di Giovanni Franco
Si muove con passi felpati, senza dare nell'occhio. Te lo ritrovi accanto al buffet, come se fosse sbucato dal nulla. Non sgomita, né si mette in mostra.
Veste di un'eleganza logora, non appariscente. Poi con mossa fulminea afferra la tartina, il piatto o il bicchiere e scompare per qualche istante. Poi riappare per completare la sua missione bulimica. Lui è l'imbucato, senza volto. Uomo invisibile che solca i party. Dall'inizio alla fine. Gusta tutto e non si fa scappare nulla. Senza ingordigia, assaporando i cibi. Sorseggia i vini, bianchi, rossi o bollicine. Ha un sesto senso: individua i rinfreschi e le tavolate, spesso organizzate per promuovere eventi, come presentazione di libri o inaugurazioni negozi. Con il suo “radar”, riesce a scoprire indirizzi e orari degli appuntamenti e a fiondarsi in happening aperti o in luoghi chiusi per i quali, per le persone normali, sarebbe necessario l'invito. Ma per l'uomo invisibile nulla è impossibile: riesce a superare tutti i controlli per partecipare alle degustazioni. Sta in silenzio e attento a non incrociare alcuno sguardo. Pianifica gli attacchi alle pietanze a più riprese. Non si sofferma mai davanti ai camerieri.
Poi si apparta in un angolo, di solito nascosto. E successivamente si dirige di nuovo ad arraffare con grazia le specialità culinarie esposte in bella mostra. Uomo invisibile non si sazia mai, né si spazientisce. E fra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad andare via. Se c'è un incontro che anticipa il rinfresco, lui attende e per non insospettire gli organizzatori azzarda qualche domanda al relatore di turno. E' dunque costretto a sorbirsi dibattiti noiosi sullo scibile umano. Ma il suo è un impegno a costo zero. La fatica è poi ripagata da una fetta di prosciutto spagnolo Pata Negra, o da un calice di champagne. Certo non sempre il menù è ad alti livelli. Ma non importa si sa quando c'è una missione da compiere…