(Cristina, Franco, Paolo e Arturo Ziliani – ph Krigere
È semplice scrivere che è un Franciacorta da tutto pasto. Poi bisogna dimostrarlo, sia per conquistarli sia per avere il responso è positivo dei consumatori.
Siccome di un’azienda come la Guido Berlucchi ci si può fidare ciecamente, l’affermazione dei fratelli Arturo e Cristina Ziliani è in perfetta linea con la loro vocazione a produrre qualità. Si potrebbe dire qualità assoluta, con la perfezione raggiunta con il “Berlucchi ’61 Franciacorta nature 2009”, che nasce da uve raccolte in vigne di proprietà situate nei comuni di Corte Franca e Provaglio d’Iseo, coltivate a Chardonnay – e Ragnoli – coltivata a Pinot Nero, tutte con 15 anni d’età, quindi perfettamente mature per dare “uve da Millesimato”.
Prima di addentrarci nei meandri tecnici, che comunque è sempre interessante conoscere, ricordiamo che questo nuovo prodotto di Berlucchi rappresenta l’ampliamento della linea ’61 – composta da Brut, Satèn e Rosé – la collezione che porta nel nome l’anno di nascita del primo Franciacorta, creato nel 1961 nelle secolari cantine Berlucchi, dopo l’incontro di Guido e Franco Ziliani. E che sarà presentato un anteprima al Vinitaly, in programma a Verona dal 10 al 13 aprile. Anteprima anticipata da una presentazione avvenuta a Milano dove i pochi invitati hanno potuto constatare la veridicità dell’affermazione del suo creatore, Arturo Ziliani, “è un Franciacorta da provare a tutto pasto, perché la componente olfattiva, molto complessa, insieme alla verticalità e alla persistenza, ne fanno un millesimato dallo stupefacente equilibrio dinamico, che può accompagnare piatti ricchi e importanti”, con i piatti proposti dal grande chef Antonio Guida del ristorante Seta del Mandarin Oriental hotel di Milano.
Con la maestria che lo contraddistingue, Guida ha abbinato il Nature della Barlucchi a sei raffinati piatti a base di cavolfiore (con salsa al latte di mandorla, succo di yuzu e frutti di mare), riso (in cagnone con verdure, maccagno e polvere di lampone), corda di rospo (con panure di nocciole, vichyssoise e salsa alla liquirizia), petto di pollo ficatum (con frema di cannellini alle alghe, fregola e garusoli), parfait alla liquirizia (con cristalli di foglie di tabacco Kentucky, pera alle spezie e crema al caffè) e la piccola pasticceria. Si potrebbe dire che il Nature 2009 potrebbe essere abbinato anche al caffè, tanto è versatile e gradevolmente stupefacente con tutto quello che rende piacevole un pasto.
D’altronde, Arturo Ziliani, amministratore delegato ed enologo dell’azienda dove il padre Guido iniziò a lavorare come enologo nel 1961, potrebbe dire che, come al solito “ci siamo impegnati per arrivare ad un prodotto perfetto” partendo dai vigneti, che sono allevati ad altissima densità, 10mila ceppi per ettaro – per ricavare 3.600 bottiglia -, a cordone speronato permanente e condotti secondo regole agronomiche rispettose dell’ambiente. E, entrando nei dettagli, Ziliani racconta anche l’aspetto pedologico delle vigne: “mentre Arzelle cresce su terreno morenico profondo, che conferisce uve per vini base di ottima struttura, il suolo di San Carlo e di Rovere, composto da depositi fini, garantisce ottima acidità e freschezza alle basi; l’equilibrio d’insieme è invece assicurato dalle uve di vigna Ragnoli, da terreni di origine fluvioglaciale. Le alte fittezze d’impianto aiutano a enfatizzare le caratteristiche varietali delle uve, sia in termini di maturità fenolica che tecnologica”.
(Vigna Arzelle – ph Sudati)
Poi, per ampliare la linea Berlucchi 61, è stata scelta una vendemmia, quella del 2009, “indicata negli annuari di enologia come un’ottima annata, con un decorso regolare e un leggero anticipo del germogliamento rispetto all’anno precedente – dicono alla Berlucchi -. La stagione è stata nel complesso calda, intervallata da alcune giornate di pioggia provvidenziale che hanno portato a un accrescimento regolare dei grappoli, senza stress idrici e attacchi patogeni. Le bacche sono dunque giunte a maturazione sane, turgide, dalla buccia tenace e dalla polpa croccante: tutte caratteristiche ideali per un Franciacorta di grande qualità”.
Alle qualità naturali si è aggiunta la mano dell’uomo, in questo caso di Ziliani, che ha seguito la raccolta manuale delle uve al raggiungimento della maturità ottimale nella seconda decade di agosto del 2009. Con le cassette da 18 chili contenenti l’uva trasportate rapidamente in cantina e collocate all’interno di speciali presse a piano inclinato concepite per la pressatura soffice, lenta e graduale del frutto con immediata separazione del succo, utilizzando quello delle primissime frazioni di pressature che contengono gli elementi caratterizzanti del Franciacorta ‘61 Nature 2009. Un vino che dopo la prima fermentazione è stato trasferito in serbatoio conservando i sedimenti nobili per consentire la maturazione a contatto con gli stessi, che hanno conferito struttura e complessità. Non è stata effettuata la fermentazione malolattica, per preservare la “tensione” gustativa del vino e permettergli di esprimere la componente fruttata. Dopo cinque anni di affinamento sui lieviti e almeno sei mesi di riposo dopo la sboccatura, Berlucchi ’61 Nature 2009 è pronto per l’assaggio, dimostrando di essere la più pura espressione del territorio, unendo la polposità e carnosità dello Chardonnay alla mineralità del Pinot Nero. Non solo, essendo proposto senza il beneficio dello sciroppo di dosaggio, ne descrive anche l’anima più vera, schietta: la componente olfattiva espressiva e complessa, la verticalità e la persistenza al palato ne fanno un Millesimato dallo stupefacente “equilibrio dinamico”. Con spuma abbondante, cremosa e buona persistenza; perlage sottile e sinuoso. Il colore è giallo paglierino intenso con lievi sfumature dorate. Mentre all’olfatto la netta nota minerale si amalgama a delicati sentori di agrumi, pesca bianca e crosta di pane. Al palato, il vino è caratterizzato da acidità netta supportata da buona struttura e ottima persistenza che conferiscono dinamismo ed equilibrio gustativo.
E’ un Millesimato consigliabile a tutto pasto; accompagna antipasti importanti, secondi di pesce, carni bianche e formaggi di media stagionatura.
Michele Pizzillo