di Marco Sciarrini
Quando si parla di Toscana per i più il cerchio si stringe su quelle che sono le denominazioni più conosciute in Italia e nel mondo, non sapendo che all’interno della Regione esistono degli areali che non avendo la risonanza dei più famosi hanno una storia vitivinicola importante.
Questo è il caso delle Terre di Pisa, ed in particolare per un’azienda con una storia nobile, la Fattoria Varramista a Montopoli Val d’Arno (PI). La tenuta è stata per anni la residenza della famiglia Piaggio-Agnelli, che utilizzavano per i loro soggiorni legati alle visite dello stabilimento di Pontedera, ed era anche un luogo dove ritirarsi per apprezzare la particolare bellezza della rilassante campagna. L’occasione della visita è stata una bella verticale di 15 annate del Varramista Igt, che poi, nell’”euforia tannica”, sono arrivate a 17, quando all’improvviso ne sono saltate fuori altre due non previste, con un salto indietro nel tempo sino al 1995. Parlare dei vini e non parlare dell’ambiente che circonda i vigneti non riesce a dare un’immagine completa dell’azienda.
(La dimora storica)
A metà tra uno Château francese ed una Villa Palladiana, edificata nel tardo rinascimento con il suo grande salone ed i suoi giardini rappresenta il cuore vibrante della Tenuta, che si erge in posizione dominante rispetto alle colline ed alle distese pianeggianti ed allo splendido viale di querce, “porta d’ingresso” della Tenuta. La progettazione della villa si deve a Bartolomeo Ammannati (1511-1592) celebre scultore e architetto fiorentino della corte medicea che collaborò alla trasformazione di Palazzo Pitti e alla realizzazione della Fontana del Nettuno della Signoria a Firenze. L’edificio principale fu completato nel 1589, come recano le cifre incise sugli embrici del tetto. Si narra che Varramista fu donata dalla Repubblica di Firenze a Gino di Neri Capponi per la sua vittoria, al comando delle milizie fiorentine, sulla città di Pisa nel 1406. La Villa venne costruita quale avamposto contro i pisani. La Famiglia Capponi rappresentò una delle famiglie più illustri della storia fiorentina e italiana già a partire dal XII secolo. Gino Capponi (1792-1876), unico figlio del marchese Pier Roberto e della marchesa Maddalena Frescobaldi, fu storico, senatore, legislatore e spirito intellettuale del mondo letterario, culturale e politico del suo tempo, scelse nel 1825 Varramista come residenza preferita e vi ospitò personaggi illustri come Alessandro Manzoni. Nel 1876 Varramista fu ereditata dalla figlia Marianna, vedova del marchese Francesco Maria Gentile Farinola. Alla sua morte nel 1885, Varramista divenne proprietà della famiglia Gentile Farinola, nobile casata di origine genovese. Si arriva così agli anni ’50, quando la villa fu acquistata da Enrico Piaggio, nel momento del forte impulso del rilancio dello stabilimento Piaggio, con le famiglie Piaggio e Agnelli, che fanno di Varramista residenza di campagna. Negli anni ’90, Giovanni Alberto Agnelli sceglie Varramista come propria residenza e ne cura ogni dettaglio, cominciando dalla riconversione dei vigneti che eleggono la Syrah a vitigno d’eccellenza della tenuta: nascono così i suoi vini pregiati.
(I vigneti)
Nella tenuta sono solo otto gli ettari vitati rispetto ai quattrocento ettari di parco, (200 di bosco, 70 seminativi, 70 di pioppete e 10 ettari di rimboschimento essenze). Il Varramista Igt ha visto con il passare degli anni eliminare il Sangiovese per il Syrah che solo dal 2003 è in purezza mentre prima era un blend insieme anche al Merlot. Importante anche l’attenzione che l’azienda ha verso l’uso del legno che necessariamente deve essere bordolese e non tutto nuovo, circa il 25%. Oggi l’azienda è guidata da una Fondazione di Famiglia che si prefigge di continuare la linea di sviluppo impartita dallo scomparso Giovanni Agnelli, con una direzione generale locale affidata a Michela Bulleri, mentre la gestione commerciale a Francesca Frediani, che lavorano in azienda da venti anni. Le parti produttive sono affidate agli enologi Luca Collecchi per Varramista e Daniele Galli per Marruchetone a Capalbio sotto la supervisione dell’Enologo Federico Staderini. La parte dei vigneti condotti in biodinamica sono affidati a Mathieu Bouchet. In Azienda Francesca Frediani enologa e manager è accompagnata dall’esperienza di Federico Staderini e dagli enologi Luca Collecchi nella tenuta di Montopoli Val d’Arno, e da Daniele Galli nell’altra proprietà di Capalbio. Fra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 si aggiungono 5 ettari di vigneti da Capalbio, dall’altra azienda di famiglia in Maremma, dove si coltivano Sangiovese, Syrah, Merlot, Petit verdot, Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Grenache e Vermentino. La produzione media annua si attesta fra le 35.000 e le 45.000 bottiglie. La produzione a Varramista è biologica certificata dalla vendemmia 2021, e una parte di vigneto dal 2008 è a conduzione biodinamica, il 70% della produzione viene venduta all’estero.
(Il salone della degustazione)
Tornando alla degustazione fatta nella storica dimora, aperta per l’occasione, all’ombra di un patrimonio artistico presente nel grande salone, di quadri, mobilio e affreschi, che ha dato all’evento quel tocco di eleganza con il quale il vino si sposa pienamente. Diciasette le annate in collezione privata, che dalla 2018 ci ha riportati sino alla 1995.
Varramista Igt Rosso Toscana 1995
Il colore non può essere che granato con riflessi color arancio, al naso si percepiscono ancora note fruttate di confettura di ribes e amarene che si susseguono a quelle speziate di tabacco dolce, e poi sottobosco, al palato acidità ancora viva con un tannino ancora presente ed un finale persistente su note speziate di tabacco e cuoio
Varramista Igt Rosso Toscana 1996
Il colore ricalca per grandi linee il precedente, al naso bacche di ginepro, rosmarino tabacco dolce e marasca e sensazioni fruttate mature di frutti scuri, al palato bella acidità sulle note olfattive con finale lungo e persistente
Varramista Igt Rosso Toscana 1997
Il colore come i precedenti, note speziate caffè insieme a note iodate e frutta sotto spirito che ritroviamo anche al palato condito di una buona acidità con un finale sapido.
Varramista Igt Rosso Toscana 1998
Al naso prevalgono le note terrose condite da sensazioni balsamiche di ginepro, tabacco e note fruttate scure, al palato un vino più verticale degli altri sorretto dal tannino.
Varramista Igt Rosso Toscana 2000
Al naso piccoli frutti rossi maturi ribes, lamponi sensazioni floreali di fiori secchi spezie dolci, al palato grande corrispondenza gusto olfattiva con prolungato finale.
Varramista Igt Rosso Toscana 2001
Il blend manca quest’annata del sangiovese, che determina quindi una struttura più lieve rispetto agli altri. Al naso impressionante il quadro olfattivo con un frutto ancora integro e non maturo accompagnato da spezie pepe tabacco dolce con una intensa acidità per un prolungato finale.
Varramista Igt Rosso Toscana 2002
Ultima annata in blend con Syraz Sangiovese e Merlot. Al naso sensazioni di macchia con ginepro e sottobosco, note speziate e sensazioni fruttate marmellatose di frutti rossi, al palato grande dinamicità tra acidità e tannino con grande e lunga persistenza.
Varramista Igt Rosso Toscana 2003
Prima annata con Syrah in purezza. Cambia completamente il quadro olfattivo al naso pepe, ribes, rabarbaro liquirizia e cacao, con sensazioni balsamiche, al palato ritroviamo la sensazione della radice di rabarbaro insieme al cacao amaro con una bella acidità e persistenza.
(I vini degustati)
Varramista Igt Rosso Toscana 2004
Al naso il frutto è maturo di piccoli frutti accompagnato a sensazioni balsamiche di spezie e di macchia, pepe e liquirizia, al palato grande equilibrio dove acidità e tannino incontrano le sensazioni fruttate in uno splendido e prolungato finale.
Varramista Igt Rosso Toscana 2005
Al naso note speziate di pepe liquirizia, tabacco insieme ad un bel frutto scuro, note radiciose e di macchia mediterranea, al palato buona acidità e grande pulizia del cavo orale.
Varramista Igt Rosso Toscana 2012
Al naso importante nota iodata balsamica con sensazioni di olive verdi, tornano anche qui le note fruttate di piccoli frutti, al palato nota citrica di pompelmo, e elegante sapidità, dove tornano le sensazioni balsamiche per un finale sapido.
Varramista Igt Rosso Toscana 2013
Al naso sensazioni floreali secche con rosa e viola, note balsamiche di menta piperita e macchia mediterranea, roteando il calice escono anche influenze fruttate, al palato il sorso attacca con arancia sanguinella a cui segue una sapidità di pepe rosa in un quadro di grande equilibrio e lunghezza.
Varramista Igt Rosso Toscana 2015
E’ l’annata attualmente in commercio. Colore rubino scuro, al naso grande spettro olfattivo frutti ribes, rabarbaro, liquirizia, pepe, al palato fresco con un tannino che è sulla strada della polimerizzazione, ritorni olfattivi fruttati in finale con bella persistenza, molto gastronomico.
Varramista Igt Rosso Toscana 2016
Non ancora in commercio. Colore rubino scuro, al naso le note fruttate variegate di prugna piccoli frutti si mescolano con le sensazioni di liquirizia e cacao, al palato trama tannica elegante e vellutata quasi setosa con ritorni balsamici e bella persistenza finale, sulle note di cacao e tabacco.
Varramista Igt Rosso Toscana Edizione Speciale 2018 Magnum
Invecchiato proprio nei sotterranei della villa e vinificata con il raspo. Colore rosso rubino, al naso leggera nota verde a cui suono sensazioni terrose balsamiche di rabarbaro genziana mentuccia, al palato sorso pieno e grande freschezza con grande corrispondenza olfattiva, il tannino mostra i suoi muscoli ma promette eleganza, finale persistente su note balsamiche.
Varramista Igt Rosso Toscana 2018
Etichetta non della collezione privata. Al naso la parte fruttata di piccoli frutti con note salmastre, al palato bella freschezza e finale lungo e sapido.
Varramista Igt Rosso Toscana 2019
Bottiglia degustata in anteprima. Colore rosso rubino vivissimo, al naso predominanza di intense note fruttate di piccoli frutti e sensazioni speziate dolci, al palato grande freschezza che con un tannino ancora scalpitante su note fruttate per un lungo finale.