Mangiano in piedi un sandwich o un piatto di affettati o affollano il ristorante di Montecitorio dove si spende meno, sono quei senatori che hanno abbandonato i tavoli del ristorante di Palazzo Madama.
Da quando il Senato ha deciso il rincaro dei prezzi le sale del ristorante si sono svuotate. Il fuggi fuggi è dei parlamentari è dovuto al netto aumento del pasto medio proposto dal ristorante, intorno alle 30 euro. Tutt’altre erano le cifre a cui erano abituati: 2,68 euro per una bistecca di manzo e 5,23 euro per una spigola, in media un conto per pasto pari al 13% del costo effettivo delle pietanze consumate.
Di fronte alle sale abbandonate la Gemeaz cusin, la società che ha preso la gestione della ristorazione senatoriale, ha deciso di proporre a Palazzo Madama la rescissione consensuale del contratto, sottoscritto il 12 febbraio del 2010, non trovando più conveniente impegnarsi in un’impresa che non produce utili. Ieri pomeriggio le proteste dei dipendenti, nove dei quali si sono visti arrivare lettere di licenziamento, dopo un tentativo da parte della società di accordarsi con i sindacati sulla cassa integrazione per venti di loro.
Ad avere riempito il ristorante sono stati i camerieri, i cuochi e il tabaccaio, asserragliandosi dentro. Situazione di tensione rientrata poi alla normalità con la ripresa dell’attività del ristorante prima dell’ora di cena, che tuttavia ha visto pochissimi clienti, quelli affezionati, nonostante la presenza dei senatori nel palazzo per la discussione della manovra economica.
C.d.G.