Poche ore ancora e sapremo qual è il vino migliore del mondo per gli esperti della rivista americana Wine Spectator.
Intanto ci godiamo il podio (seconda e terza posizione) e la quarta poisizione. Cominciamo proprio da questa e andiamo in Spagna a Porrera per la precisione, paese della Tarragona. Nei 24 ettari di vigneti di Merum Priorati, si coltivano principalmente le varietà autoctone, Garnacha e Cariñena in particolare, ma ci sono anche piccoli appezzamenti di Cabernet Sauvignon e Syrah, Il vino scelto da Wine Spectator e il Priorat Destì 2018 che viene invecchiato in botti di rovere francese. Nonostante questo ha un piglio moderno, grazie alle note minerali ed erbe di montagna, oltre ad un frutto vivace che gli danno una perfetta riconoscibilità del territorio.
Terzo posto per un vino della Napa Vally, con il Cabernet Sauvignon Oakville Martha’s Vineyard 2016 di Heitz Martha’s Vineyard, uno dei produttori iconici di questa zona della California. Il successo dei suoi vini lo si deve in gran parte all’enologa Brittany Sherwood che è entrata a far parte del gruppo nel 2012. Un approccio lungimirante che le ha permesso di creare vini moderni con un grande rispetto della tradizione. Ha mantenuto, per esempio, l’affinamento dei vini nelle botti di rovere verticali.
A pochi passi dal gradino più alto del podio, torniamo in Francia, a Château Pichon Longueville Lalande con il Pauillac 2018. Il proprietario Frédéric Rouzaud ha assunto Nicolas Glumineau come direttore generale nel 2012 e da allora questa famosa cantina di Bordeaux ha seguito una traiettoria ascendente. Glumineau ha curato un programma di reimpianto, aumentando la percentuale di Cabernet Sauvignon nei vigneti e passando costantemente all’agricoltura biologica e biodinamica. Una ristrutturazione della cantina ha incluso nuovi tini più piccoli per un processo di vinificazione più esigente, parcella per parcella e persino intra-particella. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
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C.d.G.