di Andrea Camaschella
Alcune settimane fa vi avevo raccontato di un laboratorio su alcune birre italiane all’interno di un evento che si era tenuto a Bruxelles (leggi qui); oggi vi voglio invece raccontare proprio dell’evento e soprattutto di una birra che mi ha colpito particolarmente.
Al Moeder Lambic di place Fontainas, ogni anno ai primi di settembre, si tiene un festival con le birre italiane come protagoniste. Evento figlio di viaggi in Italia, di conoscenze – di birre e di persone – consolidate negli anni, ora la selezione viene affidata ad amici dei soci del Moeder: l’anno scorso è toccato a Manuele Colonna, quest’anno a Francesco Oppido (Ranzani 13 e Storie di Pinte, a Bologna). Una bella responsabilità e anche una faticaccia, se pensiamo al numero di birrifici e di birre che popolano la nostra penisola.
(I birrifici italiani presenti al Moeder Lambic)
Tanti i birrifici presenti (11) e tante le birre alle spine (45), alcune servite all’esterno del locale dal Birrabus di Loris Marcheselli (l’Aula di San Giovanni in Persiceto, BO), il tutto accompagnato dalle pizze preparate da Francesco Oppido e dal suo staff, oltre ad alcuni hamburger. Bello vedere i clienti del Moeder con boccali di birre italiane mangiarsi, finalmente, una vera pizza, con ingredienti ricercati e di qualità. Potrebbe essere meno interessante per me e per i tanti birrai presenti, più avvezzi ad entrambi i prodotti. In realtà qualche birra a me sconosciuta è apparsa, così come qualche birrificio che non ho proprio sempre sotto il naso e di cui mi interessava seguire le evoluzioni.
(Francesco Oppido e il birrabus)
Tra tutte le birre però, mi ha sorpreso, ovviamente in positivo, la Timpa Anniversario del birrificio ragusano Yblon. La birra che arrivava più da lontano non solo ha retto il viaggio, ma si è elevata al rango della mia miglior birra del festival. Conosco Marco Gianino da un paio di anni e lo stimo per le sue birre curate, per il sapiente modo di far lavorare i lieviti, per il rispetto della tradizione pur mettendoci sempre qualcosa di suo. Avevo già assaggiato la Timpa, la Saison nata con il birrificio, cambiata e migliorata negli anni, pur partendo da un’ottima base. Interessante l’uso del grano Russello (autoctono) ovviamente non maltato. La Timpa Anniversario vuol celebrare proprio la Saison di casa e le soddisfazioni che ha regalato a Marco e compagni in questi anni. In questa versione la lavorazione è a dir poco ardita. Prevede anzitutto uno stratagemma, detto sour mash, per abbassare il Ph del mosto, innescando una fermentazione lattica, quindi una fermentazione con un lievito belga, canonica ma molto curata, e infine una rifermentazione con lieviti selvatici (ma in questo caso selezionati) in bottiglia e, come nel caso della mia bevuta, in fusto, della famiglia dei Brettanomyces. Il male assoluto per un produttore di vini moderni, ma un compagno ideale per molti birrifici del Belgio e non solo, soprattutto negli ultimi anni. Di per sé il Brettanomyces può regalare alla birra sentori fruttati così come di pelle di salame, ma il descrittore più bello e calzante l’ha portato Kuaska – al secolo Lorenzo Dabove – tirando in ballo le “carte da gioco usate” nei circoli.
(Marco Gianino, Dorothea Licandro, Andrea Camaschella, Fabio Bruno e Loris Marcheselli)
La Timpa Anniversario, con un alcol di poco inferiore al 7% Vol. (ufficialmente è dichiarato un 6,5%), ha un bilanciamento perfetto tra tutti i sapori e le sensazioni: l’acidità lattica sostiene e rilancia l’amaro del Brettanomyces, il lievito Saison utilizzato nella prima fase di fermentazione, vede le sue note pepate e fenoliche sottolineate e accompagnate da un lieve fruttato e sì anche un po’ di pelle di salame. L’amaro è appunto smussato dall’acidità, così come la secchezza. Intrigante al naso, facile e piacevole da bere, un risultato tutt’altro che scontato con una lavorazione così complessa, che potrebbe mettere a rischio di contaminazione, se mal gestita, il resto del birrificio e non è il caso di Marco, attentissimo a ogni aspetto. In un’epoca in cui tanti stanno utilizzando il Brettanomyces per caratterizzare le loro birre, con risultati non sempre ottimali: birre troppo secche, troppo amare, che magari colpiscono al primo sorso, ma non invogliano al terzo, la Timpa Anniversario si erge come faro guida. Una Farmhouse Saison italiana di spicco. Una Saison che guarda alla tradizione più antica delle birre prodotte direttamente nelle fattorie della Vallonia, riproponendola in chiave moderna, attuale e anche personale, secondo le idee di Marco Gianino e del suo team.
(Una delle fasi di lavorazione della Timpa Anniversario)
L’unico appunto riguarda i quantitativi: vero che è una birra particolare, una specie di Gran Cru del birrificio, con lavorazione lunga e faticosa, ma dannazione, ne voglio una scorta in cantina. Urge aumentare la produzione.
PS: da venerdì 6 a domenica 8 ottobre, al Salone delle Fontane dell’Eur (a Roma) si terrà EurHop, uno dei più importanti festival italiani dedicati alle birre artigianali e di qualità. La selezione dei birrifici è a cura di Manuele Colonna, deus ex machina del mitico Ma che siete venuti a fa’ di Roma, zona Trastevere. I migliori, o almeno buona parte di loro, birrifici italiani e una incredibile selezione di birrifici europei ed extra europei vi aspettano con le loro fantastiche creazioni: non perdetevelo.
Rubrica a cura da Andrea Camaschella e Mauro Ricci
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Aula – birra e merenda
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40017 San Giovanni in Persiceto BO
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EurHop
il Salone Internzionale delle Birre Artigianali
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