di Fabiola Pulieri
Il 2015 è al capolinea, pochi metri, poche ultime fermate e anche l'anno all'insegna dell'enogastronomia, dell'Expo, del Taste of Milano e Roma, del Cous Cous Fest, delle Stelle Michelin non assegnate e tolte; finirà lasciandosi alle spalle polemiche, gioie, novità e delusioni.
La mezzanotte del 31 dicembre segnerà un momento di passaggio e ricorderà a tutti noi la fine di qualcosa e l'inizio di un nuovo percorso da fare a partire dall’1 gennaio 2016. Per gli antichi romani l’inizio dell’anno nuovo coincideva con la primavera, periodo generalmente considerato come sinonimo di rinascita e rigenerazione. Fu Giulio Cesare, nel 46 a.C., a creare il “Calendario Giuliano” e stabilire che l'anno nuovo iniziasse il primo gennaio, giorno in cui i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi come dono un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d'alloro, detti strenne, augurio di fortuna e felicità. Nel Medioevo in molti paesi europei si utilizzava il Calendario Giuliano, ma molteplici erano diventate le date che indicavano il momento iniziale dell'anno: l’1 marzo, il capodanno nella Roma repubblicana, il 25 marzo o il 25 dicembre, il Natale, e solo con l'adozione del Calendario Gregoriano – dal nome di Papa Gregorio XIII, che lo ideò nel 1582 – la data dell’1 gennaio, come inizio dell'anno, divenne universale.
Dal punto di vista gastronomico per il menu di capodanno a base di pesce di solito vengono serviti piatti a base di ingredienti ricchi e preziosi come caviale, aragosta, ostriche, salmone e scampi a garantire un anno fortunato.
Si può iniziare con un carpaccio di polpo in vinaigrette al prezzemolo e profumo di finocchio, che si può preparare in anticipo.
Perfetto è un primo a base di riso venere nero insaporito con i moscardini e le arance. I chicchi di riso sono tanti e benauguranti e il riso venere è prezioso perché è il riso dell’imperatore e della lunga vita, per le sue peculiari proprietà nutritive.
Un secondo facile e veloce si prepara in pochi minuti facendo gli scampi al cognac e pepe rosa, fragranti e gustosi si possono portare in tavola anche flambé.
Poiché la tradizione vuole che oltre alle lenticchie anche la scelta di mangiare dell'uva passa nel corso della notte di Capodanno porti soldi in abbondanza, per il dolce si può optare per un panettone con l'uvetta arricchito da una delicata, ma saporitissima crema all'arancia, uniti in un mix profumato e dolce.
Molti sono i riti che propiziano l'inizio del nuovo anno e tra questi sicuramente il più conosciuto in tutta Italia è quello di mangiare lenticchie e cotechino allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Questa usanza dovrebbe favorire l'abbondanza e la ricchezza: i legumi, infatti, sono considerati il cibo della vita e le lenticchie in particolare ilsimbolo per eccellenza delle monete sonanti! Tutto ciò che è piccolo non dovrebbe mancare sulla tavola imbandita di fine anno, come le bollicine, quindi vini frizzanti e spumanti, e naturalmente la frutta rossa prima tra tutti il melograno.
Il pasto è bene che termini con frutta secca ed uva. Secondo la tradizione “chi ha l'uva in tavola il giorno di Capodanno conta i quattrini tutto l'anno”. L'origine del detto sta nel fatto che se il viticoltore riusciva a serbare una parte dell'uva raccolta per la vendemmia sino al primo giorno dell'anno nuovo, era davvero parsimonioso ed avrebbe quindi contato i soldi per tutto l'anno.
Noci, mandorle e nocciole, invece, sono contraddistinti dalla presenza di un guscio duro e di un interno gustoso dunque la frutta secca simboleggia la forza e la sorpresa positiva, porta fortuna e si mangia durante tutto il periodo festivo e un boccone dopo l’altro si può esprimere un desiderio o un buon proposito per l’anno nuovo.