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La degustazione

Aynat Nero d’Avola: il territorio secondo Cva. Sette annate tra potenza ed equilibrio

23 Gennaio 2015
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È la prima verticale di Aynat, il Nero d’Avola di “CVA” di Canicattì, una cantina sociale della provincia di Agrigento che con determinazione e passione ha imboccato da qualche anno la strada di una qualità che ben si concilia con il portafogli. 

Sette annate per comprendere un territorio e una delle mille facce del vitigno-principe della Sicilia. Un incontro organizzato da Cronache di Gusto e che apre una serie di degustazioni a tema con vini e produttori. Quella dell'Aynat si è svolta presso la sala Belvedere della Camera di Commercio di Palermo. “Ci sentiamo quasi emozionati – esordisce il presidente di Cva Giovanni Greco – perché è la prima volta che proponiamo una verticale con sette annate. Oggi mostriamo tutto il nostro impegno, investito sempre sulla qualità e sul tessuto agricolo di tradizione del territorio di Agrigento”.

Assieme a Greco i due enologi di Cva Tonino Guzzo e Angelo Molito, a condurre Giovanni Paternò, collaboratore di Cronache di Gusto.
Aynat è la punta di diamante della produzione aziendale, un Nero d’Avola in purezza che esprime al meglio l’eleganza, la finezza e la grande potenza di questa varietà. ”E’ nei terreni calcarei e minerali dell’entroterra agrigentino – spiegano entrambi – che il Nero d’Avola trova espressioni di massima caratura”. Sette i millesimi degustati. Dal 2010 al 2004. Ecco le nostre note.

2010
Colore rosso rubino. Naso fruttato. Assoluta franchezza e fine eleganza. Al naso si sprigionano note balsamiche, di pepe nero e liquirizia. Rotondità ed equilibrio in bocca. Tannini morbidi. Lungo e persistente. “Un vino potente – commenta Guzzo – che grazie al suo equilibrio diventa semplice nella beva e piacevole, nonostante i suoi 15 gradi di alcol”.  

2009
Colore rosso rubino. Al naso note balsamiche e di cioccolato. Rilevante il contributo dei tannini. La maggiore acidità, che lo rende quasi spigoloso, ne fa un buon compagno della tavola. Finale lungo. Guzzo: “Un’annata difficile con un settembre piovoso, ma rimangono le caratteristiche del Nero d’Avola”. Positiva la previsione d’invecchiamento.

2008
Colore roso rubino intenso. Al naso note di confettura di gelsi, lamponi, more di gelso e di rovo. Rotondo, franco. In bocca, bei tannini, morbidi. Armonia e piacevolezza nel bere. Fragranza e lunghezza al palato. Guzzo: “Quest’annata è da Nero d'Avola nella sua eccezione massima, ricorda molto la 2007”.

2007
Colore vivace, intenso. Bell’annata. Sentori di frutta rossa, prugna e confettura alla fragola. Note balsamiche e di liquirizia. Rotondità. In bocca, piacevole.  Un vino ancora in evoluzione che si distingue per l’armonia delle sue componenti tanniche.

2006
Tra le migliori annate mai prodotte. Si distingue per il grande equilibrio di tutte le componenti e per una espressività e armonia talmente alti da renderlo inimitabile. Si avvertono note burrose e di frutta secca. Un vino che ha quasi perso i caratteri del Nero d'Avola, per acquisire un gusto internazionale. Guzzo: “Un’annata difficile. Ma anche una vera scoperta”.

2005
Colore rubino spento con riflessi granato. Al naso note di cicoria bollita ed erbe di montagna. Qui equilibrio ed eleganza sono in tono minore. Si avvertono le note evolutive. Al palato è morbido. Mutevole, ritornano note leggermene piccanti per via retro-olfattiva, è comunque piacevole.

2004
Rosso granato con tonalità tra il mattone e l’arancio. Al naso spiccano le note alcoliche, viene meno un po’ di eleganza. I tannini sono ancora evidenti ed equilibrati. Un vino evoluto.
 

Francesca Landolina