Eric Asimov
Sul New York Times, Eric Asimov, una delle firme enogastronomiche statunitensi più autorevoli, ha anticipato qualche giorno fa le tendenze in fatto di vino e di birra per la stagione estiva dando consigli su cosa bere nel week end che precede il giorno della memoria.
Generalmente come afferma: “Il Memorial Day è considerato il giorno dei rosé. Consuetudine sbagliata”. Nel pezzo scrive: “è una tipologia di vino che potrebbe andar bene tutto l’anno, ovviamente se ci riferiamo alle grandi produzioni di Château Pradeaux e Domaine Tempier, Château Simone, o ancora a quello di Valentini a Montepulciano, e la Domaine Ilarria nell’ Irouléguy, da degustare sia nelle più fredde giornate di gennaio che nelle sere d’estate di luglio”.
Per lui non tutti i rosé hanno questa versatilità. Nella maggior parte dei casi, infatti, dice “che la gradazione alcolica non è ben bilanciata dalla dolcezza”. Per una giornata calda, i rosé da bere sono quelli strutturati, caratterizzati da buona freschezza e acidità. Della Provenza, patria spirituale del Rosé, consiglia Château de Roquefort, Domaine du Jas Esclans e d’Peyrassol.
La selezione che enuncia nelle sue righe non riguarda solo la Francia. Cita anche Campos de Enanzo etichetta della regione Navarra e Bermejos Los delle Isole Canarie e poi ancora Shinn di Long Island e Arnot-Roberts della California, e il Touriga Nacional. Gli Champagne rosè Asimov non li reputa indicati per l’estate. Consiglia invece il Renardat-Fache e il Cerdon du Bugey.
Naturalmente nella lista non esclude i rossi, che per lui vanno serviti per la stagione freschi: dal Beaujolais, ai Cerasuolo di Vittoria di Valle dell’Acate, COS e Occhipinti, da lui stimati come prodotti eccellenti e consiglia ai lettori anche il Frappato. Oltre ai classici Chianti, Barbera, Dolcetto, Valpolicella rivela poi la sua passione anche per i meno noti come il Teroldego dal Trentino o il Cornalin della Valle d’Aosta. E tra gli italiani nomina anche il Lambrusco. E sempre sui rossi dell’Europa la scelta cade sui vini del Ribeira Sacra, della parte orientale della Galizia.
Per i bianchi esprime le sue preferenze sui Sacerre e sui Riesling. E sullo Chardonnay scrive: “Per molte persone lo Chardonnay rimane sinonimo di vino bianco. Sia in estate che in inverno, non dirò mai di no allo Chablis, il più caratteristico Chardonnay al mondo (…)”. E sul Pinot Grigio, Asimov fa capire la sua posizione: “lascio le produzioni peggiori ai ristoratori mediocri”. Per quelli buoni, consiglia invece le produzioni di Elena Walch e Alois Lageder dell’Alto Adige.
Asimov non è amante solo di vino. Nelle ore calde si disseta anche con la Pilsner: “Amo il secco e l’amarezza di una Pilsner. Ottime le versioni realizzate a New York da Breweries Sixpoint e Brooklyn. Pilsner da degustare sono anche quelle di Vittoria, Lakefront, Tröegs e Pilsner Urquell”.
Dalle tedesche alla bavaresi, ecco i nomi di alcune delle produzioni che lo appassionano: Allagash, Hoegaarden, Casa Southampton Publick, Hefeweizen, Franziskaner, Schneider Weisse, Brooklyn e Ayinger.
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Maria Antonietta Pioppo