mezzo, acquisita nel 2006 e situata ad est di Fumane. Nella struttura di San Pietro in Cariano, acquistata nel 2019, sono dislocati la vinificazione, l’appassimento e lo stoccaggio della produzione dei grandi rossi veronesi. Grande attenzione della famiglia Bonomo alla sostenibilità, Monte Del Frà ha recentemente ottenuto la certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) e RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), il diserbo è solo meccanico con movimentazione terra, e per gli insetti si esegue una lotta di confusione sessuale. L’orizzontale organizzata dall’Azienda ha riguardato principalmente i vini ottenuti nella denominazione Custoza dove il suolo è di origine morenica, calcareo/argilloso con buona presenza di ghiaia e sassi trasportati da un ghiacciaio posto a nord del lago, che con il tempo è scivolato verso sud con i suoi depositi arrestando il suo percorso e creando il Lago di Benaco.
(I vini degustati)
I vini degustati sono stati:
Monte del Frà – Custoza Doc 2019
Si tratta del primo vino dall’azienda, nato oltre sessant’anni fa, vigneti circondati da boschi e vegetazione autoctona. Vitigni per la maggior parte Garganega, poi in percentuale e secondo le annate Trebbiano Toscano, Cortese (che in questa zona prende il nome di Bianca Fernanda), incrocio Manzoni ed eventuali uvaggi minori. Colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli al naso intenso, con note d’agrumi e sentori di fiori bianchi, mela verde, pesca, e frutti tropicali, al palato bella sapidità che si armonizza ai sentori olfattivi che si ritrovano in un finale lungo e persistente.
Monte del Frà – Cà del Magro Custoza Superiore Doc 2018
Il nome “magro” dato dai contadini dell’epoca perché poco produttivo, rappresenta il trait d’union tra le generazioni della famiglia, un vino celebrativo per i punteggi avuti nel tempo. Vitigni, Garganega, Trebbiano Toscano, Cortese, lncrocio Manzoni. Colore giallo paglierino con leggeri riflessi dorati, al naso intenso e complesso con evidenze floreali di zafferano ed erbe officinali, note agrumate e fruttate di mela, al palato sapido, con le note agrumate che lo rendono particolarmente intenso e persistente. Un vino dal grande potenziale di invecchiamento.
Monte del Frà – Colombara Veronese Garganega Igt 2016
La Garganega è il vitigno autoctono della zona per eccellenza che, sulle colline moreniche a sud del Lago di Garda, riesce a conferire a queste uve delle caratteristiche uniche, con un plus dato dall’allevamento a pergola e alla surmaturazione in vigna. Proprio per la sua complessità è prodotto solo nelle migliori annate. Vitigno Garganega in purezza. olore giallo dorato, al naso intensa complessità che varia con sentori speziati ai fiori di camomilla che ricorrono molto nei bianchi dell’azienda, così come le erbe officinali, affascinanti anche le leggere sensazioni di idrocarburi, al palato tornano i sentori olfattivi con un sorso equilibrato fine ed elegante, con un finale lungo e persistente su note minerali.