Finalmente è tornato l’evento che coinvolge quasi tutti i produttori del Vulcano più alto d’Europa.
Contrade dell’Etna 2022 è stata l’occasione per rivedersi, scambiare due chiacchiere tra produttori, buyer ed appassionati e, naturalmente, assaggiare grandi vini. Location scelta, Il Pìcciolo Etna Golf Resort & SPA di Castiglione di Sicilia. Noi, di seguito, vi proponiamo alcuni nostri assaggi fatti. Ma è davvero difficile dire quale vino era più buono di un altro. Nella maggior parte dei casi si tratta di campioni di vasca o di botte.
F.L.
Sicilia Nerello Mascalese Alberelli di Giodo 2019 – Alberelli di Giodo
(Riccardo Ferrari)
Pulizia, eleganza e linearità sono i punti di forza di questo rosso incisivo e molto ben fatto.
Etna Bianco Superiore Contrada Rinazzo 2020 – Benanti
(Agatino Maurizio Failla)
Limpidezza olfattiva, viva acidità, ma anche struttura. Finale animato da un’intrigante salinità marina. Una cartolina da Milo.
Etna Rosso Calderara 2021* – Calcagno
(Franco Calcagno)
L’ultimo nato tra i rossi di Calcagno da singola contrada ci stupisce per la decisa presenza e l’intensità di un frutto molto ben delineato, la potenza del sorso e la persistenza.
Munjebel VA 2019 – Frank Cornelissen
(Giacomo Bardazzi)
Floreale, vibrante, agile e dotato di una lunghissima progressione. Un rosso d’altura che si esprime con grande energia.
Etna Bianco Bianco di Monte 2021* – Eudes
(Giovanni Messina)
E’ profondo, fine e complesso. Con le sue diverse anime, vulcanica, montana e mediterranea, rappresenta l’essenza del terroir di Monte Gorna.
Etna Rosso Pignatuni 2021* – Famiglia Statella
(Calogero Statella)
Intensità, ampiezza e precisione per il rosso di punta dell’azienda che è frutto del terroir di provenienza (potremmo definirlo un Grand Cru) e del sapiente lavoro dell’enologo Calogero Statella.
Mareneve 2019 – Federico Graziani
(Federico Graziani)
Un bianco buonissimo che sorprende sempre. C’è praticamente tutto: freschezza vibrante, verticalità, una stratificazione di profumi e sapori che ci mostra una complessità non comune, consistenza, lunghezza e, soprattutto, una grandissima personalità.
Etna Bianco Millemetri 2016 – Feudo Cavaliere
(Margherita Platania)
Un bouquet fatto di sentori nitidi e fini che spaziano dal floreale all’agrume è seguito da un sorso teso, agile, verticale, sapido e lunghissimo. Una delle più convincenti espressioni di Etna Bianco sia per territorialità che per potenzialità evolutive.
Etna Rosso Arcuria 2019 – Graci
(Alberto Graci)
Una rosso che rappresenta una sicurezza, mostrando in ogni nuova edizione un profilo sempre più fine. Annata fredda, annata calda, annata classica…..non importa, lui è comunque elegante. Grande stile.
Etna Rosso Barbagalli 2021* – Pietradolce
(Michele Faro)
Sembrerebbe proprio un grande millesimo di Barbagalli. Il vino è ancora austero, introverso, come è giusto che sia in questa fase, ma già si percepisce una stoffa importante.
980 metri slm 2018 – Sciara
(Stef Yim)
Potremmo sfidare chiunque a degustare questo vino alla cieca e a dire che non si tratta di un Borgogna rosso. Elegante, rifinito nelle note di fragoline di bosco, fresco, fine e setoso nei tannini, lungo e articolato. Chapeau.
Src Rosso Alberello 2021* – Src Vini
(Rori Parasiliti e Cinzia Baraldi)
Mostra già un’espressività compiuta all’olfatto, mentre al palato è ampio e vellutato. Sono evidenti notevoli margini evolutivi, ma c’è già una precisa quadratura. Forza e naturalezza espressiva.
Etna Rosso 2019 – Tenuta Boccarossa
(Claudia Langer e Michele Calabretta)
Un rosso davvero ben fatto che senza voler stupire a tutti i consti ci mostra le caratteristiche del territorio da cui proviene con compostezza ed eleganza in un gioco di chiaroscuri. Molto buono. Una piacevole sorpresa.
Etna Bianco A’ Puddara 2021* – Tenuta di Fessina
(Jacopo Maniaci)
Ormai da tempo uno dei vini icona tra i bianchi etnei. Tagliente, scattante, lunghissimo, avvincente. Sarà di sicuro un’altra annata di A’ Puddara da ricordare.
* atto a divenire Etna Doc