Dolci paroline o musica, preferibilmente classica, si sà che sono un metodo per rendere felici e rilassate le viti.
C'è chi oramai le coccola ogni giorno con Mozart. Le note sarebbero adesso un buon sistema anche per proteggere le vigne dalle malattie. E' l'ultima scoperta che arriva dalla Francia. La musica sarebbe soprattutto un rimedio per il Mal dell'Esca o Apoplessia, che intacca il legno anche in impianti giovani, e contro cui combattere richiede non poche risorse oltre che l'utilizzo di sostanze generalmente non proprio salutari per l'ambiente (prima si cercava di arginare questa malattia con prodotti cangerogeni con l'arsenito di sodio, bandito però dal 2001).
Ma la ricerca condotta dalla società Génodics dà nuove prospettive, soprattuto a coloro che coltivano in biologico o in biodinamico. Si basa sull'assunto che qualsiasi materia, inerte o vivente che sia, abbia diversi livelli di organizzazione collegati tra loro da onde di scala, quelle teorizzate dal fisico Joel Sternheimer, docente all'Università Europea della ricerca di Parigi. Lo scienziato ha dimostrato che la composizione di una proteina può essere tradotta in una precisa successione di note, perché proprio durante la formazione di questa gli amminoacidi emettono segnali. Da qui Sternheimer è arrivato a comporre una precisa sequenza sonora corrispondente ad una determinata proteina, utilizzandola per aiutare la proteina nella sua funzione oppure per inibirla.
Chi ha applicato le intuizioni di Sternheimer per arrivare poi alla nuova scoperta è stato Pedro Ferrandiz, uno dei fondatori del centro, insieme alla sua equipe. La sperimentazione è durata quattro anni e ha visto coinvolte decine di cantine nei territori di Bordeaux, della Champagne, dell'Alsazia e della Loira che hanno messo a disposizione dei ricercatori le proprie vigne. Questo il risultato: l'attacco delle malattie con la somministrazione della musica si è ridotto del 60%.
C.d.G.