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Birra della settimana

La birra della Settimana – Triplipa del Birrificio Opperbacco

23 Luglio 2017
triplipa triplipa

di Mauro Ricci

Luigi Recchiuti, birraio vivacissimo, instancabile, ideatore e sperimentatore abruzzese, nel suo nido d’aquila, ha creato un mondo rustico tutto suo, fra le montagne che circondano il suo birrificio installato nella antica casa di famiglia.

Laureatosi in agraria a Bologna, un bel percorso di studi, ma sempre inquieto ed insoddisfatto perché non vedeva in quale direzione orientarsi per dare spazio e sfogo alla sua geniale creatività. Faceva l’agronomo, lavoro tranquillo fra la natura, ma per lui poco creativo e stimolante. Capita, come spesso in queste storie, che “l'educazione sentimentale alla birra” anche per Luigi passi per le pentole e i mestoli di chi si fa la birra in casa. Si comincia per gioco e poco alla volta il “virus” ti prende e non ti lascia più. Cominciano i primi incontri e confronti, in questo caso facilitati, perché il vicino di Luigi è Leonardo Di Vincenzo con il suo Birrificio del Borgo e gli incontri si fanno frequenti. Luigi prova, sperimenta, produce continuamente tanto da fare esclamare a Leonardo “Fai più birra tu con le tue pentole che io col mio birrificio”. E cresce il piacere di provare e di inventare sempre qualcosa di diverso e scoprire che spesso è una scelta azzeccata. Cominciano i primi viaggi in Belgio con la moglie, che intanto si è laureata con una tesi sulla birra con Leonardo. 


(Luigi Recchiuti)

La scimmia salta sulla schiena della coppia sempre più intensamente coinvolta. L’avventura comincia con l’apertura nel 2003 del Pub dove portare e fare conoscere le birre scoperte ed apprezzate nei propri viaggi. C’era già stato un tentativo a quelle date di aprire un birrificio, ma per le difficoltà “di comprensioni burocratiche” il progetto era stato rigettato. Bisogna aspettare il 2009 per aprire l’attività produttiva con tutti i timbri necessari. 

Le birre sono di fatto già pronte e sperimentate. Sono birre che si ispirano al mondo belga che Gino copia e non imita, mostrando una spiccata personalità “compositiva”. Un sapiente uso di luppolo in bouquet, raro a quella data, con selezioni da tutto il mondo, temperano le note dolci dei malti, alla belga. Si punta soprattutto all’amaro, in un primo momento secondo l’onda montante dell’uso dei luppoli americani, salvo poi nel tempo costruire selezioni di luppoli diversificati ma tutti più orientati a dare aromi e profumi e quindi arricchire e alleggerire le birre sfumando i sapori e i profumi. Religione per Luigi è la bevibilità, la freschezza e la scorrevolezza delle sue birre.


(Il birrificio Opperbacco visto dall'alto)

Oggi la base dei prodotti di Luigi, raggruppati sotto il titolo “le origini”, sono quelle birre che, sperimentate fra pentole e mestoli, avevano consentito la brillante partenza del birrificio. Fra queste abbiamo scelto come birra della settimana quella che rappresenta la prima ideazione tutta personale del birraio che, dice “se l'idea per una birra è buona, non può che nascerne una buona. E così è stato per la Triplipa”. La “Triplipa” ha nel nome la sua origine una tripel insieme ad una ipa. Idea quasi unica e nuova in quegli anni. Nasce per “colpa” di Kuaska dice Luigi, che aveva presentato all’assaggio del Maestro una birra, la “sette e mezzo”, che rifaceva la Chouffe che, pur apprezzata, non stupisce Lorenzo che ritiene che bisognava osare di più. Si deve cercare di stupire particolarmente il bevitore e la “sette e mezzo” non lo faceva. Questo incontro avveniva ancora prima di aprire il birrificio, Luigi quindi ha il tempo per elaborare la nuova ricetta che si può definire una birra belga (tripel) luppolata e di incrocio anglosassone (Ipa).

Questo è il caso in cui i primi passi si fanno copiando da prodotti già esistenti per crearne di nuovi, come un musicista che prima di comporre ed eseguire pezzi totalmente propri esegue pezzi composti o ripresi da altri. Triplipa è quindi il primo pezzo originale di fatto composto da Luigi rincorrendo idee già presenti nel mondo delle birre, ma con originalità. Lievito belga della Chouffe (ardenne liquido), stile tripel, aggiunta di zucchero per rendere più leggero il corpo e beverina la birra e luppoli americani fra cui sincoe e columbus usati anche in “dry hopping”. Malti pilsner con un’aggiunta di frumento come la saison belga Carmelit. Insomma una revisione e riutilizzo di scelte già fatte, ma in contesti e con obiettivi completamente diversi: fare convivere una tipologia tradizionale del Belgio con una tradizionale del Regno Unito interpretata con modalità statunitensi per un risultato completamente originale. La soddisfazione non solo è stata di Kuaska, ma soprattutto del comune bevitore, che ne decretò rapidamente il successo.


(Il panorama dal birrificio)

La tripipla è confezionata in una simpatica bottiglia (a botticella) e una gradevole rustica etichetta. Una volta nel bicchiere è di aspetto complessivamente piacevole, con un colore dorato leggermente torbido. Sviluppa una schiuma bianca di grana fine persistente che fa sprigionare il bellissimo bouquet degli aromi dei suoi luppoli, erbaceo, agrumato resinoso, unito a sentori di pane, frutta gialla e malto chiaro. La bevuta è facile, fresca, scorrevole e al palato si percepisce l’abilità del birraio di sfumare i vari sapori tra malto e luppolo con una chiusura asciutta e fresca che sollecita una veloce replica: le sensazioni boccali (mouth feel) sono coinvolgenti: la compagnia deve essere allegra e leggera quella che beve questa birra.

Dopo questo primo risultato di sapiente composizione creativa sempre migliorato nel tempo, Luigi Recchiuti non si è fermato e ha prodotto tante altre birre che gli è piacuto indicare come tappe di un unico progetto mai esaurito e composto di tanti altri sottoprogetti che ha denominato “l'evoluzione”, birre che sviluppano le idee delle prime creazioni, fra queste una “tripel ipa” in collaborazione con il birrificio del Borgo; “l'avanguardia” dove sono comparse birre a volte “estreme”, sempre ritoccate e affinate; “senza tempo” quelle che rifanno temi a volte detti da meditazione con maturazioni anche in botte; “natura”,quelle a fermentazione spontanea che stanno ancora maturando. Qualche estrosità, una con mosto cotto per sei ore, maturata poi in botte, rossa per la caramelizzazione del malto; una al fumo dell’antico toscano, o del Garibaldi con un prrocesso assolutamente originale di affumicatura; una Apa, molto personale dedicata a un gruppo rock, i “tripping flowers” il cui legame con la birra è la scelta varia dei fiori, luppolo, mandorla rose messi a galleggiare sul mosto. Infine una collaborazione con Ielo, homebrewer amico ha creato “violente sfumature di luppolo” con forti sentori agrumati rinforzati da pompelmi e limoni in frutto. Oltre a quelle citate e le molte altre birre già realizzate, a testimoniare la fecondità creativa di Luigi, sono la novità che saranno presentata a Taormina Gourmet (21-23 ottobre 2016), le birre del gruppo “natura”, le sour che ci assicura, sono di un garbo e una finezza che non potranno non stupire, come accadde e accade ancora oggi per la Triplipa. E noi siamo pronti a farci stupire.

Rubrica a cura di Mauro Ricci e Andrea Camaschella

Birrificio Opperbacco
Via Casarino, 19 – Notaresco TE
320 073 4714
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