“Autoctono è sempre più classico”, questo il tema della masterclass della 5° edizione di “Bolle in Vigna”, appuntamento ormai consolidato promosso da Cantine Nicosia, guidata da Daniela Scrobogna e Luciano Mallozzi, docenti Fondazione Italiana Sommelier. Ogni anno la Masterclass affronta tematiche volte a raccontare le diverse sfaccettature della produzione degli spumanti metodo classico, dallo stile al territorio. “L’’autoctono è il tema di questa edizione. Di vitigni autoctoni l’Italia ne è foriera più di altre zone di Europa”, esordisce Graziano Nicosia. Ma qual è il vero significato di autoctono? Lo spiegano i docenti introducendo le tre batterie di degustazione attraverso “le interpretazioni più classiche del metodo classico” ovvero Blanc de Blancs, Rosé, Blanc de Noirs. “È vero che annoveriamo più di 350 vitigni autoctoni, ma è altrettanto vero che poi così autoctoni non sono. Se tornassimo indietro è difficile risalire alla loro origine. Sicuramente possiamo dire che hanno una vocazione, sposando cioè quella “vocazionalità” fra vitigno e territorio”, chiosa Daniela Scrobogna, al cui ragionamento si collega quello di Mallozzi: “La spumantistica si muove fra territori di grandi tradizioni, ma anche di produttori che di un territorio provano a farlo diventare innovativo”. Si pensi all’Abruzzo, alla Puglia, o alla stessa (o stesso che dir si voglia) Etna, cornice della degustazione. (Ha collaborato Federico Latteri)
Autoctono=classico? “I produttori pensano alle tradizioni, ma puntano all’innovazione”
LE DEGUSTAZIONI
Ogni vino è stato degustato alla cieca, la cui identità è stata svelata al termine di ogni batteria.
I batteria Blanc de Blancs
Le bulle surprise – Domaine de La Chaise
Giallo tenue dal naso agrumato con nuance verdi, teso e dritto, al palato risulta piuttosto snello con acidità e sapidità in equilibrio.
Bollicina sottile. Chenin blanc sui lieviti 18 mesi, non dosato. Interpretazione personale del vitigno. Un Domaine storico quello de La Chaise in Loira dove la famiglia Davault, oggi alla settima generazione con Quentin, possiede circa 60 ettari di vigneti ricadenti nella AOC Touraine su terreno di tofu e argilla.
Metodo Classico 60 mesi – Fausto Zazzara
Giallo dorato al naso si apre con una nota mielata che integra mela cotogna e profumi che riconducono alla panificazione. Si schiude piacevolmente con fiori bianchi, leggera nota di marzapane e tostatura. È un naso ampio e di grande tensione gusto olfattiva. Fragrante, bollicina dalla texture piena. Sorso cremoso bilanciato dalle componenti acido e sapide che invitano gradevolmente a un altro ricco assaggio. Una sorpresa piuttosto convincente. Fausto Zazzara, sommelier prestato alla produzione di spumanti, si trova in Abruzzo in provincia di Pescara, a Tocco da Casauria dove cura il processo di spumantizzazione delle uve provenienti dalle colline di Crecchio in provincia di Chieti, pecorino, cococciola, passerina.
Sosta tre santi – Carricante Brut Metodo Classico Millesimato
Giallo brillante con delle nuance verdoline, naso agrumato che anticipa note fumé, erbacee e di ginestra. Texture della bollicina delicata. Sorso di grande acidità con venature iodate. Buona corrispondenza gusto olfattiva. Vino senza dubbio di buona tecnica. Sosta tre santi è il progetto dedicato esclusivamente agli spumanti metodo classico di Cantine Nicosia. Il carricante di grande acidità per sua natura non può che prestarsi egregiamente a questa tecnica di vinificazione ormai consolidata dalla storica cantina etnea.
Brut Nature Tradicional – Torello
Giallo luminoso dal naso inizialmente irruento. Naso e bocca che spaziano dall’agrume alla mela con tratti anche di frutta tropicale. Più fresco che sapido dalla bollicina di media granatura. Spumante nel complesso piacevole. È quello che si potrebbe chiamare Cava, o meglio Corpinnat, nella zona del Penedés in Catalogna. Corpinnat è una sorta di marchio, uno stile che promuove lo spumante metodo classico di qualità. Corpinnat unisce i lemmi Cor (cuore) e Pinnat (origine del nome di Penedés). Le uve utilizzate sono le tradizionali Xarelo, Macabeo, Parellada.
II batteria Blanc de Noirs
La stipula – Cantine del Notaio
Giallo con riflessi verdolini questo spumante si distingue per l’impattante nota balsamica. Carattere mediterraneo dalle note che spaziano dal rosmarino al citrico. Perfetta corrispondenza gusto olfattiva, più acido che sapido. Grana delle bollicine di media struttura, sorso croccante. La stipula di Cantine del Notaio, è uno spumante metodo classico da uve aglianico della storica cantina del Vulture. Prodotto effervescente che matura in grotte di tufo.
Parusso – Metodo Classico Extra Brut
Rosa cipolla, dal naso con una tendenza dolce, così come all’assaggio, per un’esplosione di piccoli frutti rossi e melagrana. Dal tannino ben evidente la sapidità lascia spazio alla freschezza. Bolla fine che induce a una beva più gastronomica. Parusso, storica realtà piemontese, si cimenta nella produzione di uno spumante metodo classico da uve nebbiolo. Affinamento di circa tre anni, molto secco, ben lontano dalle interpretazioni più classiche ma certamente più agili dell’Alta Langa.
Sosta Tre Santi – Etna Doc Sessanta Mesi Brut
Giallo che tende all’oro apre al naso con note floreali e iodate che confluiscono in un sorso quasi masticabile dalla chiusura tanto citrica quanto di mandorla amara. Bollicina fine, sorso teso e pieno, di gradevole persistenza. Il sessanta mesi Sosta Tre Santi esprime l’evoluzione del Nerello Mascalese spumantizzato, specie nella sua nota floreale e al richiamo di tostatura che accompagna quelle tipiche nuance che spaziano dal fumé allo iodio.
III batteria Rosé
Brut Millesimato D’Antan, Soldati La Scola
Rosé che più rosato non si può. Naso importante, di grande complessità, dalle spezie alle note mielate passando per importanti sfumature di pasticceria e tostatura. Una lunga maturazione sui lieviti che si avverte anche al sorso ricco di frutta candita, persistente, e dalla bolla fine. Spumante con tanta spalla acida e parecchio muscolo. La Scolca si trova nel territorio di Gavi, ricco di marne, nell’areale di Rovereto, da dove Cortese e Pinot Nero esprimono soprattutto negli spumanti la loro personalità. Storica e nota azienda della famiglia Soldati dal 1919 oggi è giunta alla quarta generazione.
Sosta Tre Santi Etna Doc Rosato Brut Metodo Classico
Rosa tenue alla vista con sfumature ramate, sicuramente di un colore più delicato rispetto al precedente. Naso che schiude l’agrume, l’arancia sanguinella in particolar modo, profumi di rosa e cenni di crosta di pane per chiudere con una notea piacevolmente speziata. Dalla buona texture e corrispondenza gusto olfattiva mostra un sorso elegante di buon equilibrio fra acidità e sapidità, di particolare lunghezza e gastronomiche impressioni. Con una sosta sui lieviti di circa due anni, il Sosta Tre Santi Etna Doc Rosato è ormai nel novero fra i migliori spumanti metodo classico dell’areale etneo e non solo che esprimono al meglio il Nerello Mascalese e il carattere deciso e intrigante della vinificazione Rosé di questo vitigno autoctono.
Alcuni assaggi sono stati stupefacenti così come ogni degustazione alla cieca che svela sempre quella buona dose di inesauribile stupore.
Cieca non vuol dire certamente indovinare ma interpretare seguendo un filo logico che possa ricondurre alle caratteristiche di un vitigno, di un territorio, non meno importante di una “mano” intesa come stile di vinificazione. In alcuni si è certamente riscontrata, in altri è venuto meno il riflesso di quell’autoctono sempre più classico, specie se accogliamo l’idea e facciamo valido il pensiero che lo spumante è prima di tutto un vino.