(Roberto Toro e Vincenzo Candiano)
di Francesca Landolina
La cena a quattro mani appena trascorsa al Grand Hotel Timeo di Taormina non ha disatteso le aspettative. Di certo, l’unicità del contesto, la terrazza a picco sul mare, il cielo con il sorriso della luna dopo una fresca pioggia settembrina hanno avuto il loro fascino.
Ma a rendere il tutto davvero impeccabile sono stati i piatti degli chef, lo stellato Vincenzo Candiano de La Locanda di Don Serafino di Ragusa e l’executive chef Roberto Toro del Grand Hotel Timeo. Alla loro complicità in cucina si deve la riuscita di una perfetta serata gourmet. Impeccabili ai fornelli e puntuali nei tempi. In sequenza le loro creazioni hanno meravigliato come solo le cose semplici e concrete sanno fare. Senza eccessi ed esibizionismi; protagoniste le materie prime e il loro gusto. Un trionfo di colori e di ricordi mai sbiaditi, legati ai sapori d’infanzia e riportati alla luce con leggerezza e creatività, per ricordarci che siamo figli della nostra terra, capace di emozionarci ancora attraverso quei sapori che esaltano i nostri sensi e ravvivano la nostra memoria.
Chi conosce i due chef sa quale con quale passione raccontano la Sicilia. Vi riportiamo alcuni piatti degustati, abbinati ai vini della cantina Planeta.
Si comincia dal finto tonno con cipolla caramellata, dal sapore intenso e delicato al contempo
Sorprendente il piatto “polpo, seppia e capasanta arrosto su quinoa speziata ai peperoni e salsa di lattuga all’acciuga. Il ricordo della grigliata al mare, con sapori concreti che lasciano intatta la freschezza delle materie prime, esaltate dal gusto siciliano degli ortaggi.
Un ricordo d’infanzia, la pasta. Tubetti grano siciliano in zuppetta di fagioli “Cosaruciari” con triglie di baccalà macchiate e cavolo rapa. Tradizione e leggerezza sono qui capaci di rendere unico un piatto emblema della cucina siciliana, ma rivisitato, come la tipica pasta e fagioli, dal gusto delicato e deciso al contempo
E poi il secondo, la cernia alla Norma. Anche in questo caso omaggio alla tradizione catanese. Un piatto rassicurante, semplice e innovativo nel suo creativo equilibrio tra mare e terra
Per chiudere, con un dolce che declina il gusto del lampone tra sfumature rosa e rosse, dolce e fresco al palato