Seconda parte dedicata ai vini Riserva e Gran Selezione.
di Titti Casiello e Federico Latteri
Gli assaggi delle tipologie Riserva e Gran Selezione provenienti dalle vendemmie 2019 e 2018 (c’erano anche altri campioni di annate precedenti fino al 2012) confermano in pieno che il Chianti Classico va sempre più nella direzione dell’identità territoriale. L’anno scorso avevamo preferito nel complesso i Chianti Classico Riserva, mentre quest’anno appare chiaro che la Gran Selezione è la via maestra da seguire per valorizzare le eccellenze chiantigiane. Molte le etichette convincenti con caratteri e stili precisi. Ci ha sorpreso la 2018 della quale avevamo già assaggiato vini che, nella maggior parte dei casi, presentavano un corpo più leggero e lievi spigolosità. Dopo un po’ di tempo, degustando etichette dello stesso millesimo, notiamo con piacere che ci sono molti Chianti Classico davvero buoni. Sono vivi e vibranti con un’intensità che non si esprime sul volume, ma sull’energia. Li seguiremo ancora nel tempo.
Di seguito i nostri migliori assaggi con alcune note (tra parentesi la Uga in cui si trova l’azienda):
Chianti Classico Docg Riserva 2019
Fattoria San Giusto a Rentennano-Le Baròncole* (Gaiole)
Ha un naso profondo con un frutto che non tende a prevalere, ma fa parte di un insieme armonico e variegato. In bocca è evidente un profilo equilibrato nel quale troviamo da un lato un buon volume e dall’altro freschezza, agilità e lunghezza.
Maurizio Alongi-Vigna Barbischio (Gaiole)
Frutta rossa matura al punto giusto e cenni floreali scuri sono le componenti principali di un bouquet che si distingue per limpidezza e definizione. Il sorso, spiccatamente acido, robusto nella parte tannica e molto lungo, conferma la giovinezza e le interessanti potenzialità di questo vino.
Monteraponi-Il Campitello* (Radda)
Il Campitello si mostra subito importante, palesando un carattere deciso che però non viene espresso con irruenza, ma in modo distinto e raffinato. Un naso che spicca per eleganza e compostezza è seguito da un palato tanto inteso quanto agile e teso che si anima in una progressione quasi infinita. Territorio liquido. Standing ovation
Chianti Classico Docg Riserva 2018
Monte Bernardi-Sa’etta (Panzano)
E’ elegante all’olfatto con profumi nitidi che virano prevalentemente sulla frutta rossa. La fase gustativa vede un ingresso snello che prosegue in un sorso ben articolato, dotato di tannini fitti e vellutati e di un allungo sapido davvero piacevole.
Val delle Corti (Radda)
E’ elegantissimo con un mosaico di note floreali e piccoli frutti nel quale finezza e limpidezza costituiscono il suo naturale modo di essere. Tutto si trova al posto giusto, senza acuti, cadute o forzature. In bocca è scattante, teso e lunghissimo. Trasmette un’energia che lo rende godibilissimo e fa anche pensare ad una lunghissima evoluzione. Fitti, rifiniti e ben levigati i tannini. Entusiasmante. Standing ovation
Chianti Classico Docg Gran Selezione 2019
Bibbiano-Vigna del Capannino (Castellina)
La vigna del Capannino si mostra in questo millesimo precisa e completa con note olfattive di piacevole freschezza. Il sorso è intenso e dinamizzato da un’agrumata freschezza e da una progressione continua che il tempo saprà amplificare ancor di più.
Riecine (Gaiole)
La Gran Selezione conferma la cifra stilistica di Riecine, già apprezzata col suo Chianti Classico 2020. Una cifra basata tutta su una forza espressiva radiosa, leggera e gioviale che gioca su profumi fruttati. E poi il palato che diventa una lunga linea di eleganza gustativa, viaggiando su una trama tannica fitta e ben composta, con una chiusa di notevole piacevolezza tra tensione e grande concentrazione del sorso.
Chianti Classico Docg Gran Selezione 2018
Castello di Ama-San Lorenzo (Gaiole)
Fa un campionato a parte, come se fosse in un senza tempo e senza luogo, il San Lorenzo, che regala un naso dove paiono essersi appena spezzati dei chiodi di garofano e poi si infittisce e profuma di china e sottobosco. Il sorso, contrariamente a quanto ci si aspetta da un’annata esile e fresca come la 2018, si mostra ampio e complesso, assestandosi su una piacevolezza orizzontale in cui gioca un ruolo importante una componente morbida che rende la bevuta notevolmente gastronomica. Standing ovation
I Fabbri (Lamole)
Esile e sottile. Il suo profumo è un etoile. L’intrigo gioca tutto su note scure, ematiche e pungenti, mentre il sorso è una linea retta, lama dinamica che gioca su una viva acidità e un lato balsamico con un fascino gustativo invidiabile.
Lamole di Lamole-Vigna Grospoli (Lamole)
Vigna Grospoli è un calice parlante. Lo spettro olfattivo genera quasi un simposio con una raffinata complessità tra note fruttate e una vibrante tensione speziata. La sublimazione è nel gusto che, in una definizione mirabile, regala morbidezza e acidità al pari. Un allungo profondo a chiudere un calice di perfetta armonia. Grande. Standing ovation
Le Fonti-Panzano (Panzano)
Naso noir, ispido e ammaliante. Le note di frutti rossi, in particolare di ribes, si evolvono e si accostano a note di sottobosco e cuoio rendendo il suo profilo aromatico complessamente raffinato. La delicatezza espressiva del suo sorso è una mano che guida sapientemente tra finezza, compostezza e persistenza gustativa.
Podere Castellinuzza-Paolo Coccia-Podere Castellinuzza (Lamole)
Il profilo aromatico è voluttuoso e vibrante con una misurata progressione che gioca tutta su note floreali di iris e viole e una delicata vena speziata. L’anima di Lamole si mostra in un palato piacevole e goloso, regalando un equilibrio appagante dalla morbida persistenza.
*= campione di botte
LEGGI QUI LA PRIMA PARTE DELLA DEGUSTAZIONE, DEDICATA AI CHIANTI CLASSICO DOCG