di Andrea Camaschella
Le Black Ipa sono birre che spesso mi lasciano perplesso e raramente sono le mie compagne per una serata al pub.
Da stile dovrebbero essere birre scure, ma senza i sentori dei malti torrefatti, particolarmente luppolate, insomma, ma senza quell’incrocio fastidioso di amari, bruciati e di luppolo, che ne frenano la bevuta. Dovrebbero, perché nella realtà dei fatti sono per lo più Porter o Stout con un carico di amaro eccessivo. Quando però le trovo in linea in locali di cui mi fido, quantomeno un assaggio non si nega. Se poi arriva dal birrificio Ritual Lab ed è fatta da Giovanni Faenza, l’assaggio è d’obbligo e quasi scontato che finirò con una pinta in mano. Giovanni l’ho conosciuto dopo aver assaggiato le sue birre ed esserne rimasto, una per l’altra, piacevolmente impressionato. Mano molto tecnica, “educata”, in grado di esprimersi su ogni stile e ogni tradizione con rispetto e bella personalità. Mai banale, mai fuori giri, su ogni birra. Nonostante il recente cambio di impianto, dimensioni e cantina, nulla è cambiato nella costanza qualitativa: in pochissimi anni Ritual Lab è una delle certezza del panorama italiano.
La Rituals Ville Vol. 3 mi coglie in due mondi molto distanti tra di loro, la prima volta nella sabauda Torino, prima capitale del Regno d’Italia, in un piccolo quanto curato pub, la Dogana. La seconda volta a svariate centinaia di chilometri, nella mitteleuropea Trieste, al pub ristorante Mastrobirraio, dove Daniele Stepanchich propone la propria idea di cucina, legata al territorio, e una bellissima linea di birre. Due locali profondamente diversi, ma uniti, almeno in questo caso non solo dal rispetto e dalla profonda conoscenza del panorama brassicolo, dalla birra di Giovanni Faenza.
Nera, imperscrutabile, con schiuma beige chiaro di grana piuttosto fine e compatta, si presenta con profumi in perfetta armonia tra quel lieve tostato dei malti, che non si esprimono dunque sulle note bruciate né sul caffè, e le note dei luppoli, floreali, erbacei, fruttati. Un bouquet elegante e fresco, a discapito del colore che ai più suggerisce ben altro. L’assaggio conferma la freschezza e sottolinea l’armonia tra gli ingredienti: un bevuta veloce, piacevole, che non stanca ma anzi invita al sorso successivo, senza soluzione di continuità. Morbida, corpo perfettamente bilanciato, i 6,5% Vol di alcol non si avvertono minimamente, sapori altrettanto bilanciati, secca il giusto a scoprire lievemente la nota amara sul finale e raccordarla sui profumi del retrolfatto.
Rubrica a cura di Andrea Camaschella e Mauro Ricci
Ritual Lab
Via del Praticello Alto 7 – Formello (RM)
www.ritual-lab.it
T. 346 9691995
Mastro Birraio
Via Felice Venezian, 24 – Trieste
T. 349 8356201
Dogana
Via Rocciamelone, 12/A – Torino