Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La degustazione

Bianchello del Metauro alla riscossa: come questo vino sta conquistano i mercati

06 Luglio 2020
vigneti_bianchello_del_metauro vigneti_bianchello_del_metauro

di Federico Latteri

Oggi diverse aree del territorio italiano propongono vini interessanti ottenuti da vitigni autoctoni che rappresentano un patrimonio in termini di originalità e identità.

Uno di questi è il Bianchello del Metauro, un vino fresco, spontaneo, sapido, marino. E’ un bianco che sta attraversando un periodo di rinascita, dopo essere stato quasi dimenticato. Va incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più numerosi, che cercano facilità di beva e piacevolezza immediata, senza trascurare la qualità del prodotto. La Doc Bianchello del Metauro, che proprio l’anno scorso ha festeggiato mezzo secolo di storia, copre un’area della parte meridionale della provincia di Pesaro e Urbino che va dalla costa (territorio di Fano) fino a circa 30 chilometri nell’entroterra, raggiungendo i comuni di Fossombrone e Urbino. La superficie vitata si estende complessivamente per circa 240 ettari. Il disciplinare di produzione prevede l’utilizzo di almeno il 95 per cento di uve Bianchello (o Biancame) a cui può essere aggiunto un 5 per cento massimo di Malvasia Bianca. Sono presenti anche le tipologie Superiore, Spumante e Passito. Negli ultimi anni si è registrata una costante crescita qualitativa con la tendenza di un gran numero di produttori a utilizzare il Bianchello in purezza e a ridurre le rese per ettaro, portandosi molto al di sotto dei 140 quintali consentiti. Sempre più frequentemente troviamo vini in grado di evolvere per qualche anno. Nel 2018 sono state prodotte poco più di 1 milione e 200 mila bottiglie. A nostro parere si tratta di un bianco molto interessante che ha ancora margini di miglioramento. Bisognerà lavorare tanto, soprattutto nel segno della territorialità e della caratterizzazione, ma le premesse per ottenere un prodotto in grado di guadagnarsi una posizione di riguardo tra i bianchi italiani ci sono tutte. Di seguito i vini da noi degustati con qualche nota.

Bianchello del Metauro Doc 2018:

Mo Leone – Bruscia

Di colore dorato, ha un naso dominato da note sulfuree con frutta gialla in sottofondo. In bocca è morbido, strutturato e sapido.

Bianco Assoluto – Cignano

E’ pulito all’olfatto con profumi di frutta a polpa bianca, sentori floreali e un cenno vegetale. Il sorso è rinfrescante, snello e leggermente amarognolo nel finale.

Crespaia

Un bel giallo paglierino precede un bouquet fatto di mela, agrumi e un tenue cenno floreale-vegetale. Al palato è fresco, sottile e discretamente lungo.

Albaspino – Fattoria Villa Ligi

Mostra un profilo agrumato con sentori di limone e cedro, poi fiori e mela verde. E’ fresco, salino e dotato di una bevibilità non comune.

Riflessi – Mariotti Cesare

Offre profumi di pesca matura e ananas, seguiti da un sorso rotondo e intenso con un gusto dominato dalla frutta e una nota sapida che dà maggiore slancio al finale.

Contessa Costanza – Pagliari Gabriele

Ha un naso delicato di cedro, erbette aromatiche e note fruttate. In bocca è giocato tra la discreta consistenza e la piacevole salinità. E’ presente una leggera nota amarognola in chiusura.

Cleofe – Pisaurum

Paglierino carico con riflessi dorati. Fiori bianchi, camomilla, un cenno di pesca e un tenue ricordo agrumato precedono un sorso dotato di buona freschezza e equilibrio con un finale sulfureo.

La Ripe – Roberto Lucarelli

Un bianco essenziale con un naso sottile di biancospino e frutta a polpa bianca, buona acidità, discreta lunghezza e una punta balsamica.

Boccalino – Terracruda

Si presenta di colore giallo paglierino brillante. Ha un naso di mela golden, erba tagliata e pompelmo. Media intensità, sapidità e ottima bevibilità caratterizzano il sorso.

Tebe – Terre di Giove

E’ pulito all’olfatto con pesca, frutta esotica e un tocco di agrumi. In bocca è dinamico, perfettamente corrispondente con l’olfatto, salino e piacevolmente amarognolo.

Bianchello del Metauro Doc Superiore 2018

Borgo Torre – Claudio Morelli

Ha un profilo pulito e elegante con delicati profumi di fiori gialli e vive note agrumate. Il sorso è fresco, disteso, lineare e spiccatamente salino. Ben fatto e davvero buono, non stanca mai.

Giglio – Di Sante

Si distingue per nitidi sentori di frutta a polpa gialla, richiami floreali di glicine, un carattere tendenzialmente morbido e buona sapidità.

Tenuta Campioli – Fiorini

Di colore dorato, è fruttato, leggermente agrumato e floreale con zagara, mimosa e un cenno di rosa. In bocca è minerale e persistente.

Celso – Guerrieri

E’ intenso, vivo e brioso all’olfatto con profumi di pesca, agrumi, fiori e erbe aromatiche mediterranee come timo e rosmarino che caratterizzano molto il bouquet. Il sorso è fresco, articolato, ben calibrato nella consistenza, salino e lungo. Molto buono.

Le Fratte – Il Conventino di Monteciccardo

Frutta gialla, fiori leggermente appassiti e un delicato tocco di pan brioche precedono un palato abbastanza fresco, equilibrato e sapido.