di Andrea Camaschella
La Sicilia è terra di sapori, di biodiversità, di grandi materie prime, tanto a tavola quanto nei bicchieri.
A Ragusa da 5 anni a settembre si tiene il Birrocco, un fine settimana che occupa parte della città, con stand di birrifici, cibo da strada e altre amenità, ma anche un grande palco per la musica e l’intrattenimento e, con la collaborazione dell’Università Telematica Pegaso, dei laboratori di abbinamento cibo-birra, che, grazie allo chef Joseph Micieli, sono stati un momento davvero emozionante. Joseph, oltre a essere spesso in televisione, alla prova del cuoco, ha ben 3 attività a Punta Secca, che coprono tutto lo scibile: Scjabica Cucina Costiera, il bistrot, Scjabica Cuoco Pescatore, da dove tutto è partito, e Scjàmpagne, L’aperitivo dello Chef. Giovane e dinamico, ma soprattutto innamorato della sua terra e del suo mare e quindi profondo conoscitore delle materie prime, delle primizie, della Sicilia, oltre che delle tecniche di cucina, che padroneggia con disinvoltura quasi imbarazzante, facendo sembrare tutto facile mentre assembla piatti e li spiega al pubblico del Birrocco.
(Andrea Camaschella e Joseph Micieli)
Una lacuna Joseph l’aveva, sulla birra, e il suo mettersi in gioco in questi laboratori direi che gli ha permesso di colmarla. Tra abbinamenti didattici e di cuore, quello che ha colpito chiunque di più è stato l’ultimo dell’ultimo laboratorio. Qui Joseph si è superato. Partendo dal vecchio adagio “al contadin non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere” ha creato un cramble di ricotta e pere spolverato di caffè. Piatto bilanciatissimo già di suo, dolce quanto basta per essere un dessert, senza alcun eccesso, che ho definito (forse in modo un po’ riduttivo, ma faccio ammenda) una cheescake “al contrario”, nel senso che la parte croccante era sopra e non sotto la parte di ricotta e pere. Un piatto che è riuscito ad accostarsi con una birra – eccoci finalmente nel tema della rubrica – la Moak di Tarì.
Tarì, fondato nel 2010 da Luca Modica e Fabio Blanco, è un birrificio di lungo corso, per la Sicilia, in costante crescita, che ha raggiunto costanza produttiva e destato l’interesse degli appassionati di birra anche fuori dalla Sicilia, come testimoniano premi e riconoscimenti ottenuti negli anni, frutto di un lavoro di ricerca continua, senza mai sedersi sugli allori, ma anzi rilanciando ogni volta, investendo in un territorio difficile, dal punto di vista imprenditoriale e ancor più difficile se pensiamo alla scena brassicola.
(Luca Modica)
La Moak è a dir poco sorprendente, con un’aggiunta di caffè (ottenuto con il metodo cold brew, un’estrazione a freddo, molto rispettosa della materia prima), su una base già tostata e torrefatta (con note di cioccolata, cacao fondente, fava di cacao). Il connubio tra piatto e birra però è incredibile, qualcuno, tra il pubblico, l’ha definito indimenticabile. Joseph, perché è lui che ha deciso in toto l’abbinamento, è riuscito ad accompagnare piatto e bicchiere, tra contrasti e affinità, fino a creare nuove sensazioni, lunghe e piacevoli, nate dal matrimonio tra birra e crumble.
Un abbinamento oltretutto territoriale, avvenuto a Ragusa e nato nella sua provincia, tra Tarì e la torrefazione Moak di Modica, e Joseph che è tornato, dopo un lungo girovagare per le cucine del mondo, al suo mare, a Punta Secca. Gioco, partita e incontro, a questi bravissimi protagonisti a suggellare una meravigliosa edizione di Birrocco e ad acuire, ora che ne scrivo, la mia nostalgia di Sicilia.
Birra Tarì
contrada Michelica, zona artigianale snc – Modica
T. +39 0932 903701
www.birratari.it
info@birratari.it