Le domande sono sempre le stesse: “Il caffè fa male?”, “Quanti ne posso prendere?”, “È vero che non fa dormire?”.
Le chiarisce tutte in un colpo solo Silvio Buscemi, ricercatore e docente di Nutrizione clinica presso l’università di Palermo. Che ha preso parte alla cena “Il caffè nel piatto”, organizzata da Morettino presso l’Oliver Wine House e preparata, nel vero senso della parola, dalla mani sapienti dello chef Santi Fabio Pacuvio.
Professore, il caffè fa male?
“Dobbiamo distinguere gli effetti a lungo termine da quelli immediati. Molti studi hanno dimostrato effetti controversi della bevanda scura. A breve termine, ovviamente, prevalgono gli effetti deleteri del caffè. Per esempio per quanto riguarda il metabolismo degli zuccheri, quindi gravi per i pazienti diabetici. Ed effetti anche nel sistema cardiovascolare. Dovuti alla presenza della caffeina”.
Poi ci sono gli effetti a lungo termine. Non ci dica che sono positivi?
“Assolutamente si. Perché il caffè non contiene solo caffeina, ma anche parecchi antiossidanti che hanno effetti vantaggiosi per il nostro corpo. Nell’assunzione cronica, quindi, prevalgono sicuramente di più gli effetti positivi che quelli negativi”.
Allora quanti prenderne?
“In tutte le cose non bisogna esagerare. Possono bastare 2/3 tazzine al giorno per il nostro bisogno di energia quotidiano. E per avere gli effetti benefici di cui ho parlato”.
Sfatiamo il mito che il caffè non fa dormire.
“In realtà può succedere. Ma dipende da persona a persona. Anche se i numeri delle persone che non riescono a dormire per colpa del caffè è elevato. Si parla di oltre il 40% della popolazione. Questo dipende dal fatto che il sistema enzimatico a livello del fegato metabolizza in tempi più dilatati. Significa che la caffeina viene “eliminata” dal nostro corpo in maniera più o meno veloce a seconda del soggetto. E quindi c’è chi prende un caffè e non dorme. E c’è anche chi lo prende e dorme tranquillamente”.
L’idea di usare il caffè in cucina. Le è piaciuta?
“Una cena con giusti equilibri, con pochi grassi e giusto mix di carboidrati e proteine. Mi è piaciuta la sperimentazione e l’esaltazione dei sapori. Ma soprattutto ho colto una metafora in questa serata. Il caffè può dare molto di più di quello per cui è famoso. Questo vuol dire che anche noi possiamo dare molto di più se qualcuno ci aiuta a tirare fuori le nostre potenzialità”.
Giorgio Vaiana